Abstract
Nel 1940, migliaia di ufficiali e rappresentati dell’intellighenzia polacca furono uccisi nei boschi situati presso Katyn nei dintorni di Smolensk da parte della NKVD russa. La Polonia nel 1939 era stata invasa a Ovest da parte della Germania nazista e a qualche giorno di distanza a Est da parte dell’esercito dell’URSS. Il massacro venne alla luce nel 1943 quando le truppe tedesche invasero a loro volta l’Unione Sovietica. Venne nominata, su richiesta della Germania, una commissione medico-legale di cui faceva parte il Prof. Vincenzo Mario Palmieri, Ordinario presso l’Università di Napoli.
Questo articolo, a firma del Prof. Carlo Campobasso, Ordinario di Medicina legale dell’Università Vanvitelli di Napoli e del Dott. Alessandro Feola, anch’esso afferente alla suddetta Università, delinea la figura del prof. Palmieri e vi presenta una breve storia delle operazioni medico-legali legate a questa terribile vicenda da connettersi all’immane tragedia della Seconda Mondiale e al secolo più macchiato di sangue della storia dell’Occidente.
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Tra i temi che verranno discussi durante il 45° Convegno di Bari, c’è quello della medicina legale in tempo di guerra e di disastri. A questa sessione avranno modo di partecipare autorevoli esperti tra cui il Generale Lupini (Corpo Militare Volontario della Croce Rossa Italiana), il Dr. Hans De Boer (componente del DVI dell’Interpol) e l’eurodeputata On. Luisa Regimenti.
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Il Prof. Vincenzo Mario Palmieri
Vi proponiamo, quindi, un ricordo del prof. Vincenzo Mario Palmieri (nato a Brescia il 16.07.1899 e deceduto a Napoli il 23.12.1993) che fu docente di medicina legale presso l’ateneo napoletano dal 1940 al 1969 e sindaco di Napoli tra il 1962 ed il 1963. Il prof. Palmieri fu componente di quella che potremmo definire la prima commissione internazionale nominata per l’accertamento di crimini di guerra durante la seconda guerra mondiale. Si tratta di indagini purtroppo non molto conosciute dal grande pubblico in ragione delle controversie politiche e storiche del dopo guerra ma, oggi di grande attualità.
Gli eventi di guerra che si stanno svolgendo in Ucraina, ed in particolare il rinvenimento fosse comuni a Bucha e Mariupol con le conseguenti accuse tra Russi ed Ucraini sulla responsabilità del massacro, fanno ricordare la tragedia di Katyn (Polonia) che vide l’intervento del prof. Palmieri e di una commissione internazionale di medici legali. Si trattò della esecuzione sommaria di circa 22.000 militari dell’Esercito Polacco avvenuta nella primavera del 1940 per mano della polizia segreta dell’Unione Sovietica, per lungo tempo al centro di una disputa internazionale, tanto che gli eventi di Katyn non rientrarono tra quelli discussi a Norimberga da parte del primo Tribunale Militare istituito dalle Forze Alleate.
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Le “fosse” di Katyn
Katyn è un villaggio situato nelle vicinanze di Smolensk e non lontano dal confine tra le attuali Federazione Russa e Bielorussia. Il territorio di Katyn cadde temporaneamente sotto l’area di influenza sovietica a seguito degli accordi fissati nel patto di non belligeranza siglato da Molotv e Ribbentrop il 23 Agosto 1939. Il patto di non belligeranza terminò con l’invasione dell’Unione Sovietica da parte della Germania nazista (operazione Barbarossa del 22 Giugno 1941). Nell’aprile 1943, il territorio di Katyn, dopo un periodo di occupazione da parte dei sovietici, fu quindi riconquistato dai nazisti e la Wehrmacht scoprì nelle foreste circostanti una serie di fosse comuni contenenti i cadaveri di migliaia di soldati polacchi.
Fig. 1 – Posizione geografica di Katyn al confine tra federazione russa e bielorussia
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La nomina della commissione internazionale
Da subito, vi fu uno scambio di accuse tra Unione Sovietica e Germania sulla responsabilità dei fatti in ragione anche dei cambiamenti di sovranità del territorio prima sovietico e poi tedesco. I tedeschi attribuivano il massacro alla primavera del 1940, i sovietici alla seconda metà del 1941, ovvero dopo l’invasione tedesca del territorio. Nacque così l’esigenza, anche a guerra in corso, di procedere con una indagine per chiarire i fatti e un contributo dirimente venne offerto proprio dalla Medicina Legale.
