Abstract
Durante tutta la fase emergenziale, le autopsie e gli esami diagnostici sono stati inspiegabilmente “sconsigliati” dalle circolari del Ministero della Salute. Scopriamo le problematiche connesse a questa tematica tramite l’interessante intervento del Prof. Francesco Introna, direttore dell’Istituto di Medicina Legale di Bari.
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Il 20 agosto scorso, il Mattino di Foggia, ha pubblicato un intervista (clicca qui per leggerla) a firma Giovanni Gioioso, che gli aveva concesso il Prof. Francesco Introna, Ordinario di Medicina Legale dell’Università di Medicina Legale di Bari e membro del Consiglio Direttivo di Simla.
Nel dialogo che il Prof. Introna ha avuto con il giornalista si è affrontato in maniera piuttosto estesa le problematiche connesse all’esecuzione – o meglio alla mancata effettuazione delle indagini autoptiche – durante il periodo emergenziale.
Il Prof. Introna propone, anche con note polemiche di una certa intensità, gli errori e le incertezze venutesi a creare durante la pandemia relativamente alla gestione, sia delle problematiche cimiteriali e di possibilità per i parenti di partecipare alle esequie dei soggetti defunti, delle conseguenze sia di conta epidemiologica dei decessi Covid, sia di contributo diagnostico terapeutico che è venuto a mancare al Paese stante la limitazione dell’esecuzione degli interventi autoptici anche paragonando la nostra situazione a quella tedesca. Viene poi ricordato la difficoltà nella ristrutturazione delle sale anatomiche per renderle adeguate a eseguire indagini autoptiche secondo i dettami stabiliti dalla letteratura internazionale e recepiti poi in forma legislativa (equipaggiamento BSL3) e degli inascoltati appelli di SIMLA da parte delle Autorità Competenti. Insomma, una testimonianza forte su di un problema che è solo stato parzialmente risolto e che ci accompagnerà nel tempo sperando sempre che la situazione pandemica non peggiori nei prossimi giorni.
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