Abstract
La pandemia da COVID 19 ha forzato la rapida transizione verso l’insegnamento online anche nella formazione sanitaria. La necessità del rispetto del distanziamento sociale ha infatti obbligato al drastico trasferimento della didattica dall’ambiente dell’aula a all’ambiente virtuale. Questo fenomeno è stato subito avvertito nella sua enorme portata fin dall’esordio della pandemia e già all’inizio del lockdown, con la chiusura delle università, molti docenti ed educatori si sono interrogati sui suoi possibili effetti. A quasi due anni di distanza facciamo il punto su un cambiamento indotto dall’emergenza ma che si sta strutturando come una “nuova normalità” didattica.
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La pandemia da Sars Cov 2 ha sostanzialmente modificato il modo in cui viene trasmessa formazione, compresa quella sanitaria. L’urgenza della pandemia ha rapidamente portato allo sviluppo di nuove strategie in tutto il mondo della formazione, tutte fondamentalmente centrate sull’uso di strumenti digitali. Questa esigenza ha messo in luce l’inadeguatezza di molte realtà, non sufficientemente attrezzate nè sul piano della logistica nè delle competenze tecnologiche necessarie.
Tuttavia, con uno slancio ma sperimentato prima di questo momento, molti gaps tecnologici sono stati colmati ed è stato possibile portare a conclusione i percorsi accademici anche nel pieno della pandemia. Superate così le iniziali difficoltà, il mondo della formazione è entrato in una dimensione del tutto nuova, sfidante ma al tempo stesso preoccupante per quanto riguarda i possibili effetti.
Questa preoccupazione e, al tempo stesso, il desiderio meglio definire i contorni e le esigenze del cambiamento, ha sollecitato il mondo della didattica a indagare a fondo nelle diverse esperienze per individuare utili elementi di lettura e di indirizzo. Molti di questi risultati sono stati riversati in una copiosa letteratura sul tema, dalla quale abbiamo tratto alcuni spunti di interesse, per la medicina in generale, e per la medicina legale in particolare.
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Qual’è la percezione degli studenti?
Una survey condotta su oltre 3000 studenti ed estesa a ben di 12 scuole di medicina situate in altrettanti paesi (Bulgaria, Canada, Grecia, Germania, Ungheria, Irlanda, Spagna, Svizzera, Olanda, Turchia, Ucraina, USA) ha dimostrando in primo luogo la buona capacità di adattamento degli studenti alle modalità didattiche on line. Ma non solo.
“[…] gli studenti sono convinti che le scuole di medicina abbiano finora trascurato la digitalizzazione dell’apprendimento e che l’istruzione medica sia in ritardo rispetto alle sue possibilità. Coerentemente con ciò, gli studenti di medicina stimano che la percentuale pre-pandemia dell’apprendimento online nell’educazione medica sia solo del 14%. In futuro, gli studenti desiderano un rapporto più equilibrato con almeno il 40% di apprendimento online rispetto all’insegnamento in presenza […] “.
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Dunque non solo la didattica online ha soddisfatto le attese formative degli studenti intervistati ma ha pure risposto ad istanze già esistenti e non affrontate prima.
Sembra proprio che, come per altri ambiti, anche sul piano della didattica non sia possibile pensare di tornare a ciò che era prima della pandemia, ma sia necessario confrontarsi con una “nuova normalità” formativa di tipo misto, che affianchi attività in presenza ed in remoto.
Nel medesimo studio è però sottolineato che “[…] una parte considerevole dei partecipanti ha avuto difficoltà a motivarsi a seguire i moduli di apprendimento online. Tuttavia, questo sembra essere un problema multifattoriale e studi recenti sulla motivazione degli studenti suggeriscono che il principale fattore “motivazionale” potrebbe essere il tipo di insegnamento (ad es. basato su problemi vs. basato su lezioni) e non il formato di insegnamento (ad es. online vs. didattica in loco) […]”.
Le peculiarità della didattica online tendono infatti a non valorizzare le modalità di comunicazione solitamente impiegate in presenza ed è indubbio che metodologie di insegnamento e materiali didattici dovranno essere ripensati per questo particolare utilizzo. In realtà si tratterà di affrontare un vero processo di cambiamento e di innovazione metodologica, non escluso il ricorso ad ulteriori “salti” in avanti sul piano tecnologico, rispetto all’attuale acquisizione della videoconferenza.
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L’esperienza nella didattica forense
Le pubblicazioni sulla valutazione della didattica online in ambito forense sono ancora piuttosto limitate ma alcune di queste tracciano già alcune linee di indirizzo.
Uno studio condotto in Galles su 299 studenti di medicina che hanno partecipato ad un corso di medicina legale e patologia forense dedicato al maltrattamento dei soggetti fragili ha dimostrato l’ottimo gradimento della versione online rispetto alla versione in presenza del medesimo corso. Il giudizio è però da rapportare al disegno ed alla strutturazione del corso che, oltre all’uso di diverse tecnologie volte a favorire e stimolare l’iterazione fra i partecipanti e la fruizione dei vari materiali, ha previsto anche l’utilizzo di modelli anatomici interattivi 3D, dunque di risorse tecnologiche più avanzate.
Ed è in questa direzione, ed in particolare verso le tecnologie che consentono esperienze di real life che sta già iniziando a guardare l’insegnamento online di discipline che prevedono l’acquisizione di competenze operative e dunque lo svolgimento di attività di training, come ad esempio l’esercizio dell’attività del patologo forense.
Certo nulla potrà mai sostituire l’esperienza sul campo, specie in ambito forense, ma in ogni caso “[…] il lockdown ci ha fornito l’opportunità di esplorare come la tecnologia può aiutare nell’insegnamento e nell’istruzione delle scienze forensi con maggiore concentrazione e vigore“. E, in una tale prospettiva la disponibilità di formazione e training a distanza, potrà offrire innegabili vantaggi in termini di accessibilità, flessibilità, diffusione e confronto di conoscenze ed esperienze.
Da tutto ciò deriva una chiara indicazione a non tornare al passato ma piuttosto a rivedere i modelli educativi in ambito sanitario in una prospettiva di innovazione metodologica e tecnologica ed in una logica di offerta formativa meglio diversificata e più diffusamente fruibile.
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Vedi anche: Sistema e Qualità: un intervento del Prof. Dell’Erba Presidente di Famli