Su richiesta della Germania nazista, la Croce Rossa Internazionale nominò il 23 aprile 1943 una Commissione di 12 esperti internazionali provenienti dal Belgio, Bulgaria, Croazia, Danimarca, Finlandia, Italia, Paesi Bassi, Ungheria, dal Protettorato di Boemia e Moravia, odierna Romania, dalla Slovacchia, dalla Svizzera dalla Francia. Va fatto notare che, ad eccezione della Svizzera, i paesi rappresentati erano tutti alleati, protettorati o territori occupati a quell’epoca dalla Germania.
Fig. 2 – La commissione internazionale tra cui si riconoscono il prof. Palmieri (primo a sinistra, in secondo piano) e il prof. Orsos dall’Ungheria (secondo a sinistra, in primo piano)
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Il lavoro dei medici legali della commissione internazionale
Agli esperti furono posti i quesiti classici di una indagine cadaverica: determinare il numero delle vittime e la loro identità, individuare la causa e i mezzi della morte, stimare l’epoca di questa.
La Commissione decise di operare con la seguente metodologia: sopralluogo, interrogatorio dei testimoni, esame dei documenti rinvenuti nei cadaveri, esame esterno di un gran numero di cadaveri ed autopsia di alcuni di essi. In pochi giorni, dal 28 al 30 aprile 1943, in totale furono esumati 982 cadaveri. Sulla base delle divise militari da questi indossate, dei documenti e degli oggetti personali rinvenuti (tra cui anche dei diari giornalieri manoscritti dalle vittime) fu possibile identificare quasi il 70% delle vittime. La Commissione concluse che le vittime erano per la maggior parte ufficiali polacchi ma anche giornalisti, imprenditori, docenti che durante l’occupazione sovietica erano stati detenuti nei campi di prigionia di Kosielsk e Starobiesk da parte della polizia segreta sovietica.
Fig. 3 – Il prof. Palmieri al tavolo settorio insieme al prof. Naville (Svizzera)
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La causa della morte, in tutti i casi fu determinata in uno, raramente due ed eccezionalmente più, colpi d’arma da fuoco di calibro 7,65 mm esplose a distanza ravvicinata, a bruciapelo, alla nuca, da pistole Walther PPK in dotazione all’esercito russo. Molte delle vittime avevano le mani legate dietro la schiena proprio come in una esecuzione di massa. Per la determinazione dell’epoca di morte, la Commissione si avvalse di conoscenze botaniche di alcuni collaboratori. Sulla base, pertanto, delle modificazioni post-mortali, dei riferimenti cronologici desunti dai documenti rinvenuti ma anche e forse per la prima volta in Europa, di elementi di botaniche ed entomologia cadaverica, la Commissione stimò che l’epoca della morte poteva farsi risalire al periodo compreso tra marzo ed aprile 1940, epoca della occupazione russa. Il rapporto finale fu approvato all’unanimità da tutti gli esperti internazionali.
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La propaganda nazista
Naturalmente il fatto e le risultanze delle indagini furono immediatamente sfruttate dalla propaganda nazista che in quel momento, stante l’invasione dell’URSS, aveva tutto l’interesse a mostrare l’efferatezza sovietiche in una campagna mediatica che sosteneva una crociata anticomunista. Il ministro della propaganda nazista Josef Goebbles scrisse a proposito nel suo diario “I commentatori esteri si meravigliano della straordinaria astuzia con la quale siamo stati in grado di convertire l’incidente di Katyń in una questione altamente politica”. E che il comportamento dei nazisti nella denuncia del crimine fosse del tutto strumentale è del tutto ovvio se si pensa che perpetrarono gli stessi crimini dei soldati sovietici. Infatti gli Einsatzgruppen di Heydrich uccisero negli anni compresi tra il 1939 e il 1940, 50000 polacchi (cfr T. Snyder, Terre di sangue, l’Europa nella morsa di Hitler e Stalin, 159, BUR, 2011 – 2021).
