Gli altri interventi in Campania
Prosegue la nostra analisi dei protocolli d’intesa riguardanti l’attività autoptica di rilevanza giudiziaria, sviluppati seguendo il modello tracciato dal protocollo firmato nel 2017 tra l’Università della Campania, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere e l’Azienda Ospedaliera “Sant’Anna e San Sebastiano” di Caserta. A questo accordo, pionieristico nel contesto campano, hanno fatto seguito numerosi altri protocolli stipulati tra:
– la Procura della Repubblica presso il Tribunale Napoli Nord e l’ASL Napoli 2 Nord nel 2019;
– la Procura della Repubblica di Potenza e l’Azienda Ospedaliera “San Carlo” di Potenza nel 2020;
– la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Benevento e l’Azienda Ospedaliera “San Pio” di Benevento nel 2022;
– la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Nola con l’ASL Napoli 3 Sud nel 2023.
Il prof. Campobasso ricorda che ” in Campania, i distretti sanitari che hanno formalizzato intese con gli Uffici Giudiziari del territorio sono stati riconosciuti come strutture affiliate alla Scuola di Specializzazione in Medicina Legale dell’Università ‘L. Vanvitelli’. Un risultato significativo che consente agli specializzandi di accedere a contesti operativi dove consolidare le competenze in medicina necroscopica e partecipare attivamente a tutte le fasi delle prestazioni medico-legali, dalle ispezioni sui luoghi al riscontro diagnostico.”
Tribunale Napoli Nord e ASL Napoli 2
Il protocollo d’intesa tra la Procura della Repubblica presso il Tribunale Napoli Nord e l’ASL Napoli 2 Nord è stato siglato nel 2019 con l’inaugurazione, presso l’Ospedale di Giugliano, di un centro di medicina legale, intitolato al prof. Paolella, medico legale barbaramente ucciso in un attentato terroristico nel 1978, e dotato anche di strumentazione TAC dedicata per l’imaging post-mortale. Nel protocollo (ricorda il prof. Campobasso) è degno di considerazione il richiamo fatto in premessa ad una nota, redatta nel 2014 dal Procuratore della Repubblica Napoli Nord, in cui si denunciava al Procuratore Generale “la situazione di grave disagio derivante dall’assenza di una idonea struttura per le autopsie medico-legali” sollecitando così un intervento diretto presso le Autorità competenti per la risoluzione del problema. Intervento che ha portato alla firma del protocollo d’intesa tra Procura e Ospedale di Giugliano.
Nel protocollo è presente anche un elenco dettagliato di costi riconducibili all’utilizzo dei locali e all’assistenza tecnica alle attività necroscopiche espletate da dirigenti medici, distinguendo però tra “quelli afferenti e non afferenti all’UOC di Medicina Legale Necroscopica e Pubblica Valutativa” (attualmente diretta dal Dr. Pasquale Monetti). Questa distinzione chiaramente privilegia i dirigenti strutturati di ruolo afferenti all’UOC dal momento che, per i consulenti esterni non afferenti alla UOC, si fa divieto di usufruire degli ambienti e delle attrezzature obitoriali dell’ASL Napoli 2 Nord per la conservazione e la custodia (anche solo temporanea) di eventuali prelievi cadaverici.
Tribunale di Nola e ASL Napoli 3
Sulla traccia dei protocolli citati siglati con l’Ospedale di Caserta e con la ASL Napoli 2 Nord, merita di essere segnalato anche quello siglato nel 2023 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Nola con l’ASL Napoli 3 Sud.
Con questo protocollo l’Azienda si impegna a garantire la disponibilità dei propri medici legali per attività di sopralluogo, esame esterno ed autopsia (ad eccezione di casi di malpractice che coinvolgono l’ASL o il suo personale) ma soprattutto ad implementare l’UOC di Medicina Legale (Direttore: Dr. Maurizio Saliva) introducendo nelle attività istituzionali esterne “la medicina necroscopica giudiziaria (ricezione, conservazione in celle frigorifere delle salme traslate su disposizione dell’Autorità Giudiziaria competente e della conseguente attività tanatologica giudiziaria, ad opera dei CT nominati) sia per ispezione esterna sia per autopsia, presso i locali a disposizione dell’ASL, con orario lavorativo feriale e festivo e nelle ore notturne e pomeridiane festive attraverso la pronta disponibilità del personale”.
