Abstract
Una riflessione del Vicepresidente di SIMLA Franco Marozzi sui controlli e i suggerimenti valutativi a cui è sottoposto il medico-legale fiduciario da parte delle Compagnie Assicurative
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Controlli
Dall’introduzione della cosiddetta “perizia telematica” e alla sua trasmissione attraverso i portali delle Compagnie Assicuratrici che in ambito di RC e Polizza Privata si occupano di risarcire e/o indennizzare il danneggiato/infortunato, il medico legale fiduciario delle stesse è, ineluttabilmente, monitorato nel suo operato.
È da qualche tempo, infatti, che le compagnie assicurative operano costanti verifiche di qualità, sia attraverso audit affidati ad altri professionisti, sia attraverso l’osservazione di alcuni parametri (particolarmente legati alle valutazioni delle cosiddette micropermanenti e alle spese mediche sostenute dal danneggiato) finalizzate alla elaborazione di medie statistiche per aree regionali e nazionali che vengono comparate con quelle ottenute dalle prestazioni del fiduciario misurandone gli scostamenti che sono poi oggetto di discussione relativamente al suo operato in funzione di audit interno. Tale attività rischia, spiace dirlo, di implicare involontari condizionamenti che minano la libera espressione del medico legale che diversamente deve sempre e solo orientarsi rispetto le peculiarità del caso concreto.
“Suggerimenti” valutativi
In più c’è giunta notizia che una primaria compagnia assicurativa, attraverso un complesso meccanismo sempre gestito dai portali informatici, suggerisce ai medici legali fiduciari la misura in forma percentuale delle singole menomazioni accertate dagli stessi, sulla base di selezionati riferimenti tabellari, col che impedendo, inevitabilmente, alla più ampia e compiuta consultazione di tutti i barèmes di uso pragmatico nella disciplina medicolegale in ambito di valutazione del “danno alla persona”.
Si sottolinea, in merito a ciò, che molte sarebbero le osservazioni dal punto di vista tecnico clinico medico-legale essendo i parametri tabellari, con poche eccezioni, delle mere indicazioni che vanno modulate caso per caso stante le palesi variazioni delle condizioni individuali: si pensi solo al problema delle preesistenze patologiche, alle condizioni riducenti o aggravanti le menomazioni legate all’età, al sesso, etc.
È doveroso segnalare che gli sconsigliabili predetti sistemi informatici di suggerimento tabellare consentono la possibilità di discostarsi dall’imposizione orientativa come dovrebbe in realtà sempre essere attraverso modalità di espressione valutativa libera e consapevole. È, altresì, doveroso però altrettanto segnalare che nulla è dato sapere sui potenziali meccanismi di controllo aziendale che potrebbero essere messi in atto sulle valutazioni in misura percentuale assegnate dal medico legale fiduciario, circostanza che in una visione erga omnes introduce, inesorabilmente, la spinosa questione del “conflitto di interesse”, argomento dal profilo complicato del quale, però, non può e non deve sottacersi.
Il punto
Pur non volendo in nulla interferire con scelte aziendali di natura funzionale e organizzativa che riguardano la libertà d’impresa, è difficile per me, come Vicepresidente della Società Scientifica Nazionale SIMLA (Società Italiana di Medicina Legale e delle Assicurazioni) non esprimere seria preoccupazione per quanto sta accadendo e sopratutto cos’altro ancora potrà accadere di così stridente con i principi etici-deontologici della nostra disciplina. A tal proposito si ritiene sufficiente richiamare l’art. 4 del Codice di Deontologia Medica che sottolinea come l’operato del medico
“è fondato sui principi di libertà, indipendenza, autonomia e responsabilità” e che lo stesso deve svolgersi “senza sottostare a interessi, imposizioni o condizionamenti di qualsiasi natura”.
Il messaggio che intendo lanciare alla comunità medico legale è rappresentato da una forte e generale preoccupazione: ben venga la tecnologia informatica quando è tesa a facilitare le nostre attività professionali, ma guai quando questa può potenzialmente possedere quelle connotazioni che mettono a repentaglio la libertà di espressione clinico-diagnostica o ancora condizionamenti di qual si voglia natura.
Franco Marozzi (Vice Presidente SIMLA)
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