Grande successo per il 46° Congresso della Società Italiana di Medicina Legale presieduto dal dott. Lucio Di Mauro, segretario nazionale, alla presenza dei vertici della Società Scientifica tra cui il presidente prof. Franco Introna, i vicepresidenti dott. Franco Marozzi e professoressa Antonella Argo e il tesoriere dott. Fabio Fenato. Senza dimenticare il grande contributo offerto dalla Cattedra di Medicina Legale dell’Università di Catania guidata dal Prof. Cristoforo Pomara. Oltre un migliaio tra partecipanti e relatori, presenze illustri tra cui il ministro della Giustizia, Carlo Nordio e il ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare Nello Musumeci, il viceministro alla Giustizia Paolo Sisto, il sottosegretario di Stato alla Giustizia con delega al Trattamento dei detenuti, alla Giustizia minorile e di Comunità Andrea Ostellari, il Presidente Adelchi d’Ippolito, che presiede la Commissione Ministeriale per lo studio e l’approfondimento delle problematiche relative alla colpa professionale medica. Intervenuti anche il Presidente Giacomo Travaglino, che presiede la terza sezione civile della Corte di Cassazione, e la Presidente Patrizia Piccialli, che presiede la IV Sezione Penale della Corte di Cassazione. Di grande rilievo anche il contributo del dott. Patrizio Rossi, Sovrintendente Sanitario Centrale INAIL – Roma, e del dott. Raffaele Migliorini, Coordinatore Generale Medico Legale INPS – Roma.
Tre giorni di grande intensità e qualità con oltre 22 sessioni che hanno visto il gotha della medicina legale nazionale riunirsi a Catania tra l’aula “Santo Mazzarino”, il Coro di Notte e l’Auditorium De Carlo del Monastero dei Benedettini e lo Sheraton di Aci Castello per il 46° Congresso della SIMLA intitolato “La Medicina Legale, un ponte verso il futuro della Sanità italiana”. Nel capoluogo etneo fari puntati sui diritti del detenuto in carcere, sulla responsabilità sanitaria, sul ruolo medico-legale nei mass disaster (conflitti, emergenze naturali), sulle ultime novità relative alla disabilità in base alla nuova legge 227/21 e agli ultimi decreti attuativi e alle tematiche legate alla prevenzione, sicurezza nei luoghi di lavoro. Chiusura dedicata alla Consensus Conference sul macrodanno.
L’apertura dell’incontro catanese da parte dei Presidenti SIMLA e del Congresso Prof. Francesco Introna e dott. Lucio DiMauro
Per la Società Scientifica l’intervento in apertura del presidente, prof. Francesco Introna, per spiegare come “il programma del Congresso evidenzia la centralità in tutte le ramificazioni principali della gestione della Sanità, in particolare ogni qualvolta è necessario il contributo tecnico scientifico nel complesso rapporto tra biologia e diritto, ma anche sul tema della prevenzione della salute, e quanto altro ha fatto breccia dall’articolo 32 della Costituzione, fonte primaria, da cui discendono le norme gestite dalla nostra disciplina”. Il segretario e presidente congressuale, dott. Lucio Di Mauro, ha precisato l’importanza del lavoro collettivo nell’organizzazione del Congresso, ringraziando anche la cattedra di Medicina Legale dell’Università degli Studi di Catania, ed evidenziando la grande partecipazione degli iscritti – oltre un migliaio – che lascia emergere il lavoro organizzativo di SIMLA e la considerazione che “la medicina legale moderna rappresenta una disciplina strategica per la sanità italiana”. Il tema del Congresso è “La Medicina Legale, un ponte verso il futuro della Sanità italiana”, una scelta specificache identifica la medicina legale come raccordo trasversale alle varie discipline, considerando che l’ambito di azione si colloca in quella delicata e complessa area in cui convergono biologia e diritto e che riguarda tutti, sanitari e cittadini. “Si tratta di aspetti specifici e delicati che hanno un peso enorme nella vita di migliaia di italiani – spiega il dott. Franco Marozzi, vicepresidente e responsabile della comunicazione in SIMLA – e che, pertanto, devono essere curati e gestiti da professionisti medico legali, gli unici che hanno un bagaglio adeguato tecnico scientifico per poter operare”.