Il prof. Campobasso così commenta questo passaggio: “Quella di prevedere l’istituzionalizzazione dell’attività giudiziaria nel Sistema Sanitario Nazionale (SSN) rappresenta un passaggio fondamentale per quel cambio di passo auspicato nella pratica medico legale, in quanto consente al personale sanitario, strutturato o in convenzione, di rispondere anche in orario di servizio alle molteplici esigenze di giustizia che possono interessare il cadavere come il vivente”.
L’esperienza sassarese
Un’impostazione analoga è stata recepita anche nel regolamento interno dell’Azienda per la Tutela della Salute (ATS) di Sassari, come illustrato dal Dr. Salvatore Lorenzoni, Direttore della UOC di Medicina Legale della ASL 1 di Sassari, in un precedente contributo pubblicato su questo sito (VEDI).
Nel protocollo di Sassari è espressamente indicato come “gli incarichi conferiti d’ufficio dall’AG ai dirigenti aziendali (Perizia e Consulenza Tecnica d’ufficio) NON rientrano nel novero delle attività extra istituzionali soggette ad autorizzazione della Pubblica Amministrazione presso la quale presta servizio il pubblico dipendente ex art.53 d.lgs. 165/2001”. Tanto per la semplice ragione che l’incarico non va a integrare un contratto di prestazione d’opera professionale, bensì l’“esercizio di una funzione pubblica cui si adempie a fini di giustizia”.
Le prestazioni richieste dall’Autorità Giudiziaria coincidono così con lo svolgimento di adempimenti di sanità pubblica e, quindi, vanno “svolte all’interno delle attività istituzionali del dirigente” medico. Tanto vale sia per gli incarichi conferiti in sede penale quanto in sede civile di cui il dipendente incaricato è tenuto solo a “dare comunicazione al Responsabile dell’UO di servizio e all’UO Gestione Risorse Umane”. In tal modo, i dirigenti medico legali (afferenti al Servizio di Medicina Legale) sono autorizzati a svolgere attività necroscopica di interesse giudiziario anche in orario di servizio e possono usufruire per le indagini ancillari dei diversi servizi aziendali, senza anticipazione delle spese da parte del CT. Spese poi rimborsate all’ATS direttamente dalla Procura.
A Potenza

Il modello implementato a Caserta è stato poi esportato anche in altre regioni. Un esempio significativo è quello della Basilicata dove, dal 2020,è attivo un protocollo d’intesa per le autopsie medico-legali tra la Procura della Repubblica di Potenza e l’Azienda Ospedaliera “San Carlo” di Potenza con il coinvolgimento della Struttura Interaziendale Complessa (SIC) di Medicina Legale (Direttore: Dr. Aldo Di Fazio). Nel documento si indica espressamente come tra le attività istituzionali dei dirigenti afferenti al SIC vi sia anche la “medicina necroscopica giudiziaria” svolta presso le sedi dell’Azienda Ospedaliera di Potenza in orario di servizio (“feriale dalle 9.00 alle 19.00 e prefestivo 9.00-13.00”) e in pronta disponibilità (nei festivi e nelle ore notturne).
Inoltre, anche in questo caso il pagamento dei costi relativi all’accertamento necroscopico (autopsia e/o esame esterno) ed alle indagini strumentali o di laboratorio (radiologia, istologia, patologia clinica, etc.) è erogato direttamente dalla Procura alle ASL territoriali previa emissione di fattura da parte dell’Azienda. Anche a Potenza, quindi, come già a Caserta e a Sassari, il pagamento dei costi relativi all’accertamento necroscopico (autopsia e/o esame esterno) ed alle indagini strumentali o di laboratorio (radiologia, istologia, patologia clinica, etc.) è erogato direttamente dalla Procura alle Aziende sanitarie, previa emissione di regolare fattura.
