Il protocollo tra Procura della Repubblica, Università e Azienda Ospedaliera
Proseguendo il percorso delle pubblicazioni dedicate a tema del Focus 2025 di SIMLAWEB sull”attività autoptica, proponiamo alcuni interessanti protocolli operativi che, a partire da quello siglato nell’area casertana, rappresentano validi modelli organizzativi volti a superare alcune delle criticità più significative che incidono negativamente su questo ambito dell’attività medico legale.
Grazie all’iniziativa del Magnifico Rettore dell’Università della Campania, del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere e del Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera “Sant’Anna e San Sebastiano” di Caserta, nel 2017 è stato siglato un primo protocollo d’intesa, poi rinnovato nel 2023.
L’intervento del Prof. Campobasso
Di questo protocollo ci racconta più dettagliatamente il prof. Carlo P. Campobasso (Direttore della Scuola di Specializzazione in Medicina Legale della Università della Campania “L. Vanvitelli”), promotore e sostenitore dell’iniziativa.

“Il protocollo è nato per offrire una risposta coordinata alle differenti problematiche evidenziate dai vari Enti coinvolti. Da un lato c’era l’esigenza della Procura di poter fare affidamento su un panel di professionisti esperti ai quali affidare consulenze medico-legali e di standardizzare le procedure di conferimento degli incarichi. Dall’altro la necessità per i consulenti nominati di poter contare su un adeguato supporto specialistico, strutturale e organizzativo per soddisfare tutte le diverse esigenze correlate allo svolgimento dell’incarico stesso e, non di meno, l’urgenza di rivedere le procedure di liquidazione di spese e onorari.
Come è noto queste sono criticità condivise da molti medici legali su tutto il territorio nazionale. E’ infatti esperienza comune dover eseguire un’autopsia in ambienti spesso inadeguati, fatiscenti e scarsamente attrezzati (es. autopsie cimiteriali), privi di personale tecnico-ausiliario qualificato e di strumentazioni radiologiche o di laboratorio dedicate, in grado di soddisfare l’esigenza di indagini ancillari che rappresentano un doveroso completamento di ogni accertamento cadaverico.
A questo proposito è doveroso ricordare che l’autopsia medico legale non si limita solo alla sezione cadaverica ma ha un suo inizio con l’indagine di sopralluogo e si completa con gli accertamenti radiologici, tossicologici, istologici e talora anche di genetica molecolare e di microbiologia. Accertamenti che, nonostante le motivate richieste di CT e periti, talvolta restano ineseguiti perché non autorizzati dai Pubblici Ministeri e, paradossalmente, quando consentiti finiscono per gravare economicamente, talora anche per diverse migliaia di euro, sugli stessi consulenti che sono chiamati ad anticipare i costi delle indagini di tasca propria”.
Il tema della liquidazione delle spese di giustizia
Tocchiamo così un tema particolarmente critico ovvero quello della liquidazione delle spese di giustizia e degli onorari: liquidazione spesso inadeguata rispetto all’impegno richiesto e soggetta a lunghi ritardi.
L’aspetto più critico riguarda l’obbligo, per i consulenti, di anticipare le spese di giustizia, un onere economico spesso molto gravoso, soprattutto per i giovani specialisti in medicina legale. Questa situazione rappresenta uno dei principali motivi del crescente disinteresse dei neospecialisti nei confronti dell’attività necrosettoria, a favore di settori medico-legali meno impegnativi e più remunerativi, seguendo una tendenza già riscontrabile anche in altre professioni sanitarie. Il risultato è la carenza di personale qualificato, la fuga di specialisti all’estero e una crescente predilezione per specializzazioni percepite come più vantaggiose, sia a livello professionale che economico.
Niente anticipi
Su questo tema il protocollo d’intesa tra l’Università della Campania, la Procura di Santa Maria Capua Vetere e l’Ospedale di Caserta ha adottato il principio secondo il quale le spese necessarie per l’espletamento dell’incarico non debbano essere anticipate dal CTU. Il protocollo prevede che tali costi siano sostenuti dall’Azienda Sanitaria presso la quale vengono effettuati gli accertamenti, in linea con quanto avviene per qualsiasi prestazione sanitaria con finalità diagnostiche di rilevanza per la Sanità Pubblica e la Giustizia Sociale.
Successivamente la Procura provvederà al rimborso dei costi delle prestazioni effettuate direttamente all’Azienda, previa emissione della relativa fatturazione e al compenso dei consulenti nominati. In questo modo, anche l’attività degli specializzandi viene valorizzata, consentendo loro di partecipare – senza oneri aggiuntivi e in relazione al livello di autonomia raggiunto durante il percorso di formazione specialistica – alle diverse fasi delle operazioni di medicina necroscopica di interesse giudiziario, dal sopralluogo alla pratica autoptica. Gli specializzandi iscritti all’ultimo anno, una volta completata la formazione specifica in medicina necroscopica e ottenuto il parere favorevole del Consiglio della Scuola di Specializzazione, possono essere inseriti nelle turnazioni settimanali di pronta disponibilità, nell’ambito delle attività di collaborazione autonoma protetta, in risposta alle esigenze dell’autorità giudiziaria.
