Il 26 marzo us, sul sito del Sistema Nazionale Linee Guida (SNLG) dell’Istituto Superiore di Sanità – ISS – (vedi) è stata pubblicata la buona pratica clinica promossa da SIMLA: Valutazione medico-legale delle menomazioni all’integrità psico-fisica tra 10 e 100 punti di invalidità permanente.
Un grande successo
Si tratta di un grande successo della nostra Società Scientifica che ha visto la partecipazione massiva nella stesura del documento di una vastissima rappresentanza di medici legali, vuoi appartenenti all’Accademia, vuoi al mondo della professione, che, anche attraverso il coinvolgimento di stake holder appartenenti al mondo giuridico, delle imprese e della società civile, ha portato ad un risultato che senz’altro possiamo definire storico. Un’azione di gruppo, condotta con metodologia scientifica, privo di condizionamenti esterni in quanto direttamente tutelato da SIMLA giunge a colmare un vuoto importante quale quello della valutazione delle invalidità da 10 al 100 % previsti dal Codice delle Assicurazioni.
L’uso obbligato delle Tabelle Simla
L’importanza del documento sta nella sua introduzione nel Sistema Nazionale Linee Guida il che comporta l’obbligo di uso da parte di tutti coloro che si occupano di valutazione del danno a persona specificatamente gli specialisti in medicina legale ai sensi di quanto previsto dalla Legge 24/17 all’art. 5.
Le dichiarazioni del Presidente Simla Prof. Introna
Non possiamo che concordare col Prof. Francesco Introna, Presidente di Simla, che ha espresso “grande soddisfazione per la pubblicazione sul portale del Sistema Nazionale Linee Guida (SNLG), della prima Buona Pratica Clinico-Assistenziale (RBPCA) in ambito medico legale. Un risultato senza precedenti, frutto di un lungo e rigoroso lavoro scientifico durato oltre due anni”.
La presentazione del documento da parte del Segretario Simla Dott. Di Mauro
Qui di seguito pubblichiamo una presentazione del lavoro preparata dal Dott. Lucio Di Mauro, Segretario Simla, che è stato l’ideatore e il motore principale per la redazione e l’approvazione del documento:
Il paradigma
La Medicina Legale italiana, grazie ai suoi illustri e autorevoli studiosi, da oltre un secolo si occupa di elaborare un sistema di valutazione del danno alla persona mediante la misurazione in forma percentuale. Tale metodo, teso a traslare una entità biologica in una posta economica, non può che fondarsi su di un criterio convenzionale, non essendo ovviamente possibile misurare attraverso un esperimento ripetibile e riproducibile la disfunzionalità di organi e apparati a seguito di una menomazione dell’integrità psico-fisica della persona.
A tal proposito giova rilevare che, a partire dalla metà del secolo scorso – e comunque grazie al contributo di autori come Thomas Kuhn o Karl Popper – la scienza non è più considerata mero frutto di attività individuali di ricerca ma è, piuttosto, condizionata dall’adozione collettiva di una precisa “visione del mondo”, il paradigma, cui segue una sistematica attività di adattamento. è infatti noto che, in mancanza di una visione comune, i progressi scientifici tendono a scarseggiare.
Il quadro valoriale di riferimento epistemologico
Quale strumento essenziale della filosofia della scienza, l’epistemologia stabilisce le condizioni per distinguere un giudizio di tipo scientifico dai giudizi di opinione e propone dei percorsi di ricerca intorno a problemi che sorgono in seno alle scienze, in stretta connessione con esse e di conseguenza risolvibili, per la maggior parte, tramite l’applicazione di metodi relativi alle stesse scienze da cui sorgono.
Quello che abbiamo proposto non è, dunque, una rivoluzione del paradigma epistemologico attualmente in uso bensì l’evoluzione di un quadro valoriale di riferimento che, pur rimanendo iscritto nel medesimo, diventa uno strumento valido sia da un punto di vista scientifico che di articolazione della prassi per il nostro settore.
Secondo la teoria del celebre epistemologo Thomas Samuel Kuhn, infatti: «Se la scienza è la costellazione di fatti, teorie e metodi raccolti nei manuali correnti, allora gli scienziati sono uomini che, con maggiore o minor successo, si sono sforzati di contribuire con uno o con un altro elemento a quella particolare costellazione. […] E la storia della scienza diventa la disciplina che fa la cronaca sia di questi incrementi successivi, sia degli ostacoli che hanno reso difficile la loro accumulazione».
La necessità di superare le difformità tabellari
Quanto la nostra disciplina ha fatto finora è esattamente iscrivibile entro un paradigma scientifico di qualità, ma per una serie di “incrementi successivi” (per dirla con le parole di Kuhn) ha prodotto una disomogeneità nei valori di riferimento, rendendo maturo il tempo per una riflessione che conduce, grazie al contributo vasto e diffuso dei medici legali italiani, alla formulazione di nuovi riferimenti condivisi e che garantiscano uniformità ed equità.
