Ne parla un articolo pubblicato il 06/08/24 su Scientific American, una delle più antiche e prestigiose riviste di divulgazione scientifica del Nature Publishing Group -intitolato Overdose Deaths Are Finally Starting to Decline. Here’s Why.
La gravità della strage da oppioidi in corso da anni negli Stati Uniti è impressionante: oltre 100.000 persone sono morte ogni anno dal 2021. La maggior parte dei decessi è dovuto al fentanyl.
Tuttavia, i dati comunicati dal CDC (Centers for Disease Control and prevention) suggeriscono che la curva ascendente degli ultimi anni potrebbe aver superato il suo picco: i decessi da overdose in generale sono lievemente diminuiti a partire dall’autunno 2023, inclusi quelli da oppioidi.
Le possibili cause
Le ragioni dell’apparente superamento del picco dei decessi non sono ancora chiare, ma vi sono alcune ipotesi i cui meccanismi potrebbero anche agire in maniera sinergica.
La fine della pandemia
Una ipotesi è che i decessi per overdose stiano semplicemente iniziando a tornare al livello medio antecedente la pandemia COVID, durante la quale si era osservato un netto incremento rispetto agli anni precedenti senza che sia ancora stato chiarito se fossero aumentate le persone che hanno iniziato a fare uso di droghe – a causa dello stress e dell’isolamento sociale – o se queste morivano più facilmente in assenza di una normale assistenza sanitaria.
La lotta al fentanyl
Una seconda ipotesi è che gli investimenti pubblici orientati a migliorare la prevenzione dell’uso e il trattamento in acuto degli effetti delle sostanze stupefacenti stiano finalmente mostrando i loro effetti.
La prescrizione di farmaci per il disturbo da uso di oppioidi, come la buprenorfina e il metadone, è aumentata, così come l’accesso in acuto al naloxone, un farmaco che negli Stati Uniti ora da banco.
Inoltre, la maggiore disponibilità di strisce reattive per il rilevamento del fentanyl potrebbe aver evitato una parte dei decessi per overdose, poiché rende più facile per chi fa uso di droghe evitare il fentanyl, che è estremamente potente e pericoloso anche a basse dosi.
La riduzione dell’offerta di fentanyl in alcune parti degli Stati Uniti potrebbe essere un’altra potenziale ragione: la maggior parte del fentanyl illegale negli Stati Uniti proviene dai cartelli messicani, che ottengono i precursori chimici dalla Cina e da altri Paesi. Da una parte, la DEA (Drug Enforcement Agency) ha recentemente inferto duri colpi al cartello di Sinaloa, dall’altra a novembre 2023 il Presidente Joe Biden ha annunciato di aver raggiunto accordi con il Presidente cinese Xi Jinping per cercare di ridurre il flusso di precursori dalla Cina.
Una maggiore consapevolezza
Una spiegazione più macabra è che la popolazione di persone a rischio di overdose da fentanyl si stia estinguendo. La vecchia generazione di persone affette da disturbi da uso di oppioidi ha subito le conseguenze più letali di questa abitudine voluttuaria, mentre i giovani potrebbero avere una maggiore consapevolezza circa la pericolosità di questa droga ed essere quindi meno inclini a iniziare a farne uso.
Una mappa eterogenea e in evoluzione
Tuttavia, la tendenza globale nasconde importanti differenze statali: mentre la maggior parte dell’est degli Stati Uniti ha registrato un calo dei decessi da overdose, gli Stati dell’ovest hanno mostrato un lieve incremento.
La tempistica dell’introduzione del fentanyl nelle diverse aree potrebbe spiegare questa differenza: mentre la parte orientale degli Stati Uniti – dal Midwest all’Appalachia – è stata esposta per la prima volta a questa droga intorno al 2014, sulla costa occidentale è arrivata solo nel 2019 e qui si stanno ancora osservando gli effetti più devastanti.
Anche l’identikit dei soggetti che muoiono per overdose da oppioidi è cambiato negli anni: mentre vi è un calo dei decessi tra le persone bianche, sta aumentando la mortalità tra i neri e i nativi americani; i più colpiti ad oggi sono i senzatetto e le persone affette da malattie mentali.
E’ troppo presto per delineare con certezza un trend realmente in calo nelle morti da oppioidi: i decessi negli ultimi 12 mesi restano drammaticamente alti (>102.000), ancora ben al di sopra dei numeri pre-pandemici, tuttavia gli esperti sono cautamente ottimisti.