Abstract
La Repubblica Francese, con un decreto legislativo, crea una banca dati per sviluppare una forma di algoritmo che consenta un orientamento medio per la liquidazione del danno a persona. Quali potrebbero essere gli sviluppi di una simile applicazione sul territorio nazionale.
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L’Avv. Gigliola Pirotta di Milano segnala la notizia nella mailing list “Danno Milano” a cui sono iscritti i partecipanti all’Osservatorio per la Giustizia Civile del locale Tribunale.
Segnalo che dal 27 marzo 2020 in Francia, un decreto prevede l’istituzione di un trattamento automatizzato dei dati personali denominato “DataJust” che dovrebbe consentire, in particolare, lo sviluppo di un benchmark indicativo per il risarcimento dei danni fisici.
QUI LA TROVATE IN FORMA INTEGRALE:
La banca dati DataJust consentirà lo sviluppo di un algoritmo che persegue diversi obiettivi elencati nell’articolo 1 del decreto:
- effettuare una valutazione retrospettiva e prospettica delle politiche pubbliche in termini di responsabilità civile e amministrativa;
- lo sviluppo di un parametro di riferimento indicativo per il risarcimento delle lesioni personali,
- informare le parti e aiutare a valutare l’importo del risarcimento a cui hanno diritto le vittime al fine di promuovere una composizione amichevole delle controversie;
- informazione o documentazione dei giudici chiamati a pronunciarsi sulle richieste di risarcimento per lesioni personali.
In altre parole, la realizzazione di questo algoritmo ha lo scopo di identificare, in base alla tipologia di danno subito e alla sua gravità, non solo il risarcimento richiesto e ottenuto dalle vittime dinanzi ai Tribunali giudiziari ed amministrativi francesi, ma anche gli importi riconosciuti nell’ambito del procedimento stragiudiziale, comprese le transazioni effettuate con compagnie di assicurazione, e quindi di sviluppare un quadro di risarcimento per lesioni personali sulla base di queste informazioni.
Al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati, il database identificherà:
- gli importi richiesti e offerti dalle parti;
- le valutazioni proposte nell’ambito di procedure amichevoli di risoluzione delle controversie;
- gli importi assegnati alle vittime per ciascuna tipologia di danno;
- informazioni sui danni previsti e sulla situazione delle vittime.
- gli gli importi richiesti e offerti dalle parti;
- le valutazioni proposte nell’ambito di procedure amichevoli di risoluzione delle controversie;
- gli importi assegnati alle vittime per ciascuna tipologia di danno;
- informazioni sui danni previsti e sulla situazione delle vittime;
- importi richiesti e offerti dalle parti;
- le valutazioni proposte nell’ambito di procedure amichevoli di risoluzione delle controversie;
- gli importi assegnati alle vittime per ciascuna tipologia di danno;
- informazioni sui danni previsti e sulla situazione delle vittime.
Tali informazioni saranno estratte dalle decisioni prese dai tribunali amministrativi e giudiziari e dalle offerte formulate nell’ambito della procedura di risoluzione amichevole delle controversie, che si sono messe in opera tra il 1 gennaio 2017 e il 31 dicembre 2019 nelle in materia di lesioni personali.
L’accesso ai dati raccolti (regolato dagli articoli 2, 3 e 4 del decreto) specifica che il Ministero della Giustizia che ha il compito di elaborare i dati, preserverà l’anonimato delle persone fisiche e limiterà l’accesso a tali dati solo ai responsabili dello sviluppo dell’algoritmo.
Va precisato che l’archivio Datajust avrà valore soltanto “indicativo“, vale a dire che i giudici potranno discostarsi dai valori previsti quando le circostanze specifiche del caso lo richiedono.
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L’Avv. Pirotta, argomentando sulle possibili ripercussioni di simili metodi sull’operato degli Osservatori Nazionali, aggiunge:
Forse, per quanto ci riguarda, sarebbe interessante confrontare, con un’applicazione di machine learning che utilizza il metodo induttivo comune ai nostri Gruppi di lavoro, se il modello comportamentale dei Giudici, ricavabile dalle sentenze, coincidenza meno con i criteri che sono stati proposti dall’osservatorio per una specifica tipologia di danno alla persona.
L’esito potrebbe essere visualizzato su un asse cartesiano in cui la curva di quantificazione del danno viene identificata dalla macchina sulla base del corpo della giurisprudenza (asse x) e delle caratteristiche del caso concreto pertinente (asse y) : il tipo di motivazione, la serie di prove, le caratteristiche dell’attore e così via.
Questa curva potrebbe poi essere sovrapposta a quella derivante dall’applicazione delle tabelle per il confronto.
Inoltre, se per una tipologia di danno alla persona fossero inserite le sentenze di tutti i gradi del giudizio, avremmo anche la misura della qualità dei criteri adottati dall’osservatorio e della loro affidabilità per i casi futuri.
Infatti, tanto migliore sarà la capacità del giudice di prevedere la conferma della propria decisione, più è probabile che il criterio adottato nella motivazione contenuta nella sentenza acquisisca la forza di un orientamento consolidato e se questo orientamento rispecchia i criteri scelti dagli Osservatori potremmo sostenere che le tabelle e le modalità liquidative proposte per quello specifico danno sono affidabili per i casi futuri.
Mi rendo conto che per molti di Voi questi metodi potrebbe sembrare futuristici e inquietanti ma, a fini di ricerca, potrebbero convalidare le nostre conclusioni.
Ringraziamo l’Avv. Pirotta per averci permesso la condivisione del suo intervento.
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