Abstract
Il Prof. Alessandro dell’Erba, Ordinario di Medicina Legale dell’Università di Bari e Presidente di Famli (Federazione delle Associazioni Medico Legali Italiane) interviene dopo l’intervista al Presidente di SIMLA Prof. Zoja nella discussione sul ruolo della disciplina e dei medici legali nell’universo scientifico giuridico del Paese.
. . . .
Sul rinnovato sito della nostra Società è stata pubblicata una ampia, approfondita, dotta intervista al Presidente Riccardo Zoia.
Credo che, in una prospettiva politica (di mission e di vision, direbbero gli anglofili), essa si ponga come un momento centrale di riflessione. Il Prof. Zoja sorvola ovvero e accenna soltanto a quel che è stato fatto sotto la sua Presidenza (e che è sotto gli occhi di tutti), ma soprattutto indica una strada che non solo la Società ma la Disciplina nel suo complesso deve considerare e ponderare e – se del caso e come è per me personalmente – condividere.
In realtà, il rischio di fronte ad un lucido esame quale quello svolto è di restare “annichiliti”, di non aver nulla da dire semplicemente perché non c’è nulla da dire che il Prof. Zoja non abbia detto. Così non può essere, soprattutto in una Società/Disciplina come la nostra nella quale la apparente frammentazione in micro/macro-settori potrebbe portare a prediligere l’approfondimento “interno”, in assenza di una analisi globale.
Credo – ed il mio è anche un auspicio – che i Presidenti/Segretari della Società/Gruppi affiliati a SIMLA, ovvero anche chiunque abbia ruolo, a qualsiasi titolo, nell’ambito della Disciplina debba fornire il proprio contributo, piccolo o grande che sia. Ne vale dell’idea stessa di Medicina Legale.
Ebbene la mia personale declinazione di quante detto dal Prof. Zoja attiene due temi: sistema e qualità. Nella certezza che già questo basti ad esplicitare il mio pensiero, cerco tuttavia di fare un passo in più, se si vuole di tipo operativo.
SISTEMA
La Medicina Legale ha una sua identità formale e sostanziale ed essa non può essere parcellizzata. La difficoltà è far si che, nell’ambito di fisiologiche differenti prospettive, essa comunque si proponga e sia percepita (e qui il tema fondamentale è proprio la comunicazione) come un unicum organico. Pensare alla possibilità che le attività (di didattica, di ricerca, professionali, assistenziali) prevalentemente di tipo tecnico siano svincolate da quelle dottrinarie, di approfondimento teorico, di analisi (medico-legale) normativo-giurisprudenziale è in sé da un lato perdente e dall’altro svilente, senza contare che sarebbe contrario a 100 anni di Storia della Disciplina. Analogamente pensare che vi possa essere un mondo medico-legale della professione (o, peggio, dei professionisti) che sia altro rispetto a quello accademico e/o dei servizi sanitari è fallimentare nei suoi presupposti. Senza esempi banali, ma riprendendo in parte quanto detto dal Prof. Zoja al termine della parte 1, se parliamo di Rischio Clinico e Comitato Valutazione Sinistri (con tutti i possibili acronimi) tanto configura la sintesi di questo: non è un calcolo economico—finanziario, non è la interpretazione della Legge 24 e/o di questa o quest’altra sentenza, non è una acritica valutazione di Linee Guida, ma è tutto questo (e molto altro) insieme. E se nelle singole realtà non vi è una voce se non unanime quanto meno condivisa, si corre il rischio – già realizzatosi – che tale coacervo di attività possa essere sostituito da altre professionalità. Ed anche in questo caso il fin troppo elegante riferimento del Prof. Zoja a talune Sentenze e/o comunque ad invasioni di campo di terzi mi sembra del tutto calzante.
Quindi? La risposta non può che essere nell’essere inclusivi, nell’assorbire anche talune voci dissonanti e nell’essere propositivi in una ottica generale che non deve (e spesso accade) inseguire il mero interesse personale, di Scuola, di territorio ma deve avere una prospettiva più alta, per l’appunto di Sistema e di Disciplina, anche se tanto può essere nel breve apparentemente in contrasto con il singolo stakeholder. Io credo che sia stato esattamente il senso della Presidenza della SIMLA e che non sempre tanto sia stato colto. In questo senso – e qui parlo forse più al mondo accademico – vi dovrebbe essere sensibilizzazione di alcune realtà formative, magari attraverso la ulteriore implementazione di una rete che – finalmente – trascenda il mero interesse di “bottega” e che coinvolga tutte le anime della Società/Disciplina. Anche in questo ci vuole equilibrio affinché non vi sia percezione, anche nella costituzione degli organi di governo della Società, di prevalenza dell’un tema rispetto all’altro.
QUALITÀ
Quanto sopra non può essere svincolato dal concetto di qualità. La risposta immediata a tale termine è, in genere, formazione. Sono d’accordo e credo che la Società e/o le Sue articolazioni debbano in questo senso ulteriormente spendersi. Ma non basta. Quale che sia lo strumento che si vorrà utilizzare io credo che sia ineludibile porre dei paletti: di minima certo ma progressivi, tal che divenga patrimonio condiviso la applicazione di Buone Pratiche medico-legali. Non me ne vogliano i singoli colleghi per i quali ho il massimo rispetto ma spesso, nel mio territorio così come al SUD, al CENTRO ed al NORD assisto a spettacoli indecenti dal punto di vista della patologia, della responsabilità (civile e professionale), dei presupposti stessi dell’accertamento in sede penale, delle declinazioni specialistiche e così via. Se quindi fosse possibile magari proprio attraverso la formazione, iniziare a definire criteri al di sotto dei quali non è consentito andare, sono certo che nel tempo talune derive di autoreferenzialità troverebbero argine. Anche questo so non essere semplice ma, lo ripeto, è ineludibile se vogliamo che non si sia accusati di “non far nulla” ovvero “che nulla cambi”. Poi, ma qui parlo veramente a titolo assolutamente personale ed in una prospettiva “Andreottiana”, sono altrettanto certo che i maggiori ostacoli al cambiamento verranno proprio da coloro che accusano di “immobilismo”.
Serve quindi uno sforzo collettivo. Personalmente sono pronto. E sono certo che anche FAMLI, nel rispetto degli organi statutari, contribuirà a tanto.
VUOI APPROFONDIRE QUESTO ARGOMENTO?
Leggi anche: Il futuro di SIMLA e della Medicina Legale Italiana. Parla il Presidente Zoja. Parte 1, Il futuro di SIMLA e della Medicina Legale Italiana. Parla il Presidente Zoja. Parte 2