Colpa medica: l’intervento del ministro Nordio
L’apertura del primo giorno di lavori ha visto i saluti da remoto del ministro della giustizia Carlo Nordio che è intervenuto sulla colpa medica e sui lavori della Commissione d’Ippolito da lui istituita. Poi il focus sulla medicina difensivache “da qualche decennio sta logorando il nostro sistema sanitario e le nostre finanze, in quanto dipende proprio dalla legislazione vigente sia civile che penale e anche da un’interpretazione estremamente severa. La medicina difensiva comporta una serie di problemi che ricadono sui pazienti con esami spesso inutili e costosi – talvolta pericolosi perché invasivi – ma in gran parte anche sul SSN”. Un tema strettamente correlato alle liste d’attesa: “Al consiglio dei ministri – ha aggiunto il ministro – abbiamo approvato un decreto legge per abbreviare le liste d’attesa. Al di là dell’intervento normativo bisogna considerare, però, che le liste sono lunghe perché vengono prescritti esami che potrebbero essere evitati, somministrati per pura cautela dai medici”. Poi un passaggio sull’importanza della consulenza specialistica: “La commissione d’Ippolito, seguendo le mie indicazioni, è intervenuta sul ruolo del consulente tecnico, prevedendo che ci sia una adeguata competenza professionale rispetto al medico che deve essere giudicato”.
La responsabilità sanitaria: parlano il viceministro Sisto e il presidente d’Ippolito
Sul tema della responsabilità sanitaria, nell’ambito della sessione “Il connubio tra la medicina legale e le istituzioni”, da rilevare il contributo straordinario del Presidente Giacomo Travaglino, che presiede la terza sezione civile della Corte di Cassazione, e della Presidente Patrizia Piccialli, che presiede la IV Sezione Penale della Corte di Cassazione. La sessione è stata presieduta dalla professoressa Paola Frati e moderata dal dott. Lucio Di Mauro con l’intervento del presidente Adelchi d’Ippolito che presiede la commissione per lo studio e l’approfondimento delle problematiche relative alla colpa professionale medica. Da remoto l’intervento del viceministro alla Giustizia on. Francesco Sisto: “Sono convinto e con me anche il Governo e la Commissione d’Ippolito che la parola prevenzione deve oggi prevalere sulla parola repressione. Un leitmotiv – ha proseguito – che ci sforziamo di portare all’interno della Commissione di nuovo conio sul diritto penale e la sicurezza sul lavoro. Evitare l’evento diventa più importante che sanzionarlo. Ovviamente la sanzione ha una sua rilevanza ma è evidente che per la responsabilità del medico è più importante provare ad evitare l’evento che a sanzionarlo anche duramente quando, sempre contro le intenzioni, è accaduto”. Adelchi d’Ippolito, presidente della Commissione per lo studio e l’approfondimento delle problematiche relative alla colpa professionale medica, ha sottolineato il lavoro svolto: “L’impegno della Commissione è sempre stato rivolto e indirizzato a trovare le condizioni perché i medici possano operare con assoluta serenità lasciando ai cittadini una piena tutela giuridica”. Su 100 denunce si registrano mediamente 3 condanne. “Questo vuol dire – ha aggiunto il presidente d’Ippolito – che la maggior parte di queste denunce sono strumentali o infondate. La denuncia deve essere un momento di assunzione di responsabilità, non si può usare il processo in modo improprio, va quindi punita la temerarietà della lite”. I lavori della Commissione per lo studio e l’approfondimento delle problematiche relative alla colpa professionale medica (dm 28 marzo 2023) sono stati rivolti ad un’analisi delle controversie nei confronti dei medici per l’introduzione di parametri precisi. I risultati del lavoro di un anno sono al momento al vaglio del Ministro Nordio. Un impegno che ha visto protagonista anche il dott. Lucio Di Mauro, presidente del Congresso e segretario nazionale SIMLA, che, come medico legale, ha dato un fondamentale contributo ai lavori della Commissione: “Una delle richieste più pressanti riguardava il problema delle linee guida che da una parte non si possono eliminare e dall’altra per produrle oltre al tempo ci vuole laboriosità e fondi. Si è trovato un nuovo sistema: quello di incrementare la produzione delle buone pratiche cliniche”.
