La Cassazione (Sezione terza civile, ordinanza n. 15749/2018) prende in esame le conseguenze delle prestazioni mediche avvenute senza l’adeguata informazione quindi in violazione dei principi che sottendono una corretta acquisizione dell’atto diagnostico-terapeutico. Nel caso di specie, si chiedeva un risarcimento di un generico “danno alla persona” per un soggetto deceduto con irregolare acquisizione del consenso anche se l’atto terapeutico era stato eseguito correttamente. La Cassazione ha respinto le doglianze dei legali dei famigliari del defunto proprio perché la domanda di risarcimento era proprio rivolta nel senso suddetto e non specificatamente in relazione alle ricadute su altri diritti costituzionalmente garantiti. La Cassazione, indi, e questa è certamente la parte più rilevante della documento, propone ancora una volta, la disamina dei casi in cui l’omessa informazione può essere comunque motivo di risarcimento.
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