Tra i vari strumenti di diagnostica forense, esiste anche la microbiologia post mortem (PMM) che può essere un utile strumento ancillare in casi peculiari e complessi.
Parliamo di questa disciplina a partire da un articolo che propone la standardizzazione dei prelievi cadaverici a fini microbiologici, pubblicato sullo European Journal of Clinical Microbiology & Infectious Diseases e suggeritoci dal Dott. Claudio Giacomazzi, Responsabile della S.S. Microbiologia dell’Ospedale Parini di Aosta.
Per leggere l’intero articolo clicca qui – How to optimise the yield of forensic and clinical post-mortem microbiology with an adequate sampling: a proposal for standardisation.
Microbiologia post mortem: quando è utile
L’implementazione di specifiche metodiche di campionamento sterile durante l’autopsia, l’uso di tecniche molecolari e l’interconnessione tra microbiologi e medici legali hanno dimostrato che la PMM può avere un ruolo di primo piano in ambito forense.
Oltre alla possibilità di accertamenti microbiologici su cadaveri COVID, di seguito ricordiamo altri casi in cui la PMM può essere sfruttata in ambito medico legale.
Sudden death (SD)
Dovrebbero essere applicate le seguenti precauzioni:
- il corpo dovrebbe essere posto quanto prima possibile in ambiente perfrigerato a 4°C in attesa dell’autopsia;
- l’autopsia dovrebbe essere eseguita entro 24 ore dal decesso;
- la cute dovrebbe essere disinfettata con antisettici a base acquosa;
- i campioni di sangue o altri matrici fluide dovrebbero essere raccolti all’inizio dell’autopsia e i campioni tissutali dovrebbero essere prelevati dagli organi in situ, prima dell’eviscerazione;
- le provette eparinate o contenenti altri anticoagulanti o conservanti dovrebbero essere evitate poiché sono tossiche per la maggior parte dei microrganismi;
- per la raccolta dei fluidi dovrebbero essere utilizzate siringhe e tamponi di materiali sintetici, evitando il cotone e l’alginato di calcio;
- i campioni dovrebbero raggiungere il laboratorio entro 2 ore se mantenuti a temperatura ambiente e entro 48 ore se conservati tra 2°C e 8°C in adeguati mezzi di trasporto.
L’articolo suddivide le fattispecie più frequenti di morti improvvise nelle quali può essere richiesta la PMM in 4 sottogruppi sulla base dell’età del defunto e delle circostanze dell’autopsia. Per ogni sottogruppo è previsto un numero minimo di campioni.
Gruppo 1 (casi di SD con vittima 0-16 anni di età, senza sintomi clinici):
Gruppo 2 (età 17-35 anni, assenza di sintomi clinici):
Gruppo 3 (vittima di qualsiasi età con sintomi clinici):
Gruppo 4 (SD di sospetta natura traumatica o iatrogena):
Bioterrorismo
Gli agenti biologici usati intenzionalmente nell’ambito del bioterrorismo sono stati classificati dal Centers for Disease Control and prevention (CDC) in quattro classi (A-C) sulla base del loro rischio per la salute pubblica e della loro diffusività.
Fernandez-Rodriguez e colleghi forniscono le raccomandazioni per il campionamento per ogni classe di microrganismi.
Trapianti di organi/tessuti
Per massimizzare la sicurezza microbiologica dei tessuti destinati al trapianto dovrebbero essere eseguiti test sierologici e molecolari per escludere infezioni da T. pallidum, HIV, HBV, HCV e HTLV.
Gli allograft dovrebbero essere testati per accertare l’assenza di batteri aerobi e anaerobi, lieviti e funghi filamentosi.
Paleomicrobiologia
La manipolazione di tessuti umani antichi dovrebbe essere effettuata in ambienti specificamente dedicati e fisicamente distanti dall’area di estrazione dei corpi. La strumentazione dovrebbe essere pulita con ipoclorito di sodio 10% tra un campionamento e l’altro e i campioni raccolti dovrebbero essere immediatamente collocati in contenitori sterili a 4°C, protetti dalla luce e dall’umidità e analizzati il prima possibile.
Ulteriori raccomandazioni sono fornite per i differenti tipi di tessuti analizzati (corpi mummificati, resti scheletrici, denti, coproliti, ecc).
Una metodica da maneggiare con cura
Storicamente, la PMM è stata a lungo oggetto di controversie a causa dell’elevato rischio di risultati falsi positivi delle colture post-mortem. Infatti, una delle difficoltà interpretative è data dalla possibilità di crescita di microrganismi non necessariamente patogeni: questi includono microrganismi che fanno parte della flora commensale o che sono legati allo sviluppo batterico post mortale ovvero che rappresentano contaminazioni dovute a un campionamento inadeguato durante l’autopsia.
Al congresso SIMLA che si terrà a Catania dal 6 all’8 giugno 2024 si parlerà anche di prospettive della diagnostica forense, tra tecniche innovative e nuove sfide. In particolare, molti contributi verteranno sull’infezione da SARS-Cov-2, che ha dato nuovo vigore alle tecniche di microbiologia anche post mortem. La parola agli esperti!