Abstract
Un ricordo del Prof. Alfredo Paolella a 45 anni del suo barbaro omicidio per mano dei terroristi di “Prima Linea” a cura del Dott. Giacomo Battaglia, Collega di Napoli.
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Alfredo Paolella
Personaggio dimenticato o sconosciuto ai più, Alfredo Paolella, nato a Benevento il 6 giugno 1928, si laureò in Medicina a Napoli nel 1953 con il massimo dei voti. Successivamente si specializzò in Medicina Legale ottenendone la libera docenza nel 1959, seguita da quella in antropologia criminale nel 1964 quale professore incaricato.
Nel 1975 diventava professore straordinario di Criminologia presso l’Università degli Studi “Federico II” di Napoli. Nel 1977, su incarico del Ministero di Grazia e Giustizia, venne nominato “Direttore del Centro di Osservazione Criminologica” (COC), con sede nel carcere di Poggioreale di Napoli, per le regioni di Campania, Basilicata e Puglia. Rivestiva anche il ruolo di “coordinatore” per la Campania degli esperti criminologi per l’osservazione e il trattamento dei detenuti, in applicazione della normativa penitenziaria in vigore dal 1975. Fu stretto collaboratore del magistrato Girolamo Tartaglione, Direttore Generale dell’Amministrazione Penitenziaria, e componente della Commissione Nazionale per la riforma penitenziaria, collaboratore dal 1970 con il Ministero di Grazia e Giustizia, con le Nazioni Unite e l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
L’omicidio del Prof. Paolella
La mattina dell’11 ottobre 1978, in Via Consalvo Carelli del quartiere Vomero di Napoli, nel garage del condominio in cui abitava, venne assassinato da un gruppo di militanti di “Prima Linea”.
Quello di Paolella fu il primo omicidio politico rivendicato da “Prima linea” con un volantino fatto ritrovare ad un giornalista del quotidiano “Il Mattino”. Nel volantino veniva argomentato che Paolella «era parte del ceto riformista che guida e teorizza la divisione del proletariato prigioniero, un ceto riformista che maschera la sua iniziativa antirivoluzionaria dietro fumosi discorsi sui problemi dei detenuti.»
Questa la motivazione ideologicamente sconclusionata dell’omicidio.
Susanna Ronconi, Nicola Solimano, Sonia Benedetti, Bruno La Ronga e Felice Maresca verranno poi individuati nelle condanne definitive come autori materiali dell’omicidio. Imputati dell’omicidio anche i membri dell’esecutivo di “Prima Linea”, Marco Donat-Cattin e Sergio Segio che saranno assolti.
Il giorno prima, il 10 ottobre, a Roma, veniva assassinato Girolamo Tartaglione da un gruppo delle “Brigate Rosse” nell’ingresso della sua abitazione mentre rientrava dal lavoro al Ministero.
Il ricordo del Prof. Paolella
Il 15 novembre 2019, presso l’Ospedale di Giugliano, alla presenza del Governatore Vincenzo de Luca, è stato attivato il Centro di Medicina Investigativa dell’ASL Napoli 2-Nord, intitolato al professor Alfredo Paolella.
Il Centro è stato fortemente voluto dalla Procura Generale della Corte di Appello e dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord. Si tratta di una struttura di oltre 500 metri quadri attrezzata per supportare al meglio investigatori e magistrati nell’ambito dei processi di accertamento medico-legale.
Autore di numerose pubblicazioni, particolarmente esperto in psicopatologia dell’età evolutiva, d’imputabilità del minore e di disadattamento minorile.
Si occupò di carceri sia come studioso sia come medico legale. Assertore dell’inutilità delle carceri speciali, pose particolari cure ed attenzione alle condizioni dei tossicodipendenti e dei giovani disadattati e al loro recupero, battendosi per la riforma carceraria.
«Alfredo Paolella è stato destato e provocato dalla sensibilità all’ambiente, delle sfide che il mondo lancia nelle sue realtà concrete, nella trama di rapporti di sollecitazioni di cui la vita è fatta. Per Paolella l’ambiente rappresenta l’oggettività che non si può mai abbandonare e dimenticare; che chi segue una propria idea – astrattamente formulata – o si lascia determinare dalla propria istintività e dal proprio progetto, individualisticamente posto non porterà a compimento ciò che vuole, ma cadrà vittima dei condizionamenti culturali e materiali dell’ambiente. Per Paolella il problema non era esorcizzare l’ambiente – quello carcerario come quello minorile – ma come attraversarlo, come viverlo. Era alfiere di quella concezione che qualunque persona, in qualunque ambiente, attraversa un complesso di condizioni che influiscono sulla visione e sul modo di affrontarlo tutto».
(estratto dalla commemorazione del Prof. Goffredo Sciaudone alla seduta straordinaria della Ia Facoltà di Medicina e Chirurgia di Napoli del 18 ottobre 1978).
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