Negli anni ’70 del secolo scorso si diceva: “La medicina ha fatto più progressi negli ultimi 30 anni che nei precedenti tremila”. Da qualche tempo gira l’idea che la medicina stia facendo un balzo straordinario che cambia la qualità della stessa “cura”. L’avvento delle cellule staminali e di molti altri interventi (nanotecnologie, ecc.) è tale da far pensare che la medicina non si limiti più alla “terapia” dei processi morbosi ma che possa spingersi a “potenziare” il processo vitale, aprendo prospettive del tutto nuove e al limite dell’immaginabile. Ovviamente, resta il problema di sapere se i nuovi orizzonti che si stanno aprendo siano eticamente accettabili oppure no, o in che misura e a quali condizioni. Il Codice di deontologia medica 2014 ha recepito questa novità nell’art. 76 dedicato appunto alla medicina potenziativa. Il convegno intende porsi come riflessione organica e interdisciplinare sul tema e si propone di cominciare a dare un inquadramento al problema e di esplorare alcune conseguenze pratiche sul piano deontologico. C’è da vedere se la “cura del sano” sia un’estensione della normale terapia e in linea con essa, o segni invece una svolta radicale nella pratica clinica e richieda nuovi strumenti di analisi. Non si pretende di dare alcuna risposta, ma si ritiene urgente cominciare a dissodare il terreno su un tema che sarà sempre più presente nei prossimi anni.