Abstract
Era più che certo che il numero di vittime causate dagli incidenti del traffico sarebbero scese in modo vertiginoso a causa della pandemia Covid19. Le cifre per il 2020 indicate in un rapporto preliminare dell’ISTAT sono davvero impressionanti ma ci dicono anche che, comunque, la tendenza alla discesa dei numeri era già in corso da anni. È altrettanto chiaro che tutto ciò si ripercuote sull’attività medico-legale e anche sulle polemiche seguite all’emanazione del progetto di DPR sulla tabella unica nazionale relativa alla liquidazione del danno a persona che interessa, in primis, le vittime di questa forma di lesività.
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Che il numero di incidenti stradali e, ovviamente delle vittime degli stessi, si riducessero significativamente in conseguenza della riduzione “obbligata” della mobilità a livello nazionale legata ai lockdown della prima parte dell’anno e alle successive restrizioni connesse alle disposizioni legislative connesse alla pandemia, era evento ampiamente atteso. Le cifre sono comunque impressionanti. Questo è ciò che risulta da un rapporto preliminare dell’Istat datato dicembre 2020 che si occupa delle rilevazioni di una stima preliminare che interessa i primi nove mesi del 2020. Il calo, che si concentra, ovviamente nei mesi di febbraio, marzo, aprile e maggio, è superiore al 40 % – simmetrico al calo della mobilità che risulta pressoché pari – e connessa direttamente, dal punto di vista temporale, con i provvedimenti limitanti la circolazione di persone e merci conseguente ai multipli DPCM emanati in materia.
Alcuni grafici con i dati istituzionali


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Un dato forse ancor più rilevante, a nostro giudizio, è rappresentato dal calo progressivo delle vittime da incidenti stradali che, comunque, al di là della pandemia, si situa comunque, intorno al 42- 43 % in dieci anni e, addirittura, al 66 % in 20 anni. È chiaro che su tali dati pesano altri fattori come una presumibile riduzione della mobilità auto per il potenziamento dei servizi su rotaia, la riduzione comunque della mobilità legata a modelli di lavoro sempre più condizionati dalla comunicazione via etere, la progressivamente aumentata sicurezza dei veicoli, ect.
Al di là di un dato sicuramente positivo (molte meno vittime) è chiaro come le ricadute sull’attività medico-legale in ambito di valutazione del danno a persona siano evidenti stante che certamente questa si basava, in gran parte, dal punto di vista casistico su soggetti vittime d’incidenti stradali. Ad esempio, sotto il profilo sindacale, non regge più la considerazione, soprattutto per i professionisti fiduciari di compagnie d’assicurazione, “molti incarichi, tariffe basse”. In più, oggi il futuro specialista medico-legale, ha davvero possibilità di inserirsi in questo mercato che rischia, oltre alla pericolosità di confrontarsi con gli inceppi della libera professione, di diventare poco “conveniente” e addirittura inflazionato con scatenamento di vere e proprie guerre tra poveri? E ancora, si potrebbe operare qualche riflessione sulle tabelle di risarcimento del danno che sicuramente, quanto meno, non premiano le vittime. È ovvio che parlare di “garanzia e tutela della tenuta del sistema” a fronte di queste cifre pare davvero difficile.
Qui sotto potete scaricare il documento ISTAT in forma completa
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