Abstract
Un rapporto della Swiss Re fa luce sui reali costi assicurativi di un tetraplegico in numerosi Paesi d’Europa. Pur considerando le vaste differenze nei diversi sistemi legislativi che regolano il risarcimento del danno, alla fine, si scopre che rispetto agli importi concessi nei Paesi a maggiore reddito, l’Italia è il fanalino di coda.
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La Swiss Re, è uno dei gruppi leader nella riassicurazione del mondo ed è quindi estremamente interessata a studiare i costi soprattutto dei sinistri più gravi. Presumibilmente questa è la ragione per cui quest’anno ha pubblicato un rapporto comparativo sul costo dei macrodanni da incidenti stradali in 14 Paesi d’Europa.
In questa pubblicazione, che vi presentiamo, sono riportati i costi assicurativi di sinistri in portatori di tetraplegia a seguito di lesioni riportate in incidenti stradali.
Viene prima presentato un panorama generale in cui si esamina soprattutto la problematica relativa all’aumento dei costi generali di assistenza che rappresentano, al di fuori dell’Italia, senz’altro quelli maggiori in relazione soprattutto all’intervento di personale esterno che esegue attività medica e non (badanti).
Oltre a temi connessi alla situazione economica generale (inflazione, tasso di sconto, crescita della spesa sanitaria) che condizionano, pur nelle importanti variazioni nazionali, un progressivo aumento dei risarcimenti, vengono passati in rassegna gli effetti della pandemia Covid.19 che, al di là degli effetti immediati (riduzione del numero di incidenti e dei conseguenti risarcimenti con abbassamento dei costi), avrà comunque, secondo Swiss Re, un impatto importante – sempre di carattere restrittivo – legato al cambiamento del mondo del lavoro sempre più legato allo smart working con conseguente riduzione della mobilità automobilistica.
Vengono poi passati in rassegna le situazioni risarcitorie in 14 paesi europei (Regno Unito, Spagna, Francia, Italia, Belgio, Olanda, Germania, Svizzera, Danimarca, Norvegia, Svezia, Repubblica Ceca, Ungheria e Polonia).
La sintesi delle diverse modalità con cui la situazione risarcitoria viene gestita nelle diverse nazioni interessate dallo studio è estremamente interessante. La diversità che salta all’occhio immediatamente nella comparazione tra l’Italia e gli altri paesi è data dal fatto che, certamente, nel nostro paese, il maggior costo assicurativo deriva dal danno non patrimoniale (identificato con la dicitura “pain and suffering”) mentre il danno patrimoniale e, soprattutto quello emergente, la fa da padrone soprattutto nelle zone d’Europa con cui ci dovremmo maggiormente confrontare per PIL e stili di vita (UK, Francia, Germania, Spagna).
Comunque, come risulta dal grafico sotto riportato, la differenza del costo di un sinistro per un tetraplegico non necessitante di ventilazione, di 30 anni, con moglie e due figli minorenni, reddito medio da lavoro dipendente, senza possibilità di lavoro e con massimo livello di assistenza, tra l’Italia e alcuni Paesi europei risulta incomparabilmente più basso.
L’Italia si piazza all’8° posto con costi 8 volti inferiori rispetto all’Inghilterra, 6 volte rispetto alla Germania e 5 volte nei confronti alla Francia.
È chiaro, come si diceva poc’anzi, che negli altri Paesi d’Europa il danno patrimoniale (da abolizione reddituale e, soprattutto, da danno emergente) la fa da padrone rispetto a quello non patrimoniale in sistemi, comunque, dove l’assistenza sanitaria pubblica è del tutto garantita.
Sulla scorta di questi dati è chiaro che la prospettiva della rendita negli altri Paesi d’Europa prende tutt’altra dimensione stante la differenza abissale dei risarcimenti in senso negativo in Italia.
Basta per tutti l’esempio di questo ritaglio di un prestigioso giornale inglese (The Guardian) ove si parla del risarcimento di una ragazza di 17 anni rimasta tetraplegica dopo un grave incidente in cui morì anche la madre. La cifra concessa fu di 23 milioni di £ (ca. 27 milioni di €) composti di una somma forfettaria pari a 7 milioni di £(8 milioni di €) e una rendita di 270mila £ all’anno pari a ca. 313mila € (ca. 26000 € al mese). E, lo si sottolinea, si era il 2012.
Qui sotto potete leggere e scaricare l’articolo relativo di “The Guardian”
Qui di seguito, invece, potete leggere e scaricare il rapporto della Swiss Re in inglese
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È anche sulla scorta di questi dati che il dibattito sul risarcimento in forma di rendita nei macrodanni si dovrebbe aggiornare e ripensare riportandolo non solo a interpretazioni giurisprudenziali ma alla fornitura di concreti strumenti economici di ausilio ai danneggiati che, allo stato, in Italia, come fanno notare i redattori del rapporto Swiss Re, sono forniti dalla struttura familiare e non dal sistema risarcitorio.
Un solo esempio che ritrovate nel rapporto Swiss Re: la Giurisprudenza in Francia stabilisce che nei casi estremamente gravi, al debitore viene attribuito il carico di due badanti per 48 h giornaliere per complessivi 400 giorni all’anno stante la necessità per i lavoratori assunti di godere di un periodo di vacanza: a 15 € all’ora sarebbero ca. 290mila € all’anno.
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