Al protocollo d’intesa siglato a Potenza ne è seguito un secondo per l’identificazione dei cadaveri senza nome, siglato lo scorso ottobre tra il Commissario Straordinario del Governo per le Persone Scomparse, i Prefetti di Potenza e Matera, i Procuratori Generali presso i Tribunali di Potenza e Matera, la Regione Basilicata e l’Azienda Ospedaliera Regionale “San Carlo” di Potenza. Un protocollo che segue la traccia indicata da omologhe intese attualmente in fase di sperimentazione in Lombardia, Lazio, Liguria e Puglia.
A Benevento
L’interesse degli Uffici Giudiziari nell’attivazione di questi protocolli con enti e aziende del SSN trova ancora conferma nel protocollo d’intesa tra Procura della Repubblica presso il Tribunale di Benevento e l’Azienda Ospedaliera (AO) “San Pio” di Benevento, siglato nel 2022. L’interesse delle Procure territoriali è quella di avere a riferimento strutture idonee per procedere, in condizioni di sicurezza, ad accertamenti medico legali su cadaveri. Attività che l’Azienda garantisce grazie alla disponibilità di ambienti e attrezzature idonee e, soprattutto, personale medico qualificato di ruolo. Degna di considerazione la procedura di nomina e conferimento incarico al consulente che prevede espressamente “anche” la modalità telematica.
Si tratta di una procedura mutuata dal protocollo di Caserta per il conferimento incarico in caso di indagini tossicologiche su reperti autoptici e che si vorrebbe implementare anche per gli incarichi autoptici, avendo trovato favorevole riscontro. La modalità telematica evita lo spostamento fisico dei consulenti incaricati, in orario di servizio e dal proprio luogo di lavoro, per raggiungere gli Uffici Giudiziari che talvolta distano diverse decine di chilometri e, quindi, tempi di percorrenza di qualche ora, in considerazione delle caratteristiche olografiche del territorio campano e del traffico giornaliero su strada.
Il protocollo
Il protocollo di Benevento prevede altresì espressamente che i costi e i compensi per l’uso degli ambienti, delle attrezzature e del materiale di consumo siano posti “a carico esclusivo dell’AO” in caso di attività di medicina necroscopica (autopsie ed esami esterni) svolte dal personale afferente all’UO di Medicina Legale (Dirigente responsabile: Dr. Francesco La Sala) tra cui anche gli accertamenti tossicologici (previa convenzione con il Laboratorio di Tossicologia Forense della Università della Campania). Nell’ipotesi, invece, di attività di medicina necroscopica svolta da consulenti esterni, non dipendenti della AO, e, in ogni caso in cui sia necessario il coinvolgimento di ausiliari specialisti esterni, i costi sono posti a totale carico della Procura di Benevento.
Sulla Procura di Benevento gravano anche i costi relativi ad “accertamenti tecnici in materia di responsabilità professionale di ambito sanitario” tra cui anche quelli del consulente tecnico medico legale afferente alla UO di Medicina Legale della AO. Il protocollo prevede altresì che i prelievi biologici provenienti da autopsie effettuate da personale esterno “non saranno accettati in custodia” dalla UO di Medicina Legale ma, trattandosi in ogni caso di reperti giudiziari, “dovranno essere portati fuori dalla struttura obitoriale nella stessa giornata dell’espletato accertamento necroscopico”. Invece, in caso di autopsie effettuate da personale afferente alla UO di Medicina Legale, i campioni prelevati nel corso della necroscopia (tra cui prelievi biologici per indagini istologiche e tossicologiche, indumenti, oggetti, etc.) “saranno custoditi dalla suddetta UO con assunzione di responsabilità da parte del personale preposto, per un periodo massimo di giorni 30 dall’effettuazione dell’autopsia, decorsi quali saranno smaltiti e/o depositati presso l’Ufficio Reperti della Procura” .
