Introduzione
Il Lancet, come sapete una delle più prestigiose riviste mediche al mondo, ha pubblicato recentemente il rapporto di una Commissione di cui è promotore insieme alla University College of London (UCL), in cui si cerca di fare il punto, con modalità, secondo la definizione degli autori, “evidence based”, sull’impatto dell’arrivo dei migranti nei Paesi di medio e alto reddito con, particolare, interesse per le questioni legate alla salute e all’organizzazione sanitaria.
Il problema dei migranti è certamente al centro del dibattito politico e sociale in tutti i Paesi dell’Occidente industrializzato. Le ripercussioni dell’imponente migrazione di individui da paesi a basso reddito avvenuta negli ultimi anni, ha rivoluzionato l’intero costume europeo e ha condotte a cambiamenti radicali che hanno avuto e hanno una importante ripercussione, oltre che sulla politica e la società, anche sul diritto del nostro Paese. Ne è testimonianza l’approvazione recente del cosiddetto “Decreto Sicurezza” (DECRETO-LEGGE 4 ottobre 2018, n. 113) che qui potete scaricare.
E’ chiaro che questo articolo nasce in un Paese, il Regno Unito, assai diverso dal nostro, certamente, per storia e tradizione “imperiale”, davvero multietnico e con, di conseguenza, una visione assai “politically correct” dell’argomento nonostante l’attuale spinta isolazionista legata alla Brexit.
Al di là del tono francamente accusatorio della pubblicazione circa la politica cosiddetta “sovranista” o “populista”, sul quale, naturalmente, ognuno di noi può avere idee differenti, ci sembra interessante proporlo per dar modo di confrontarsi con un pensiero e con dati, esplicitati da una fonte, almeno apparentemente, del tutto qualificata, per fornire idee che dovrebbero, comunque, essere di aiuto anche in ambito medico-legale soprattutto considerando, come si diceva nel testo del Cazzaniga, la componente cosiddetta “giuridica” , contrapposta a quella “forense” della nostra specializzazione ovvero quella che dovrebbe fornire alla politica gli strumenti tecnici più adeguati per legiferare.
Se si parla di uomini, di salute e di Leggi, la medicina legale dovrebbe sempre entrare in azione e credo che su questo non possiamo che essere tutti d’accordo.
L’articolo
Qui vi proponiamo la traduzione del SUMMARY dell’articolo (più sotto potrete scaricarlo in modo completo)
Con un miliardo di persone in movimento o che si trasferiscono da paese a paese, nel 2018, la migrazione è una realtà globale, che è diventata anche un vero e proprio parafulmine politico.
Sebbene le stime dimostrino che la maggior parte della migrazione globale avviene tra paesi a basso reddito e paesi a medio reddito (LMIC), le discussioni più rilevanti si concentrano quasi esclusivamente sulla migrazione dai LMIC ai paesi ad alto reddito (HIC). Al giorno d’oggi, il pensiero e la politica populista demonizza quegli individui che, da migranti, sostengono le economie, i servizi sociali e contribuiscono ai servizi sanitari, sia dei paesi di origine che di quelli di destinazione. Molti rappresentanti del potere politico ed economico continuano a limitare o condannare pubblicamente la migrazione per promuovere i propri interessi. Nel frattempo i movimenti nazionalisti affermano la cosiddetta sovranità culturale in un confronto retorico basato sul “noi contro loro” , creando una condizione di emergenza anche sul piano morale. In risposta a questi problemi, la Commissione UCL-Lancet su Migrazione e Salute è stato convocata per articolare approcci basati sull’evidenza in grado di informare pubblico e politici. La Commissione ha avviato analisi e consultazioni allargate coinvolgendo diverse competenze internazionali, che vanno dalla sociologia, alla politica, dalla scienza alla salute pubblica, dalla legge alle questioni umanitarie e antropologiche. Il risultato di questo lavoro è un rapporto che mira ad essere un invito all’azione della società civile, dei leader del mondo della salute, degli accademici e dei responsabili politici, per massimizzare i benefici e ridurre i costi della migrazione soprattutto sulla questione “salute” a livello locale e globale.
I fondamenti del nostro lavoro riguardano cinque obiettivi generali che si vogliono far risaltare in questo rapporto.
