In questo articolo pubblicato su una delle più prestigiose riviste mediche del mondo, il British Medical Journal (BMJ 2017;356:j14) gli autori (Jürgen Barth, Wout E L de Boer, Jason W Busse, Jan L Hoving, Sarah Kedzia, Rachel Couban, Katrin Fischer, David Y von Allmen,1 Jerry Spanjer, Regina Kunz), attraverso una revisione sistematica della letteratura sul tema, affrontano il tema della possibilità di testare il grado di accordo inter operatore nella valutazione dell’invalidità centrata, nello studio che viene presentato, sull’attività lavorativa. Si è andata testare, esaminando studi eseguiti precedentemente sulla base di criteri di completezza e affidabilità, quale sia il grado di disaccordo o accordo su una valutazione per la medesima richiesta di invalidità. I risultati non sono stati propriamente incoraggianti per la bassa qualità dei risultati che si alza, comunque, quando le valutazioni vengono operate all’interno di un sistema standardizzato come quelli da noi utilizzati.
Questo articolo dimostra da un lato la necessità di testare la medesima condizione nell’ambito dei sistemi tabellari da noi in uso (particolarmente nell’ambito del danno biologico), dall’altro che è assolutamente possibile eseguire studi di elevata qualità anche nell’ambito della medicina legale “civilistica” con un approccio scientifico che si discosti da schemi classici e si affidi, al contrario, a meccanismi più raffinati e più consoni all’attuale ricerca medica in ambito internazionale.
Si pubblica qui sotto l’abstract tradotto
Obiettivi
Tentativo di esplorare sulla sussistenza di meccanismi di accordo in ambito valutativo tra diversi professionisti che si occupano di invalidità lavorative
Design
Revisione sistematica e sintesi narrativa di studi di riproducibilità.
Origine dei dati
Medline, Embase e PsycINFO hanno cercato fino a 16Marzo 2016, senza restrizioni di lingua e revisione delle bibliografie degli studi inclusi.
Criteri di ammissibilità
Studi osservazionali che studiano la riproducibilità tra gli operatori sanitari che eseguono valutazioni di disabilità utilizzando una valutazione globale della capacità lavorativa e riportando l’affidabilità inter-valutatore da un dato statistico o descrittivamente. Gli studi potevano essere condotti in contesti assicurativi, dove le decisioni sulla capacità di lavoro includono giudizi normativi basati su considerazioni di tipo legale o in ambito di ricerca, dove le decisioni sulla capacità di lavorare non tengono conto, invece, di normative
Considerazioni.
Gruppi di revisori accoppiati hanno identificato studi ammissibili, valutato la loro qualità metodologica e la loro generalizzabilità estraendo i risultati con metodiche testate precedentemente. L’eterogeneità dei progetti di ricerca e i risultati ottenuti hanno impedito un’analisi quantitativa. E’ stata impostata una sintesi descrittiva stratificata per impostazione di ricerca.
Risultati
Da 4562 riferimenti ottenuti dalle banche dati di letteratura, si sono rivisti 101 articoli. Di questi, solo 16 studi condotti in un settaggio assicurativo e sette in un contesto di ricerca, eseguito in 12 paesi, ha incontrato i criteri di inclusione. Gli studi nel contesto assicurativo sono stati condotti con esperti medici che valutavano i richiedenti l’invalidità: i campioni erano effettivi richiedenti benefici per disabilità. In altri casi si trattava di soggetti interpretati da attori o, ancora, casi ipotetici somministrati da brevi scenari scritti. Le invalidanti si riferivano a patologie di tipo psichiatrico o neurologico (n = 6, 38%), muscolo-scheletrica (n = 4, 25%) o misto (n = 6, 38%). Circa l’applicabilità dei risultati degli studi condotti in un’assicurazione il setting delle valutazioni nell’ambito della vita reale variava da generalizzabile (n = 7, 44%) e probabilmente generalizzabile (n = 3, 19%) a probabilmente non generalizzabile (n = 6, 37%). L’affidabilità inter-valutativa mediana tra gli esperti è stata di 0,45 (intervallo di coefficiente di correlazione interclasse 0.86 a kappa-0.10). L’affidabilità inter-valutatore era scarsa in sei studi (37%) e eccellente in solo due (13%). Questi risultati contrastano con studi condotti nell’ambito della ricerca, dove l’affidabilità mediana inter valutatore era 0,76 (range 0,91-0,53) e nel 71% degli studi (5/7) veniva raggiunta un’eccellente affidabilità inter operatore. L’affidabilità nella valutazione dei professionisti era più alta quando il la valutazione era guidata da uno strumento standardizzato (23 studi, P = 0,006). Nessuna associazione si rilevava invece nell’ambito della valutazione della disabilità per condizioni di salute soggettive o croniche o quando si studiava la generalizzabilità degli studi al mondo reale (P = 0.46, 0.45 e 0.65, rispettivamente)
Conclusioni
Nonostante il loro uso comune e di vasta portata per conseguenze sui lavoratori che dichiarano la sussistenza di lesioni o malattie invalidanti, la ricerca sull’affidabilità degli strumenti medici nelle valutazioni della disabilità sul lavoro sono limitate e questo comporta un’alta variazione nei giudizi valutativi tra i professionisti. La standardizzazione del processo valutativo potrebbe migliorare l’affidabilità dello stesso. Lo sviluppo e il controllo di strumenti e approcci strutturati per migliorare l’affidabilità nella valutazione della disabilità sarebbe da considerare come un’urgente necessità.
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https://www.bmj.com/content/356/bmj.j14