Qualche riflessione del Prof. Campobasso
I medici legali e l’adeguato supporto strutturale e logistico
A chiusura di questa rassegna sui protocolli operativi in ambito autoptico il dott. Campobasso conclude con queste riflessioni: “L’autopsia giudiziaria deve attenersi a precisi standard procedurali ma soprattutto richiede particolari e per lo più complesse impostazioni tecnico-organizzative che spesso non sono considerate né previste negli atti di nomina del CTU, a meno che questi non faccia parte di una struttura ospedaliera o universitaria in grado di supportare le diverse attività di indagine. Ecco perché la sinergia tra Procura e Azienda sanitaria è imprescindibile per una gestione organizzata ed efficiente delle autopsie giudiziarie per le quali è necessario: 1) individuare e reclutare medici legali, dedicati e competenti, quali CTU ma soprattutto 2) garantire ai CTU un adeguato supporto strutturale e logistico, senza il quale l’autopsia giudiziaria non risponde adeguatamente alle esigenze di giustizia e di sicurezza della comunità.
Le qualifiche tecniche del personale
La sede ospedaliera e i laboratori in dotazione alle aziende sanitarie e ospedaliere accreditate dal SSN, quali centri di riferimento dotati di personale qualificato, sono garanzia di quella assistenza tecnica e di diagnostica strumentale (radiologica e isto-patologica, in particolare) necessaria allo svolgimento delle indagini cadaveriche di interesse giudiziario. In alcuni protocolli (tra cui quello della ASL Napoli 2 Nord e di Potenza) si prevede espressamente non solo l’ampliamento del personale di supporto tecnico-logistico (v. tecnici di autopsia) ma anche, e soprattutto, del reclutamento di medici legali in numero adeguato per rispondere alle esigenze operative del territorio, contribuendo così a migliorare ulteriormente l’efficienza delle indagini giudiziarie. Indagini che, per i medici legali, non si limitano alla sola attività di medicina necroscopica (oggetto dei protocolli d’intesa illustrati) ma va ben oltre.
Basti pensare al coinvolgimento degli specialisti in medicina legale ospedalieri nelle indagini giudiziarie su vivente. Per tutte ricordo l’applicazione delle linee guida nazionali per le aziende Sanitarie e le Aziende Ospedaliere in tema di soccorso e assistenza socio-sanitaria alle donne vittime di violenza, quale indicata dal DPCM del 24.11.2017. Una Commissione SIMLA già nel 2023 aveva segnalato una serie di criticità nelle attività medico legali in ambito penalistico sollecitando un cambio di passo per un maggior coinvolgimento dei medici legali nella medicina clinica forense per tutte le vittime di violenza domestica, familiare, maltrattamenti e abusi su persone fragili quali anziani e minori. Per un approfondimento rimando a quanto già illustrato in questo sito in due contributi “.
Occorre un intervento a livello nazionale
Ed ancora.
“Probabilmente nel vasto territorio nazionale altre tipologie di protocolli d’intesa tra Procure, ASL e Università sono sicuramente in vigore per il governo delle autopsie giudiziarie ed ovviamente tutti presentano luci e ombre. Tra gli aspetti più critici, probabilmente comune a molti accordi interistituzionali, la procedura di conferimento incarico e l’autorizzazione allo svolgimento degli accertamenti ancillari nei cui confronti, alcuni magistrati pongono talora divieti e limiti non rendendosi conto dei rischi processuali di una indagine autoptica incompleta, priva delle indagini strumentali e di laboratorio cui un consulente pone invece indicazione. Le intese siglate tra Uffici Giudiziari e Aziende Sanitarie rappresentano una base di dialogo imprescindibile se si vuol perseguire quel cambio di passo auspicato dalla Commissione SIMLA, allo scopo di rendere omogeneo su tutto il territorio nazionale un modello operativo virtuoso, a tutela della salute pubblica e delle esigenze di giustizia”.
Il prof. Campobasso ricorda infine come in una proposta di legge sul tema delle autopsie giudiziarie, presentata alla Camera dei Deputati l’8 Giugno 2010, si indicava come “indispensabile avvalersi di una struttura organizzata, dotata delle necessarie strumentazioni e di personale adeguato per formazione, qualifiche e competenza in cui la qualità delle prestazioni sia garantita da un sistema di controllo e verifica” ed ancora si definiva come “ottocentesco” il sistema vigente.