Oggi, uno dei nostri Maestri della Medicina Legale, il Prof. Antonio Farneti, ci ha inviato un piacevole e divertente articolo (lo dico con qualche dubbio) in cui riporta alcune annotazioni redatte da un nostro collega più di cent’anni fa, in cui egli si lamentava, come potrebbe far oggi qualsiasi medico-legale che abbia costanti rapporti con l’Autorità Giudiziaria a causa dei suoi uffici di perito.
L’estensore delle righe riportate dal Prof. Farneti, è, peraltro, un medico-legale assai illustre. Si tratta di Attilio Ascarelli (1875-1962) – al centro nella fotografia – Professore universitario a Macerata e a Roma dove diventò poi Direttore della Scuola di Polizia Scientifica. Israelita, sfuggì alle persecuzioni grazie alla sua amicizia con il futuro Papa Pacelli, che era stato suo compagno di liceo, rifugiandosi presso la Città del Vaticano ove, grazie agli uffici dello stesso Pacelli, venne assunto all’Università Pontificia.
L’intervento professionale più celebre del Prof. Ascarelli fu l’esumazione a scopo di riconoscimento dei 335 martiri delle Fosse Ardeatine effettuato nell’estate del 1944 (l’eccidio era avvenuta il 24 marzo precedente) avvenuto in condizioni assai difficili per lo stato di conservazione dei corpi.
Gli appunti del Prof. Ascarelli relativi a tale immane lavoro furono poi donati dalla famiglia all’Università di Macerata e raccolti in un volume di cui è coautore il Prof. Mariano Cingolani.
Il Prof. Farneti, ricordandoci un importante personaggio della medicina legale italiana, dall’alto della sua saggezza, ci suggerisce che possiamo, ancora una volta, stare tranquilli: evidentemente non è colpa nostra ma di un destino maligno. Ma noi, imperterriti, andiamo avanti.
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