Sul punto, il 5 maggio 2021, è intervenuta la Corte Suprema di Cassazione (11724 Presidente Travaglino, rel. Vincenti), che ha evidenziato come tra i vari baremes medico-legali, frutto dell’attività scientifica svolta in ambito della dottrina di settore, vi siano difformità in merito al grado di invalidità permanente e vi sia un rischio di disparità di trattamento nella liquidazione di danni, non solo all’interno del medesimo Ufficio giudiziario ma anche da parte del medesimo Giudice, in chiaro contrasto con il comune senso di giustizia e rispetto a prescrizioni normative – ad oggi rimaste incomplete – derivante dalla consolidata opinione comune maturata nella giurisprudenza.
L’unitarietà attraverso il consenso della comunità scientifica
L’evoluzione di un modello di riferimento unitario comporta l’analisi delle componenti multidimensionali sulle quali poggia il paradigma di riferimento nonché l’esame del corpus di conoscenze scientifiche che hanno contribuito alla sua formazione e al suo mantenimento e, infine, dell’insieme di regole che caratterizzano la sua prassi: tutto ciò non può prescindere dal consenso da parte della comunità scientifica.
Da questa visione è nato il progetto che ha raggiunto oggi il suo obbiettivo.
E’ ovvio che abbiamo lasciato la questione che riguarda la metafora ontologica su cui si basa ogni tabella di compensazione, ovvero che un danno biologico per essere liquidato con una somma in denaro dovrà essere misurato in forma percentuale, ma l’infinito numero di tabelle di compensazione cui tale metafora può aver dato luogo, è invece una questione che richiede la nostra attenzione.
Una metodologia collaborativa
In tal senso quello che abbiamo voluto proporre è un percorso basato sulla metodologia della ricerca collaborativa e della peer research methodology, che si sviluppa inglobando principi previsti da tale metodologia scientifica: la ricerca interdisciplinare, la ricerca partecipativa e la ricerca partecipativa basata sulla comunità enormemente aiutati in questo dal Dott. Giovanni Pomponio recentemente nominato dal nostro Consigliato Direttivo quale metodologia di riferimento di Simla.
La capacità di identificare i problemi della ricerca pone la comunità dei ricercatori in una posizione di autorità epistemologica rispetto al resto della popolazione (cfr Paul Doherty (2002) Developing collaborative research methodology: mapping the context of student learning by developing school-based research hypotheses, Pedagogy, Culture & Society, 10:2, 223-238, DOI: 10.1080/14681360200200141) e questo ha richiesto, il coinvolgimento del più ampio numero possibile di membri della nostra comunità, al fine di centrare l’obiettivo che ci eravamo posti. Abbiamo quindi scelto di affrontare il problema con il massimo rigore scientifico e di procedere secondo il protocollo imposto dalla metodologia collaborativa. Si trattava, in sostanza, di mettere al servizio di un obiettivo unitario il contributo di menti diverse, modelli e pratiche appartenenti a discipline affini tra loro, in modo da rendere possibile l’elaborazione di uno strumento di riferimento per tutti.
La validazione di un metodo trasparente e terzo
L’obiettivo della Società Italiana di Medicina Legale (società scientifica riconosciuta dal Ministero della Sanità L.24/17), dunque, è stato quello di promuovere la pubblicazione di una buona pratica clinica sulla valutazione delle menomazioni dell’integrità psicofisica comprese tra 10 e 100 punti di invalidità, onde pervenire ad una evoluzione significativa nel contesto giuridico e medico legale nazionale tramite una metodologia validata dal punto di vista scientifico, ovvero quella della consensus conference, “metodo” che coniuga l’approccio clinico e tecnico-scientifico con un processo di lavoro connotato da trasparenza e terzietà.
L’ennesimo traguardo raggiunto da Simla
Il risultato raggiunto non può che essere decretato come un momento di straordinaria importanza per la nostra disciplina che con una grande partecipazione ed una comunità di intenti straordinariamente efficace, ha raggiunto un traguardo di grande rilevanza non solo per la medicina legale ma per tutto il Paese.
Il documento di sintesi
Qui sotto abbiamo preparato per voi una sintesi del documento dove sono contenuti gli statement approvati, le modalità di applicazione delle tabelle e le tabelle 10-100 di invalidità permanente divise per apparati:
Il documento completo
Qui sotto, invece, potete scaricare l’intero documento rinvenibile anche nel sito del Sistema Nazionale Linee Guida dell’Istituto Superiore di Sanità
Hanno contribuito alla stesura dell’articolo la Dott.ssa Sara Sablone e la Dott.ssa Camilla Tettamanti