Abstract
L’articolo che vi abbiamo presentato ieri sulla rottura di milza (Rottura di milza e colorazione di Perls – vai all’articolo) non era frutto di una nostra operatività. Era scritto dal nuovo sito ChatGPT ovvero da processi algoritmici governati dall’intelligenza artificiale. Qualche considerazione sulle trasformazioni che l’AI porta e porterà nel mondo scientifico e della formazione. Naturalmente, anche nel nostro.
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Quanti di Voi si sono meravigliati del breve testo di trattazione “Rottura di milza e colorazione di Perls“? E quanti di Voi avranno sicuramente storto il naso per la qualità delle informazioni riportate nel breve (non) saggio che abbiamo proposto? E chissà quanti di Voi avranno pensato che il lavoro pubblicato sia il frutto di un mero copia-incolla da Google e come possa la Redazione del sito aver permesso la pubblicazione di un tale testo!
Nulla di più sbagliato. Avete clamorosamente sbagliato se avete pensato appunto a Google o ad uno scivolone della Redazione!
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Il testo elaborato da ChatGPT
Il testo a Voi offerto è il frutto dell’IA, ossia dell’intelligenza artificiale e nello specifico di ChatGPT della OpenAI. Ebbene si! Il testo su milza e colorazione di Perls è il frutto di una serie di domande poste a ChatGPT qui sotto riportate e, come avete avuto occasione di leggere, le risposte lasciano a desiderare:
- Cause di rottura di milza traumatiche.
- Rottura di milza a causa di malattie.
- Esami istologici sulla rottura di milza.
- Diagnosi differenziale tra rottura acuta e cronica.
- Scrivi un testo di 500 parole sulla colorazione di Perls utilizzata nelle rotture di milza indicando: il tipo di colorazione, la finalità del metodo, le basi biochimiche della colorazione ed il loro significato. Indica le fonti bibliografiche.
- Scrivi un testo di 500 parole riguardanti la datazione della rottura di milza con la colorazione di Perls. Indica le fonti bibliografiche.
- Dopo quanto tempo la colorazione di Perls è positiva nella rottura di milza? Indica le fonti bibliografiche.
- Scrivi un testo di 300 parole indicando quando la colorazione di Perls si positivizza.
Come potete leggere, se ognuno di noi è in grado di dare risposte molto più dettagliate, per ora l’intelligenza artificiale non è in grado di sostituire il sapere acquisito in anni di studio e di pratica, posto inoltre che essa è frutto dell’intelligenza biologica.
Ora, un caso specifico – ve lo presentiamo come esemplificazione – fu presentato all’Annual Meeting del NAME 2018 – National Association Medical Examiners sotto forma di poster e l’argomento, come potete leggere, è molto più articolato di quanto ChatGPT, per ora, possa fare.
Per quanto siano comunque indicate le fonti di bibliografia nel testo a voi proposto (ChatGPT si ferma al 2021 come operatore che contiene informazioni sul web), non sono riportate quelle voci che lo specialista patologico forense si attende, per quanto il testo scritto dall’AI dipenda molto dalle domande e forse anche dal fatto che è stata utilizzata la lingua italiana. Però, come avete avuto occasione di leggere, le fonti citate sono quelle in lingua inglese (UptoDate).
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L’editoriale di Lancet Digital Health
Per quanto l’esempio rappresenti una fessura sul futuro, ad oggi il problema della IA e di ChatGPT si estende anche alle opere di ingegno letterario, artistico e scientifico. Fatto questo che non è sfuggito agli editori del settore. Lancet Digital Health (vedi) ha pubblicato un interessante editoriale riguardo dal titolo “ChatGPT Friend or foe?” (“ChatGPT: amico o nemico”), che conclude “Widespread use of ChatGPT is seemingly inevitable but in its current iteration careless, unchecked use could be a foe to both society and scholarly publishing.” (“L’uso diffuso della ChatGPT è apparentemente inevitabile, ma nella sua attuale versione l’uso incauto e non controllato potrebbe essere un nemico sia per la società che per l’editoria scientifica“).
Qui sotto potete leggere la traduzione dell’articolo pubblicato su Lancet Digital Health.
Ma noi, che abbiamo o, almeno dovremmo avere, una cultura latina, ci affrettiamo almeno a dire: cum grano salis.
Buona e profonda riflessione per tutti soprattutto per i possibili prossimi futuri usi dell’IA nel campo della medicina legale. Amici o nemici?
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