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I tentativi di insabbiamento del dopoguerra
Nel primo dopo-guerra, tuttavia, una volta riconquistato il territorio di Katyn da parte dell’Unione Sovietica, fu nominata una nuova Commissione Medica, diretta dal dott. Nikolay Burdenko e composta da altri 75 medici, che giunse a conclusioni diametralmente opposte collocando la strage nell’autunno del 1941 quando il territorio era stato occupato dalle truppe naziste e attribuendone a queste la responsabilità. Negli anni successivi altre Commissioni si sono alternate nello studio dei fatti di Katyn, ma solo negli anni ’90 le Autorità dell’Unione Sovietica ammetteranno la responsabilità dei fatti di Katyn. Nel 1990 Gorbaciov ebbe modo di porgere ufficialmente le scuse alla Polonia per l’eccidio commesso dalla polizia segreta russa e nel 1992 Eltsin desecretò parte degli archivi tra cui i documenti segreti relativi alla strage di Katyn.
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Le accuse al Prof. Palmieri e ai membri della commissione internazionale
In questa vicenda storica anche la Medicina Legale italiana ebbe un ruolo di rilievo con il prof. Vincenzo Mario Palmieri che ancora oggi è ricordato più in Polonia per l’impegno e la fermezza con cui ebbe a ribadire le posizioni della Commissione Internazionale nonostante i duri attacchi e il forte ostracismo della comunità studentesca e dei giornalisti di area comunista.
Negli anni del primo dopoguerra, infatti, prese corpo una intensa campagna denigratoria nei suoi riguardi mossa principalmente da esponenti del Partito Comunista che criticarono aspramente le conclusioni della Commissione accusando il docente di collaborazionismo, falsificatore della verità storica, servo della propaganda di Goebbels. Critiche e accuse riproposte anche dagli studenti durante le lezioni, tanto da chiedere l’epurazione del docente dall’Università. Fortunatamente, l’Accademico non fu mai rimosso dal proprio Ateneo e mantenne sempre un grande riserbo sulla questione evitando – come si conviene in casi similari – il clamore mediatico e soprattutto di riaccendere le polemiche sul caso.
Anche altri membri della Commissione subirono analoghe pressioni e quando i Paesi dell’est caddero, nel dopo guerra, sotto l’influenza dell’Unione Sovietica alcuni esperti della Commissione di questi Paesi ritrattarono le conclusioni della Commissione internazionale. Degna di nota anche la storia dell’ufficiale di collegamento tedesco (prof. Buhtz), docente di medicina legale presso l’Università di Breslavia, che dirigeva a Smolensk il servizio di medicina legale del gruppo di armate impegnate sul fronte tedesco-russo e che prese parte alle indagini di Katyn, poi fucilato in quanto ritenuto coinvolto nell’attentato a Hitler del 20.07.1944 (congiura del Colonnello von Stauffenberg meglio nota come operazione Valchiria).
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Conslusioni
A distanza di tanti anni la storia del massacro di Katyn ed in particolare, l’operato del prof. Palmieri e della commissione medico legale ci offre un grande esempio di serietà, professionalità e fedeltà alla verità oggettiva anche in tempi di guerra. La fermezza di ribadire gli elementi desunti da una indagine cadaverica, esente da condizionamenti politici e revisioni storiche portò a non tradire mai le vittime di questo efferato eccidio oggi opportunatamente ricordate in un memoriale commemorativo ai caduti, realizzato nel 1990, dopo 50 anni dalla strage.
Una sintesi delle esumazioni svolte nella foresta di Katyn, furono descritte dal prof. Palmieri in un articolo (“Risultati dell’inchiesta nella foresta di Katyn”) pubblicato nel luglio 1943 sulla rivista “la Vita Italiana” (Anno 31 – Fascicolo 364 – Luglio 1943 – XII). La memoria di questo documento è stata recuperata di recente nel 2009 dalla prof. Luigia Melillo dell’Università Orientale di Napoli. A questo link potete trovare questa pubblicazione che comprende anche la “perizia” del Prof. Palmieri.
Il Trailer del film di Andrej Wajda “Katyn”
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Per chi fosse interessato all’argomento e per un approfondimento è disponibile in questi siti una vasta documentazione iconografica (https://www.katyn.org.au/n10.html). Si segnala anche un recente articolo apparso su Il Foglio lo scorso 24 Aprile 2022 e un film del regista polacco Wajda del 2007 che ha ricevuto anche una nomination agli oscar come miglior film straniero, il cui sottotitolo è appunto molto indicativo: “Il mistero di un crimine mai raccontato”.
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