Abstract
La Corte Costituzionale dichiara l’anticostituzionalità della norma della Legge Gelli Bianco che aboliva l’aumento del 40% per ciascun componente del collegio peritale che, obbligatoriamente, per il medesimo disposto deve essere nominato.
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Una buona notizia per gli specialisti in medicina Legale e di branca che assumono incarichi peritali e consulenziali nell’ambito dei disposti legislativi della L. 24/17.
Come noto a molti, la L. 24/17 (Gelli Bianco) all’art. 15, comma 4, vietava l’aumento, nella misura del 40%, del compenso spettante al singolo perito/consulente nominato, per ciascuno degli altri componenti del collegio che è invece previsto, dall’art. 53 del DPR 115/2002 (dispositivo che regola le spese di Giustizia) per tutte le altre consimili attività.
La Consulta, nel prendere questa decisione , ha ricordata l’obbligo della “necessaria collegialità nell’espletamento del mandato” e che, di conseguenza, la scelta legislativa relativa al mancato aumento del compenso risulta illogica. Infatti, scrive la Corte: “… A fronte dell’introduzione, nei procedimenti civili e penali aventi ad oggetto la responsabilità sanitaria, del principio di necessaria collegialità a presidio della correttezza dell’indagine peritale non trova giustificazione la scelta del legislatore di determinare l’onorario globale spettante al collegio in misura pari a quella che verrebbe riconosciuta in caso di conferimento di incarico al singolo”. E, pur comprendendo la finalità di ridurre le spese di causa, quanto prospettato dalla Legge Gelli – Bianco, continuano i Giudici: “non può valere a legittimare la introduzione di una irragionevole soglia di contenimento del quantum dell’onorario, non potendo il soddisfacimento di un’esigenza siffatta tradursi in un ingiustificato sacrificio per i consulenti incaricati”.
Interessante e direi anche gratificante dal punto di vista professionale, un’altra espressione di motivazione proposta dai Giudici delle Leggi che asseriscono “risulta gravemente contraddittorio che, per un verso, si esiga che in tale campo sia favorito l’intervento di tecnici particolarmente specializzati ed esperti e, per altro verso, si sopprima il meccanismo che prevede un incremento del compenso che tale complessità vale a controbilanciare, meccanismo destinato ad evitare una plateale decurtazione dell’importo che sarebbe spettato in caso di incarico al singolo“. E’ interessante che la Corte, nel sostenere il suo dire, aggiunga che la limitazione rispetto all’aumento del 40 % può favorire anche altri tipi di comportamento quali quelli di favorire “torsioni interpretative e forzature applicative” rappresentate, ad esempio, da un aumento del numero delle vacazioni concesse o il riconoscimento sistematico dell’aumento degli onorari per la complessità dell’incarico come è accaduto, d’altronde, in alcuni Tribunali.
I Giudici della Corte Costituzionale, sembrano comunque, aver perfettamente compreso l’importanza delle prestazioni peritali nell’ambito della responsabilità professionale medica tanto da sottolineare, che le imitazioni nella concessione dell’onorario, non potevano che portare ad un allontanamento da parte dei professionisti “dotati di maggiore esperienza e specializzazione“. E a questo si aggiunga quanto, assai correttamente, deplorato nella sentenza relativamente al mancato aggiornamento delle tariffe dal momento dell’approvazione del DPR 115/2002.
Ovviamente, altrettanto importante la sottolineatura da parte della Corte circa la violazione da parte della L. 27, del principio costituzionale di eguaglianza tanto che i Giudici sottolineano quanto risultasse ingiusto che incarichi così complessi come quelli relativi ai casi di responsabilità medica, risultassero sotto pagati, rispetto a prestazioni peritali di minor impegno professionale come quelli legati agli incidenti del traffico.
Qui sotto potrete visionare la sentenza nel suo documento completo:
Credo si debba accogliere con estremo favore questa decisione della Consulta, al di là del vantaggio economico che porterebbe con sé, anche perché parrebbe riconosciuta all’attività professionale in ambito peritale sui temi della responsabilità medica, la giusta importanza e considerazione in relazione ai gravosi impegni e alle difficoltà che questa comporta.
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