L’Onorevole Luisa Regimenti, medico legale ed eletta Parlamento Europeo nelle scorse elezioni, ha promosso lo scorso 20 febbraio un Convegno teso al riconoscimento della specializzazione in medicina – legale in tutti i Paesi membri della UE.
La intervistiamo qui per Voi .
Il Convegno
Onorevole Regimenti che cosa hai organizzato al Parlamento Europeo lo scorso 21 febbraio?
Ho avuto il piacere di promuovere un importante Convegno dal titolo “Scienza custode dei diritti delle persone piu’ vulnerabili” nel quale si è discusso della possibilità di dare alla specializzazione in Medicina Legale un riconoscimento europeo in quanto solo in pochi Paesi della Comunità, tra cui ovviamente l’Italia, essa è riconosciuta come entità separata da altre specializzazioni. Nella maggior parte dei casi, infatti, in Europa, la mancanza della specializzazione in ambito medico-legale, costringe coloro che vogliono diventare specifici cultori della materia a frequentare altre specializzazioni per esempio la medicina del lavoro, o l’anatomia patologica per cui la medicina legale diventa semplicemente sussidiaria ad esse. Questo Convegno ha dato anche la possibilità di formare un gruppo di lavoro che si impegnerà a lavorare sull’argomento.
Come ti è venuta questa idea?
Oltre al mio passato di medico-legale vi è stata una sollecitazione, una volta eletta, della Prof.ssa Cecchi e così, anche attraverso l’European Council of Legal Medicine, di cui fa parte il Presidente SIMLA Prof. Zoja, ho sviluppato l’iniziativa. Ho poi organizzato la riunione con esperti italiani (era presente tra gli altri lo stesso Prof. Zoja) ed europei. All’iniziativa hanno aderito alcuni parlamentari come l’On. Marco Campomenosi che si è impegnato a portare la questione in Commissione Europea e Sergio Garuzzo (Segretario Generale del Gruppo Parlamentare Europeo ID) che invece si dedicherà all’esame di questa istanza in Sede di Commissione Europea per la Sanità.
Sei soddisfatta del lavoro svolto?
Moltissimo. Innanzitutto, era dal 1993 che qualcuno non si interessava in Europa di Medicina Legale. La proposta, quindi, è stata accolta con grande entusiasmo dagli esperti europei presenti. Tra l’altro si può certamente dire che il Convegno, come questa mia iniziativa, ha raccolto adesioni trasversali. Queste erano rappresentate dalla presenza di delegazioni italiane che non afferiscono al Gruppo Parlamentare a cui appartengo (ID Identità e Democrazia) come l’On. Chinnici eletta nelle liste del PD e membri del Parlamento europeo di altri Paesi come l’irlandese Clare Daly
Gli obiettivi dell’iniziativa
Quali sono esattamente gli obiettivi di questo lavoro
Obiettivo primario è quello di valorizzare in Europa la figura del medico-legale riconoscendone la specializzazione in ambito europeo. Il tentativo è volto non solo ad evidenziare questo ruolo nel classico ambito della patologia forense e di tutte le branche che completano l’attività del forensic scientist ma anche come figura fondamentale nell’ambito dell’acquisizione dell’informazione e dell’acquisizione del consenso non solo per ciò che riguarda i trattamenti ma per le grandi questioni del fine vita per non parlare della tutela dei soggetti fragili (anziani, vittime di violenza sessuale e in famiglia ecc..) in cui il ruolo del medico-legale è sempre più importante. Da qui deriva la multidisciplinarietà necessaria alla formazione del medico legale.
E per ciò che concerne la valutazione del danno e delle altre forme di invalidità di cui oggi il medico-legale italiano si occupa?
Questo è un tema molto delicato. Come si sa, nella maggior parte dell’Unione Europea, queste competenze sono delegate ad altri specialisti. Ma io credo che di questo si tornerà a parlare e molto anche nel corso di un grande Convegno che sto organizzando a Bruxelles presso il Parlamento Europeo. Questo si svolgerà, probabilmente, nel prossimo mese di ottobre. Vorrei davvero che la partecipazione italiana fosse davvero folta. Certo, ritornando al “danno”, sarebbe necessario affrontare il problema di tabelle di valutazione e liquidazione dello stesso. Queste, logicamente, dovrebbero essere uniche per tutti i Paesi della Comunità. Sicuramente è un progetto molto ambizioso e complesso ma credo che anche con questa iniziativa il problema verrà sollevato.
E come la mettiamo allora con I Master che si organizzano e che hanno come tema la formazione di soggetti che si dedicano ad attività medico-legale?
Io sono naturalmente contraria perché la formazione del medico-legale deve essere conseguita proprio attraverso la specializzazione. E penso che tutti i medici legali non possano che pensarla così.
Un messaggio per i medici-legali italiani
C’è qualche messaggio che vuoi dare alla comunità medico-legale italiana
Inviterei tutti ad essere partecipi e a seguire questa iniziativa che è importante per i medici-legali italiani ed europei. E poi di amare la disciplina come la amo ancora io perché si resta medici-legali a vita. Io non posso che sentirmi tale. Se ognuno portasse il suo sassolino per contribuire a questa causa, vi aderisca, la accetti con benevolenza ed allora è probabile che qualcosa di positivo ne esca. Non continuiamo a ripetere un “mantra” pessimista dicendoci che nulla può cambiare.
E’ certo, invece, che qualcosa si può fare. Questo parlamento resterà in carica per cinque anni, ha dinamiche molto più snelle di quello nazionale e se si riuscisse ad ottenere una direttiva sul tema tutti i governi nazionali sarebbero obbligati a renderla propria. Io spero che una visione unitaria di tutta la medicina legale nazionale possa essere di grande aiuto in quello che stiamo preparando e che speriamo si realizzi anche dopo una importante discussione che avremo modo di fare nel Congresso che si terrà a Bruxelles, credo, come già detto, nell’autunno prossimo, e che mi impegno fortemente a promuovere.