Abstract – La prima parte della storia processuale, legata anche a sconcertanti accertamenti peritali, degli anarchici Bartolomeo Sacco e Nicola Vanzetti, immigrati italiani, giustiziati negli anni 20 in America.
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La vicenda di Sacco e Vanzetti, i due immigrati che nell’America del primo novecento furono condannati alla sedia elettrica per rapina a mano armata e omicidio, rappresenta una delle pagine più buie della storia del ‘900. Ripercorrerla oggi può avere un senso nuovo specie se vista con la lente degli importanti fenomeni migratori che segnano il nostro tempo. L’occasione è preziosa anche per rendere tributo ad un grande regista italiano recentemente scomparso, Giuliano Montaldo, che nel 1971 ha dato volti e voci a Sacco e Vanzetti in un film di grande successo.
L’America di inizio novecento
Il contesto nel quale si svolge il dramma di Sacco e Vanzetti è quello di un territorio che fra il 1865 ed il 1915 vede l’arrivo di 26 milioni di immigrati provenienti dall’Europa sud-orientale. Sono uomini e donne di religione cattolica, che non parlano inglese e per lo più privi di istruzione. Per loro sono disponibili solo i lavori più umili e i salari più miseri. Per loro la creazione di quartieri ghetto dove vivono in condizioni igienico sanitarie del tutto precarie. Con il passare del tempo qualcuno riesce a salire nella scala sociale americana anche partecipando alle lotte operaie e, non di rado, avvicinandosi ad attività criminali.
Questa crescente parte della popolazione americana è guardata con forte diffidenza dai ceti sociali più elevati, per lo più di origine anglosassone, e fra i quali si rafforzano sentimenti xenofobi e razzisti che sono di ostacolo ad ogni forma di integrazione sociale (Bergamini O. Storia degli Stati Uniti, Laterza 2009)
Con la prima guerra mondiale le cose non migliorano. Gli immigrati, tenuti ai margini della società, non rispondono alla chiamata alle armi e nelle industrie belliche imperversano gli scioperi. La reazione del governo americano è molto dura e con il Setidion and Espionage Act del 1917 si impegna in una battaglia repressiva in cui ogni dissenso è automaticamente considerato antipatriottico e antiamericano. A tutto ciò si sommano i timori generati dalla rivoluzione russa che fungono da catalizzatore in un situazione già di per sè esplosiva. La Red scare giustifica ogni forma repressiva nei confronti del diffondersi di ideologie sovversive.
Tra il 1919 ed il 1920 sono diversi gli attentati dinamitardi anarchici che surriscaldano il contesto. Contro questi si scatena il Ministro Palmer, scampato ad una esplosione nella sua casa di Washington. Palmer dispone i Palmer Raids contro i sovversivi e incarica Edgar Hoover (futuro direttore dell’FBI) di dirigere la General Intelligence Division predisposta per la lotta contro i radicali.
Chi sono Sacco e Vanzetti
Bartolomeo Vanzetti nasce a Villafalletto, in provincia di Cuneo l’11 giugno 1888. Raggiunge New York su “La Provence” il 19 giugno 1908. Si ingegna in diversi lavori e, in ultimo, si ritrova a vendere pesce per le strade di Playmouth.
Nicola Ferdinando Sacco nasce a Torremaggiore, in provincia di Foggia il 22 aprile 1891. Viaggia sulla motonave “Principe di Piemonte” e sbarca a Boston il 2 maggio del 1913. Trova presto un impiego come operaio in una fabbrica di calzature a Milford e da subito partecipa alle lotte operaie per ottenere migliori condizioni di lavoro.
È nel contesto dei movimenti operai che, nel 1916, Sacco e Vanzetti si incontrano aderendo, solo l’anno successivo, ad un gruppo anarchico italo-americano. Scoppiata la guerra, per evitare di essere arruolati e mandati al fronte, i due fuggono in Messico. Al rientro in USA i loro nomi sono iscritti nelle liste dei potenziali sovversivi.
Nel 1920, un anarchico loro amico, Salsedo, viene arrestato con l’accusa di aver compiuto un attentato dinamitardo contro Palmer. Durante l’interrogatorio Salsedo muore cadendo dal 14° piano. Sacco e Vanzetti organizzano una manifestazione di protesta. Ma da lì a poco saranno arrestati con l’accusa di aver partecipato a due rapine ai danni di due calzaturifici culminate nell’omicidio di due impiegati.