Carceri e salute: servono più medici legali secondo il sottosegretario Ostellari
Di grande rilievo anche il capitolo relativo a carceri e salute che ha visto l’intervento del sen. Andrea Ostellari, Sottosegretario di Stato alla Giustizia con delega al Trattamento dei detenuti, alla Giustizia minorile e di Comunità. “Le carceri sono un luogo di espiazione della pena e di rieducazione del detenuto – ha spiegato -. Assolvono al loro mandato se svolgono queste due funzioni. Ciò non accade perché troppo spesso, nel passato, sono state considerate delle discariche sociali, in cui custodire temporaneamente il degrado. Al loro interno troviamo soggetti psichiatrici, molti dei quali non diagnosticati, assuntori di sostanze stupefacenti e malati gravi, che dovrebbero essere ospitati presso istituti di tipo differente, in misura detentiva attenuata”. “A mancare, oltre al personale medico e paramedico – ha proseguito il sottosegretario -, spesso sono gli accertamenti psicosanitari che consentirebbero di individuare i soggetti che meritano un percorso trattamentale alternativo”. Una centralità del personale sanitario che chiama in causa direttamente i professionisti della medicina legale. “Per questo ritengo che il sistema dell’esecuzione penale e quindi tutto il Paese – aggiunge il senatore Ostellari – potrebbero giovarsi di un ulteriore sostegno da parte dei medici legali, figure queste ultime che già oggi sono impiegate nella valutazione della compatibilità con la detenzione di taluni soggetti”. A presiedere la sessione il professore Francesco Introna, presidente SIMLA e ordinario di medicina legale all’Università “Aldo Moro” di Bari, per tracciare un quadro del ruolo del medico legale in un ambito così delicato. “Prima di tutto bisogna rispettare il diritto alla salute di qualunque cittadino italiano – ha sottolineato il professore Introna – anche in stato di detenzione. Ma non può essere la salute il deterrente alla detenzione. Di conseguenza, se è vero che bisogna analizzare correttamente ogni singolo detenuto per poter capire se il suo stato di salute è compatibile con il regime carcerario, bisogna evidenziare che in ogni struttura carceraria ci devono essere dei centri clinici adeguatamente attrezzati e con medici sicuramente di primo livello”. Da questo punto di vista, secondo il professore, i grandi centri di detenzione “devono essere convenzionati con idonee strutture ospedaliere”.
Emergenza e prevenzione: il piano del ministro Musumeci
La chiusura è stata dedicata al emergenza e prevenzione col ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare Nello Musumeci.“La comunità ritiene che lo Stato debba essere il garante della sicurezza di ciascuno di noi. Una calamità distrugge, lo Stato ricostruisce e compensa persino i beni mobili. La domanda è: ma siamo sicuri che lo Stato italiano possa avere, per questo tipo di attività, fondi sufficienti per sempre e per tutti? La risposta ve la do subito: no”. Il ministro Musumeci ha voluto evidenziare l’importanza della prevenzione nell’ottica del rischio naturale: “L’Italia è l’unico paese che risarcisce fino ai beni immobili le comunità colpite da una calamità. Negli altri paesi, anche in Europa, e non soltanto in realtà come Giappone e Stati Uniti, il cittadino provvede a sottoscrivere una polizza assicurativa contro i rischi naturali”. Il governo – ha proseguito il ministro – opera sul fronte della prevenzione anche nell’ottica di proteggere i conti pubblici: “Abbiamo istituito una commissione della quale fanno parte i rappresentanti delle compagnie assicurative e intanto nella legge di bilancio 2024 abbiamo fissato un criterio: le aziende, escluse quelle agricole, devono sottoscrivere una polizza assicurativa contro i rischi naturali. È il primo passo, poi passeremo alle famiglie”. Alla Società Italiana di Medicina Legale la richiesta del ministro di una “collaborazione se si rende necessario tradurre in atti normativi iniziative che potrebbero colmare in questa materia eventuali lacune”. Pronta è stata la risposta del presidente, prof. Franco Introna, e del segretario, dott. Lucio Di Mauro: “Andremo dal ministro con proposte concrete, è un nostro interlocutore privilegiato. Vogliamo svolgere un’azione preventiva nell’ambito dell’emergenza; il nostro piano è quello di creare delle linee guida di medicina legale che possano agire sia sui mass disaster gestiti dall’autorità giudiziaria, dove già ci siamo, sia sui rischi naturali gestiti dalla protezione civile dove c’è ancora molto lavoro da fare. La medicina legale si occupa di emergenze da oltre vent’anni e il nostro impegno, oltre che nella redazione di protocolli di operatività, è anche nella promozione dell’esigenza di centri regionali di medicina legale disponibili h24 nella gestione dei mass disaster, con medici legali, antropologi e laboratori alle spalle”. Di fronte a queste urgenze di primo piano, ha concluso il professore Introna, solo “la medicina legale adeguatamente preparata in centri strutturalmente idonei può affrontare i mass disaster offrendo un servizio sociale agli italiani ed alla nazione”.