Abstract
L’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) ci fornisce, in rapidi tratti statistici, lo stato dell’Italia per quanto riguarda la sua situazione economico sanitaria con particolare riferimento alla pandemia Covid19.
. . . .
L’OCSE (acronimo in inglese OECD – Organisation for Economic Co-operation and Development) a cui appartengono 38 paesi del mondo (vedi la lista) – sono compresi praticamente tutti i più importanti dell’Occidente – è un’organizzazione internazionale che, secondo i suoi principi fondatori “lavora per costruire politiche migliori per una vita migliore“. Insieme a governi, responsabili politici e cittadini, lavora per stabilire standard internazionali basati su prove certe in modo di trovare soluzioni a una serie di sfide sociali, economiche e ambientali attraverso il miglioramento delle prestazioni economiche, la creazione di posti di lavoro la promozione di una diffusione dell’istruzione e la lotta all’evasione fiscale internazionale, per cercare di costruire un forum e un centro di conoscenza di dati e per analisi, scambio di esperienze, condivisione delle migliori pratiche e consulenza sulle politiche pubbliche e sulla definizione di standard internazionali.
Come ogni anno, anche per il 2020, ha fornito un report sulle condizioni dell’Italia per quanto riguarda la salute dei suoi cittadini e lo sviluppo dell’apparato sanitario nazionale.
È chiaro che l’effetto della pandemia, a cui sono dedicati molti rilievi nel prospetto che vi presentiamo, ha giocato un ruolo chiave e drammatico nella vita degli italiani nel 2020.
Infatti:
- All’1 novembre, si sono registrate quasi 4,8 milioni di infezioni da COVID-19.
- Sono stati registrati 132 000 decessi a causa del virus.
- L’aspettativa di vita è diminuita di 1,2 anni durante la pandemia, da 83,6 anni nel 2019 a 82,4 anni nel 2020 (rispetto a una riduzione media di 0,6 anni nei paesi OCSE).
- Il 71% della popolazione italiana è stato completamente vaccinato contro il COVID-19 (due dosi), rispetto al 65% in media dell’OCSE (al 1° novembre).
- La crisi del COVID-19 ha avuto un impatto significativo e negativo sulla salute mentale. In Italia la prevalenza della depressione è triplicata, raggiungendo il 17,3% all’inizio del 2020, rispetto all’anno precedente.
- La mortalità per tutte le cause nel 2020 e nei primi sei mesi del 2021 è aumentata del 12,9% rispetto alla media 2015-2019.
- La pandemia ha causato un forte aumento della spesa sanitaria in percentuale del PIL, dall’8,7% nel 2019 al 9,7% nel 2020 (rispetto a un aumento medio di 0,9 punti percentuali nell’area OCSE).
- L’Italia ha avuto l’11° tasso di vaccinazione più alto in 37 paesi dell’OCSE il 1° novembre, in aumento rispetto al 21° all’inizio di luglio. L’Italia ha fortemente incentivato la vaccinazione diventando il primo Paese europeo a richiedere un tesserino sanitario per tutta la sua forza lavoro.
- La pandemia ha comportato ritardi nelle cure, incluso un calo del 38% dello screening del cancro al seno nel 2020 rispetto al 2019.
I dati generali sono più soddisfacenti.
- Lo stato di salute complessivo dell’Italia è positivo avendo una delle più anziane popolazioni tra i paesi dell’OCSE (aspettativa di vita pari a 83,6 anni rispetto alla media di 81 dei paesi OCSE).
- Vi è ancora un alto tasso di fumatori ma si è ridotto quello dei bevitori di alcolici anche se i tassi di obesità e di soggetti sovrappeso è inferiore alla media OCSE.
- La copertura sanitaria dei cittadini sanitari è alta sebbene la soddisfazione per la qualità delle cure prestate sia sotto la media OCSE.
- Nonostante molti pensino il contrario, la qualità delle cure anche in ambito primario sono giudicati dall’OCSE come buoni e contribuenti a limitare le ammissioni ospedaliere.
- È vero però che altri indicatori riguardo le risorse impiegate dallo stato nella sanità che sono più basse della media dei paesi OCSE soprattutto per ciò che concerne la spesa sanitaria.
“OECD Indicators“
VUOI APPROFONDIRE QUESTO ARGOMENTO?
Leggi anche: Miglioriamo, ma la Giustizia Civile italiana resta la più lenta d’Europa