Le rapine
La prima rapina avviene il 24 dicembre 1919 a Bridgwater in Massachusets. Nel mirino dei banditi gli impiegati di un calzaturificio che stanno trasportando gli stipendi della settimana. Di fronte alla reazione degli impiegati gli aggressori scappano a bordo di una Hudson Overland. Ci sono però testimoni che possono identificarli.
Il 15 aprile 1920 a South Bantry, sempre in Massacchusets, è preso di mira un secondo calzaturificio. Due uomini con volto scoperto avvicinano gli impiegati impegnati nel trasporto delle paghe – Frederik Parmenter e Alessandro Berardelli – e, dopo averli immobilizzati, gli sparano a bruciapelo. Preso il denaro i due uomini fuggono su una Buik sulla quale si trovano altre due persone. L’azione è velocissima ma, oltre al cadavere di Parmenter ed al corpo gravemente ferito di Berardelli, anche in questo caso sul posto restano alcuni testimoni. Berardelli spira qualche ora più tardi in ospedale.
Le indagini
Le analogie tra le due rapine balzano subito agli occhi del capo della polizia di Bridgwater, Micheal Stewart.
Per Stewart:
“Accecato dal pregiudizio razziale e dall’odio verso i sovversivi, essi sembrano i colpevoli ideali: i circoli anarchici sono sempre alla ricerca di finanziamenti, secondo alcuni testimoni i rapinatori sono immigrati, e una Buik abbandonata è stata trovata in un boschetto in prossimità della casa di uno di loro. Le circostanze sono più che sospette e lo stesso comportamento degli anarchici sembrerebbe confermarle. Uno di loro, Coacci, ha lasciato il paese in tutta fretta, senza dare spiegazioni. Un altro, Boda, possiede una Hudson Overland che ha recentemente portato dal meccanico. L’unico modo per confermare i sospetti è trovarlo e farlo confessare, ma l’uomo è sparito, consapevole di essere ricercato. Per fermarlo l’occasione ideale è il ritiro dell’auto” (Chiavina R. Sacco e Vanzetti, cause e fini di un delitto di Stato, Samonà-Savelli).
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Il 5 maggio 1920 Boda, assieme a Orciani, Sacco e Vanzetti, si reca in officina per ritirare l’auto. Allertato dagli strani comportamenti degli operai, il gruppetto si allontana in tutta fretta ma ben presto vengono rintracciati e tratti in arresto. I primi ad essere presi sono proprio Sacco e Vanzetti che vengono fermati mentre si stanno allontanando in tram. Affermano di non conoscere Boda, cercano di nascondere le armi ed alcuni volantini propagandistici. Per due giorni sono trattenuti dalla polizia senza assistenza legale e sono sottoposti a continui interrogatori nei quali danno risposte contradditorie, se non del tutto false. Inizialmente in stato di fermo per possesso illegale di armi e per motivi politici, solo dopo alcuni giorni vengono loro contestate le rapine di Bridgewater e di South Baintree.
Entrambi hanno un alibi. Il 24 dicembre Sacco era al lavoro nel calzaturificio mentre il 15 aprile si trovava presso il consolato italiano per richiedere il passaporto per rimpatriare. In entrambe le date Vanzetti stava vendendo pesce a Plymouth. Il procuratore, Frederik Gunn Katzmann, accoglie solo l’alibi di Sacco del 24 dicembre.
I due uomini sono quindi mostrati ai testimoni per l’identificazione. Pur tra mille incertezze e contraddizioni, alcuni testimoni li riconoscono fornendo a Katzmann i presupposti per l’incriminazione formale: solo Vanzetti per la rapina a Bridgewater, entrambi per i fatti di South Baintree.
Il procuratore Katzmann ora è pronto per il processo per la rapina di Bridgewater che desidera il più precoce possibile. Il suo intento è quello di ottenere la condanna di Vanzetti in modo da presentarlo come pregiudicato al processo per i fatti di South Bantree.
In realtà l’istruttoria per la rapina di South Bantree si protrae per un anno a causa delle dichiarazioni contraddittorie dei testimoni, che faticano a identificare Sacco come uno dei banditi.
Seguiranno due drammatici processi in cui – come vedremo nel prossimo articolo – gli aspetti identificativi ed una balistica forense ancora immatura saranno impiegati a sostegno di un’ingiusta accusa e di un ancor più ingiusto verdetto.
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