Il ruolo della botanica forense nella lettura della scena del crimine: uno strumento forse sottovalutato, ma di estrema utilità anche nei sopralluoghi più complessi.
************
La botanica forense è la scienza che porta nelle aule di Giustizia le informazioni scientifiche che possiamo ricavare dalla vegetazione presente sulla scena del crimine.
La botanica forense nuova frontiera
E’ suddivisa in molte sub-specialità, quali l’anatomia vegetale (lo studio delle caratteristiche micro e macroscopiche delle piante), la tassonomia e l’identificazione delle specie vegetali, la palinologia (lo studio dei pollini), l’ecologia vegetale (lo studio delle relazioni che si instaurano tra le piante, l’ambiente fisico in cui crescono e gli altri organismi) e la limnologia vegetale (lo studio della vegetazione delle acque dolci).
Nell’ultimo decennio le diverse branche della botanica forense hanno beneficiato anche dello sviluppo della biologia molecolare. I metodi di tipizzazione del DNA non umano hanno aiutato a risolvere casi di interesse giudiziario.
Sebbene la maggior parte dei Medici Legali abbia grande familiarità con gli strumenti di patologia forense classica, l’utilizzo delle informazioni provenienti dalle piante, così come dagli animali e dagli insetti, rinvenuti sulla scena del crimine è ancora appannaggio di pochi professionisti.
La botanica forense è ancora poco sfruttata, soprattutto per mancanza di consapevolezza circa le sue potenzialità tra coloro che effettuano i primi rilievi, che spesso non conoscono il valore della raccolta delle prove vegetali.
Invece, le applicazioni sono innumerevole e talvolta anche inaspettate: si va dalla identificazione di sostanze vegetali nel contenuto dello stomaco per verificare un alibi, all’identificazione del luogo di un rapimento, al tracciamento delle reti di distribuzione della droga.
La botanica forense al Congresso Simla di Catania
Della botanica forense e delle sue potenzialità ci parlerà la Prof.ssa Isabella Aquila durante l’imminente 46° Congresso SIMLA che si terrà a Catania dal 6 all’8 giugno 2024 (per iscriverti CLICCA QUI).
La Prof.ssa Aquila, insieme al suo gruppo di lavoro, ha fornito sull’argomento importanti contributi in Letteratura. Tra questi, segnaliamo:
- The Role of Forensic Botany in Reconstructing the Dynamics of Trauma from High Falls (J Forensic Sci 2019 May;64(3):920-924) – il caso di un uomo rinvenuto cadavere in ambiente agreste collinare con lesioni traumatiche da precipitazione; fu eseguito il campionamento di elementi botanici durante il sopralluogo in diverse zone dell’ambiente circostante e successivo confronto con i residui vegetali rinvenuti sulla vittima al fine di chiarire la dinamica e le modalità del decesso;
- The Role of Forensic Botany in Solving a Case: Scientific Evidence on the Falsification of a Crime Scene (J Forensic Sci 2018 May;63(3):961-964) – il caso di un uomo arrivato in ospedale e morto poco dopo per lesioni diffuse da energia elettrica; in considerazione delle dichiarazioni sospette del fratello e della moglie, è stata effettuato un accurato sopralluogo.
La successiva indagine botanica sulla morfologia dei residui vegetali trovati sulla vittima ha permesso di contestare la versione data dai familiari e di scoprire che quella indicata non era la vera scena del crimine. - The Role of Forensic Botany in Crime Scene Investigation: Case Report and Review of Literature (J Forensic Sci 2014 May;59(3):820-4) – il caso di una donna affetta da demenza allontanatasi da una struttura assistenziale e trovata morta vicino alle rive di un fiume. Venivano identificate due possibili vie di accesso al luogo del decesso, denominate “percorso A” e “percorso B”. Si è proceduto allo studio del tipo di terreno e di vegetazione presenti lungo i due percorsi per cercare di identificare le modalità di allontanament della paziente e di decesso.
Una branca affascinante delle Scienze Forensi, che approfondiremo insieme a giungo a Catania… Non mancate!
VUOI LEGGERE QUALCOS’ALTRO DI INTERESSANTE?
Leggi anche – La Metabolomica al servizio della Medicina Legale e Quanta strada c’è ancora da fare per l’Entomologia Forense?