Il Presidente della SIMLA, Prof. Riccardo Zoja, interviene sul ruolo della nostra Società scientifica nel dibattito aperto sulla questione del prossimo intervento della Corte Costituzionale in merito all’art. 580 CP (istigazione o aiuto al suicidio) (vai alla pagina dedicata all’argomento su SIMLAWEB)
Ecco il testo che è stato già diffuso al mondo dell’informazione dal nostro ufficio stampa
L’intervento del prof. Zoja
L’audizione parlamentare di SIMLA
La nostra Società Scientifica è stata inclusa nelle istituzioni chiamate ad audizione parlamentare in relazione alle proposte di Legge che attengono i delicatissimi temi dell’eutanasia, del suicidio assistito, delle condizioni particolari che possono contrassegnare le fasi del cosiddetto “fine vita”.
E’ inutile sottolineare l’altezza e la complessità della materia sotto ogni profilo di implicazione medico legale, bioetica e deontologica che le nostre discipline fronteggiano storicamente con vigore e con interesse centrali.
Sin a questo momento l’audizione non si è ancora svolta, ma siamo tutti ben consapevoli della particolare situazione realizzatasi dopo l’ordinanza 207/18 della Corte Costituzionale, sollecitata dalla Corte d’Assise di Milano, in merito alla legittimità costituzionale dell’art. 580 del Codice Penale che ha rimesso al potere legislativo un urgente intervento normativo.
L’incertezza della situazione, il contributo medico-legale e di SIMLA
Non è dato essere certi di quali saranno le prossime evoluzioni nel panorama che vede, ancora una volta, fronteggiarsi l’ambito di azione giudiziario e quelle legislativo.
Non possiamo che accoratamente auspicare che il contributo medico legale, nell’appropriata funzione medico giuridica, possa essere espresso in modo compiuto e qualificante su temi che implicano coinvolgimenti di interessi e di ruoli che non solo stanno a fondamento delle stesse premesse disciplinari nel rapporto tra etica, medicina e diritto, ma sono anche indirizzati ad interessare direttamente il ruolo medico nel sistema sanitario e nella diretta relazione con il paziente.
Al di là di premesse concettuali che modificano e sconvolgono princìpi consolidati nell’ordinamento, direttamente implicati nello studio e nell’operatività medico legale, nelle proposte di Legge è evidente la necessità di chiarimento e specificazione di moltissimi temi primari.
I temi sul tappeto
Tra questi non possono trascurarsi la relazione con le disposizioni normative della L. 219/2017 e dunque il rapporto di cura ed il criterio di proporzionalità dei trattamenti sanitari, il fondamentale confine concettuale tra eutanasia e suicidio assistito, il valore della validità delle disposizioni individuali che si connette intimamente al principio di capacità ed alle modalità del suo apprezzamento medico nonché lo stesso concetto di malattia quando viene aggettivata e definita in termini di gravità, precisa identificazione prognostica, idoneità a determinare sofferenze e graduabilità delle stesse. E ciò, in termini ancor più sensibili, quando ci si addentra nell’impercettibile confine della patologia organica rispetto a quella mentale, nel giudizio di validità delle disposizioni e nella previsione di disposizioni anticipate anche su questi temi.
L’incidenza sulle attività sanitarie, il ruolo di SIMLA e della medicina-legale italiana
Attestazioni sanitarie su stati di salute, giudizi medici, verifiche da parte di vertici organizzativi del sistema sanitario, certificazione ed assunzione di oneri decisionali – tutti aspetti inclusi nelle proposte legislative – sono poi un capitolo che vede direttamente implicate le competenze medico legali sia per le finalità organizzative ospedaliere sia per le ripercussioni dirette che ne derivano per l’operato medico nel contesto istituzionale e per i suoi riverberi di responsabilità.
Queste annotazioni tematiche ci inducono a formulare l’accorato auspicio che il contributo medico legale non sia trascurato in questa cruciale fase nella quale sembra si siano manifestate urgenze decisionali su concetti che qualificano e strutturano i fondamenti stessi della vita collettiva; la cultura e l’esperienza scientifica che la Medicina Legale può e deve porre a disposizione della comunità non sono rinunciabili, nell’interesse generale e in un percorso medico giuridico che è funzione propria della disciplina.
Riccardo Zoja