Il declino del numero di autopsie eseguite negli ultimi 50 anni della storia della medicina è un dato di fatto incontrovertibile.
Non si parla però mai abbastanza dello straordinario numero degli elementi clinici che vengono perduti dalla mancata esecuzione dell’attività necroscopica.
Lo afferma con forza questo articolo che proviene da una delle più prestigiose riviste mediche internazionali il New Engald Journal of Medicine.
In questo (Kevin M. De Cock, M.D., Emily Zielinski‐Gutiérrez, Dr.P.H., M.P.H., and Sebastian B. Lucas, B.Ch., B.M. Learning from the Dead, n engl j med 381;20 nejm.org November 14, 2019) qui lo potete scaricare, gli autori affrontano il problema con grande perspicacia.
Essi sottolineano come la tradizione legata all’esecuzione delle autopsie sia stata importante per il sapere medico e come, ancora oggi, pecie nei paesi meno sviluppati, rappresentano un eccezionale serbatoio di elementi utili per lo studio e la prevenzione di molte patologie.
L’articolo è corredato da un’intervista con il primo Autore del lavoro il Dott. Kevin M. De Cock del Division of Global HIV & TB, Centers for Disease Control and Prevention, Nairobi, Kenya.