Gli accertamenti tossicologici
Per quanto riguarda i costi delle indagini ancillari, con specifico riferimento agli esami tossicologici (su reperti autoptici e in caso di omicidio stradale), per le quali l’Azienda Ospedaliera non disponeva di personale e strumentazione idonea, è stato siglato un secondo protocollo d’intesa, questa volta tra la Procura della Repubblica presso il Tribunale di SM Capua Vetere e il Dipartimento di Medicina Sperimentale dell’Università della Campania “L. Vanvitelli”, presso il quale opera il Laboratorio di Tossicologia Forense. Questo protocollo addizionale perfeziona i rapporti di collaborazione istituzionale, finalizzati al coordinamento delle attività necroscopiche e, comunque di interesse giudiziario, al fine di garantire analisi qualitative e quantitative in spettrometria di massa, finalizzate alla ricerca di xenobiotici su materiale cadaverico, previa nomina di qualificati tossicologici forensi come CT. Nomina che, peraltro, avviene in modalità telematica.
Non solo turni ma vantaggi per le Procure e i patologi forensi
Nel complesso, grazie a questi protocolli, la Procura di SM Capua Vetere ha ottenuto il vantaggio di poter fare affidamento per esigenze di giustizia su strutture e su personale afferente a centri di riferimento ospedalieri ed universitari (UOC di Medicina Legale e Laboratorio di Tossicologia Forense), attraverso un elenco di consulenti specialisti pronti a rispondere, in turno 24 ore al giorno, per indagini di sopralluogo, autopsia o accertamenti su sopravvissuti a crimini violenti, nonché di un laboratorio di riferimento per indagini tossicologiche di primo e secondo livello.
Da parte loro i medici legali in turno possono beneficiare di un’organizzazione strutturata, regolamentata ed efficiente della loro attività, con la garanzia di poter operare senza l’onere dell’anticipo delle spese di giustizia. I consulenti nominati tra cui anche medici legali della UOC di Medicina Legale dell’AORN di Caserta (Direttore: Dr. Pasquale Giugliano) possono usufruire di assistenza tecnica da parte del personale della predetta UOC, e supporto alle indagini radiologiche ed istopatologiche a carico inizialmente, sempre dell’Ospedale di Caserta.
Il prof. Campobasso aggiunge che: “Il modello sinteticamente descritto, cui si rinvia per i dettagli agli atti disponibili su richiesta, rappresenta quella ideale forma di sinergia tra istituzioni (Uffici Giudiziari, Sistema Sanitario Nazionale e Università) che si intende proporre anche nel tavolo ministeriale istituito lo scorso 28 Gennaio presso l’Ufficio di Gabinetto del Ministero della Salute e che vede la partecipazione di soci SIMLA tra cui il Presidente prof. Introna e il segretario Dr. Lucio Di Mauro.
Una sinergia che, in pochi anni, ha rappresentato un modello di riferimento per altri Uffici Giudiziari ed Aziende Sanitarie, non solo del territorio campano, tanto da portare alla stipula di diversi altri protocolli d’intesa atti a regolamentare l’attività necrosettoria, seppur con qualche variante di interesse, a garanzia di un servizio medico legale di qualità”.
Tutti i “protocolli” della regione Campania
Tra questi si segnalano, i protocolli d’intesa siglati tra:
– la Procura della Repubblica presso il Tribunale Napoli Nord e l’ASL Napoli 2 Nord nel 2019, con l’istituzione, presso l’Ospedale di Giugliano, di un centro obitoriale intitolato al prof. Paolella (medico legale, barbaramente ucciso in un attentato terroristico nel 1978) e dotato anche di strumentazione TAC dedicata per l’imaging post-mortale;
– la Procura della Repubblica di Potenza e l’Azienda Ospedaliera “San Carlo” di Potenza nel 2020;
– la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Benevento e l’Azienda Ospedaliera “San Pio” di Benevento nel 2022;
– la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Nola con l’ASL Napoli 3 Sud nel 2023.
Nel merito, il prof. Campobasso ricorda che tutti i distretti sanitari del territorio campano che hanno attivato protocolli con i locali Uffici Giudiziari sono stati poi accreditati quali strutture collegate alla Scuola di Specializzazione in Medicina Legale dell’Università della Campania “L. Vanvitelli”. Una grande opportunità per gli specializzandi in medicina legale che, in tutte queste sedi, possono perfezionare le conoscenze di base in tema di medicina necroscopica e svolgere tutte le prestazioni, specie quelle di interesse giudiziario (dal sopralluogo all’autopsia), necessarie al completamento delle loro attività professionalizzanti.
Per una sintesi sulle varianti apportate a questi protocolli d’intesa si rimanda al prossimo contributo sempre su questo sito.