- In primo luogo, forniamo gli ultimi dati disponibili, provati scientificamente, sulla migrazione e sull’incidenza di questa sulla salute intesa in senso generale. Questi sfatano miti diffusi e mettono in evidenza la diversità, la dinamica e i benefici della migrazione moderna e in che modo questa si relazioni con la salute sia sulla popolazione globalmente intesa che sui singoli individui. I migranti, in generale, contribuiscono ad aumentare la ricchezza delle società ospitanti piuttosto che a gravarle di costi. Il nostro articolo dimostra che i migranti verso le HIC hanno, in media, una mortalità inferiore alla popolazione del paese ospitante. Tuttavia, è stata rilevato un aumento della morbilità per alcune condizioni e tra alcuni sottogruppi di migranti, (ad esempio, un aumento dei tassi di malattia mentale nei soggetti vittime di immigrazione irregolare o in quelli in fuga da conflitti) rispetto a quelli che vivono nel luogo di origine. Attualmente, nel 2018, la situazione globale della salute dei migranti e i loro bisogni in questo ambito sono difficili da valutare a causa di dati di scarsa qualità. Sappiamo molto poco, per esempio, sulla salute di migranti privi di documenti, persone con disabilità o lesbica, gay, bisessuale, transessuale o intersessuale (LGBTI) rispetto ai medesimi soggetti che ancora si trovano nei paesi d’origine.
- In secondo luogo, esaminiamo i determinanti multisettoriali della salute in modo da considerare le loro implicazioni in questo ambito. La salute delle persone che migrano dipende molto dai fattori strutturali e politici che determinanol’impulso alla migrazione, le condizioni del loro viaggio, e la loro destinazione. Discriminazione, disparità di genere, ed esclusione dai servizi sanitari e sociali ripetutamente emergono come influenze negative per la salute dei migranti e richiederebbero risposte intersettoriali.
- Quale terzo argomento, esaminiamo criticamente le principali sfide per la salute nell’ambito del problema migrazione. La mobilità della popolazione fornisce numerosi elementi favoroveli di tipo economico, sociale e culturale per coloro che migrano e per le comunità ospitanti. Inoltre, il diritto al più alto standard di salute raggiungibile, indipendentemente dalla posizione o dal particolare stato migratorio, è sancito da numerosi statement nell’ambito del diritto umanitario. Tuttavia, le preoccupazioni relative alla sovranità nazionale tendono a oscurare questi benefici e a inasprire le norme legali in relazione alla migrazione. L’attenzione per la migrazione si concentra in gran parte su problemi di sicurezza. Peraltro, quando si tende a coniugare le parole salute – migrazione, tutto viene discusso in piccoli sottogruppi sociali e politici, o interpretato comunque, in generale in modo negativo. Accordi internazionali, come il Global Compact delle Nazioni Unite su migrazione e rifugiati, rappresentano un’opportunità per garantire quella solidarietà internazionale e quella unità di intenti schierate contro le politiche nazionaliste ed esclusiviste, che dovrebbero portare ad azioni concrete per proteggere la salute dei migranti.
- In quarto luogo, esaminiamo l’equità nell’accesso alla salute e ai servizi sanitari nel tentativo di offrire soluzioni basate su prove scientifiche per migliorare la salute dei migranti. I migranti dovrebbero essere esplicitamente inclusi in impegni di copertura sanitaria integrale. In definitiva, il costo di non essere inclusivi per quanto riguarda i sistemi sanitari potrebbe essere maggiore per le economie nazionali, per la sicurezza sanitaria e per la salute globalmente intesa, rispetto a modesti investimenti richiesti per operare in modo contrario.
- Infine, guardiamo avanti per delineare come possano le nostre deduzioni contribuire a una forma di salute sinergica ed equa, attraverso strategie sociali, politiche ed economiche attuabili per informare e ispirare l’azione di migranti, politici e società civile. Concludiamo asserendo che la migrazione dovrebbe essere trattata come una caratteristica centrale della salute e dello sviluppo del XXI secolo. Impegni per la salute delle popolazioni in migrazione dovrebbe essere considerate in tutto lo sviluppo degli Obbiettivi Sostenibili (SDG) e nell’implementazione del Global Compact per la migrazione e per i rifugiati dell’ONU. Questa Commissione offre raccomandazioni che vedono la mobilità della popolazione come una risorsa per la salute globale che dimostra il vero significato dell’essere “tutti” in buona salute.
Qui sotto potete scaricare l’intero articolo