Abstract
La guerra delle tabelle Milano – Roma che riguardano il risarcimento delle diverse forme di danno non patrimoniale, con particolare riferimento a quelle che si riferiscono al detrimento del bene salute, è più che mai in corso. Ma quali sono le reali differenze dal punto di vista quantitativo dell’entità risarcitoria tra i due diversi approcci? Cerchiamo di fornirvi delle risposte attraverso un interessante articolo sull’argomento.
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Si è parlato di guerra – con toni, a volte scherzosi, a volte meno – tra le diverse impostazioni che hanno assunto gli Osservatori per la Giustizia Civile dei Tribunali ambrosiano e capitolino che hanno affrontato la tematica della quantificazione, attraverso forme tabellari, delle diverse fattispecie di risarcimento del danno non patrimoniale da morte o da detrimento del bene a salute. Una guerra nella quale la Corte di Cassazione Civile ha certamente acceso la miccia minando il primato che da anni Milano si era guadagnata con la famosa “sentenza Amatucci”.
Ma al di là della specificità delle prese di posizione della Suprema Corte, quali sono le reali differenze tra gli approcci milanesi e romani sull’argomento e quanto cambierebbe essere risarcito con l’uno o con l’altro metodo?
Per di rispondere a questa domanda vi segnaliamo l’interessante articolo pubblicato sul sito della Gen Re, una delle più importanti aziende che si occupano di riassicurazione a livello mondiale, dal Dott. Lorenzo Vismara, responsabile del servizio sinistri della medesima azienda per il suo branch di Milano. Nella pubblicazione che vi segnaliamo troverete molte risposte sulle differenze tra i due diversi approcci liquidativi e, anche attraverso alcuni esempi pratici, potrete apprezzare cosa accade se ad uno specifico caso – vuoi si tratti di risarcire postumi permanenti relativamente al danno biologico, vuoi si stia parlando di danno da perdita parentale o ancora di cosiddetto danno riflesso – ci si approcci ad uno specifico caso con la metodica romana o con quella milanese.
Qui potete leggere e scaricare l’articolo in forma completa.
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Vedi anche: Danno da perdita parentale: la Cassazione sceglie Roma