La sala presenta una forma allungata, un rettangolo con due semicerchi alle due estremità, e una volta altissima illuminata da numerose finestre, che fanno sembrare questo grande ambiente più una chiesa che un refettorio. Lungo tutto il perimetro della sala corre una sorta di marciapiede, in cotto siciliano, (come lo definì Federico De Roberto) dove erano collocati i tavoli dove i monaci consumavano i pasti, e al centro vi è un grande tappeto di maioliche siciliane decorate a mano, da qualche anno restaurate, che ridanno vita a quella che era l’originalità della grande sala. L’ampia volta fu affrescata al centro da Giovanni Battista Piparo Gloria di San Benedetto, unica decorazione pittorica sopravvissuta della sala che per il resto oggi, sede dell’Aula Magna “Santo Mazzarino” del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’almo studio catanese, appare uniformemente bianca.
Autobus: dal aeroporto prendere linea Alibus e scendere in Piazza Stesicoro. Dalla Stazione Centrale prendere Linea 431R e scendere in via Plebiscito. Fermata diretta in Piazza Dante linea 504M. Dal “parcheggio Nesima” prendere Linee 632 o 642 e scendere in Via Vittorio Emanuele.
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Metropolitana:
Nesima – Stesicoro fermata Giovanni XXIII
Taxi: Radio Taxi Catania: 095 8833 | New Taxi Catania: 348 9210175
Coordinate: 37.503638,15.080558 | Latitudine: 37°30’15.54”N | Longitudine: 15° 4’46.99”
All’interno del complesso monumentale del Monastero dei Benedettini di Catania, lo spazio dell’auditorium è per certi versi disarmante. Si presenta esternamente come un semplice volume, netto, a pianta quasi quadrata rivestito in intonaco tradizionale di azolo, con un’unica finestra circolare tagliata sullo spigolo a dialogare col monastero, ma si offre all’interno come uno spazio dinamico, policentrico, che si oppone ad ogni forma di gerarchizzazione spaziale. Non esiste un unico punto su cui concentrarsi, ma l’evento può avvenire su tre fuochi (palcoscenici) diversi a diversi livelli. Può svolgersi in un fuoco o l’altro, oppure in due, oppure in tutti contemporaneamente. Le poltrone (“xenitia”) con scocca in multistrato di faggio (su disegno di Giancarlo De Carlo) sono infatti rotanti per consentire una visibilità per più di 200 gradi. Questo determina una percezione spaziale dinamica, mai statica [da Archilovers]
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