Abstract
Il Meeting annuale dell’American Academy of Forensic Science è senza alcun dubbio uno degli eventi che ha avuto una maggiore frequentazione da parte dei giovani ricercatori e specialisti in formazione in medicina legale. E moltissimi sono i contributi italiani che vi vengono presentati. Ma quanti poi di questi vengono pubblicati sulle nostre riviste. Facciamo il punto.
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L’edizione 2022 del meeting annuale dell’American Academy of Forensic Sciences è ormai alle porte. Sarà una edizione ibrida quella che si terrà a Seattle, Washington, dal 21 al 25 Febbraio 2022 (vedi il nostro articolo in proposito) con possibilità di partecipazione ai lavori anche da remoto tramite piattaforma informatica.
Si tratta del 74° appuntamento del congresso internazionale nato dall’intuizione del Dott. Gradwohl, Director of Research del Saint Louis Police Department, e del Dott. Castellanos, Direttore del Cuban National Bureau of Identification. Nella Primavera del 1947 i due amici, consci della natura olistica di gran parte dei casi di interesse forense, convennero sulla necessità di una conferenza multidisciplinare e pan-americana per il confronto tra le eminenze delle differenti discipline forensi. Il primo, storico, meeting ebbe luogo a Saint Louis, Missouri, nei giorni 19-20-21 Gennaio 1948: furono 150 tra scienziati e professionisti i primi partecipanti.
Da quella prima edizione l’evoluzione dell’Annual Meeting AAFS è stata costante, con un numero sempre maggiore di partecipanti e con una spiccata vocazione internazionale. Nell’ultima edizione prepandemica, quella tenutasi nel Febbraio 2020 ad Anaheim, California, i partecipanti sono stati circa 4000 e oltre 1000 i lavori scientifici presentati. Numerosissimi, come di consueto, i contributi apportati da medici legali provenienti dallo stivale, un vivace contingente alimentato dalla verve e curiosità scientifica di giovani colleghi ai primi anni del percorso di formazione e spesso alla prima esperienza di congresso internazionale.
Il meeting rappresenta una stimolante occasione per presentare ad una platea internazionale i risultati preliminari di uno studio o per sottoporre anticipatamente al vaglio dei pari i risultati di una ricerca in attesa di pubblicazione.
Tuttavia, un recente report pubblicato sul Journal of Forensic Sciences (vedi) ha evidenziato un tasso di pubblicazione su rivista degli abstract presentati al meeting inferiore al 25%. Il campione analizzato ha riguardato tutte le presentazioni orali e i poster annoverati nei proceedings congressuali degli AAFS Meeting 2011 (Chicago, Illinois) e 2016 (Las Vegas, Nevada). Tanto in relazione ai tempi massimi di latenza segnalati in letteratura (5 anni) tra la presentazione preliminare di risultati in congresso e la pubblicazione in riviste.
L’indagine, condotta su motori di ricerca e indicizzatori telematici quali Web of Science, Scopus, Pubmed e Google Scholar, ha rilevato come dei 758 abstract del meeting 2011 solo il 20.6% è stato pubblicato dagli autori su riviste impattate. Il tasso di pubblicazione più alto è stato osservato per gli abstract relativi alle sessioni di Antropologia Forense (31.4 %) mentre percentuali bagatellari (inferiori al 5%) riguardavano discipline quali Ingegneria Forense, Giurisprudenza e Questioned Documents.
Per gli 870 lavori presentati al meeting 2016 il tasso di pubblicazione complessivo si è assestato al 23.8%, con la Patologia Forense a farla da padrona (31.9% degli abstract pubblicati) e Questioned Documents come fanalino di coda (5%). Contrariamente alle aspettative, la barriera linguistica non sembra essere un fattore ostativo rilevante per la successiva pubblicazione in rivista: relativamente alla sezione Patologia Forense gli autori afferenti ad istituzioni statunitensi hanno pubblicato il 20.7% ed il 29.8% dei lavori presentati nel 2011 e nel 2016 a fronte di un tasso di pubblicazione del 34.8% e del 30.3% degli autori non-USA.
In entrambi i congressi, la maggior parte dei contributi internazionali è stata italiana: 49 abstract nei proceedings 2011 e 36 nel 2016. Di questi, il 36.7% ed il 30.5% ha visto la pubblicazione in rivista nei 5 anni successivi. Percentuali che rendono merito alla curiosità scientifica ed alla volontà di segnalazione di casistica rilevante dei medici legali e ricercatori forensi italiani, ed in linea con i tassi di pubblicazione segnalati per i colleghi di discipline cliniche, chirurgiche e della medicina dei servizi.
Ciò nonostante, deve rilevarsi come la gran parte dei lavori presentati nel congresso annuale americano non abbia poi un seguito su rivista scientifica. Tanto può essere ricondotto a fattori quali il frequente ricorso alla segnalazione di singoli casi caratterizzati da peculiarità circostanziali o tecniche nella categoria poster della sessione di Patologia Forense. Ciò a fronte della sempre minore propensione delle riviste più accreditate ad accettare segnalazioni di singoli case reports, anche quando impreziositi da una rigorosa revisione della letteratura attinente.
Ulteriore fattore da annoverare è la difficoltà per i ricercatori italiani in ambito forense di costituire ampi database di casistica, in relazione ad una parcellizzazione delle aree di competenza autoptica tra istituti universitari, aziende territoriali e liberi professionisti. Ne consegue la difficoltà ad ampliare su larga scala le case series analizzate, al di là di pregevoli spunti di interesse deducibili da campioni di entità limitata.
È infine da richiamarsi la mole di ore lavorative necessarie per tradurre una preliminare e sintetica comunicazione orale in un paper redatto secondo gli stringenti requisiti di una rivista scientifica impattata. Tempo da ritagliare tra crescenti impegni accademici, assistenziali e di natura giuridica, con un numero di specialisti operanti sul territorio nazionale ad oggi insufficiente.
L’auspicio è che il progressivo incremento del numero di borse per i medici in formazione specialistica registrato negli ultimi anni possa tradursi, anche attraverso un’opera di sensibilizzazione circa l’importanza dell’attitudine alla pubblicazione scientifica a fini universitari e concorsuali, in un maggiore interesse per tale attività ed in una migliore efficienza nella scelta delle aree tematiche oggetto di indagine.
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