Abstract
Diamo notizia di un pregevole articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista British Medical Journal che, attraverso un’accurata analisi sulle migliori evidenze scientifiche pubblicate, cerca di quantificare gli effetti del ritardo di trattamento sulla mortalità nell’ambito delle principali patologie cancerose. L’articolo è di stringente attualità, sia per le problematiche connesse alle difficoltà diagnostico terapeutiche nei portatori di malattie tumorali durante la pandemia Covid19, sia per l’interesse medico-legale nell’ambito della determinazione dei nessi causali e delle perdite di chance nel caso di colposi ritardi diagnostici nei soggetti affetti da neoplasia.
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Il British Medical Journal ha recente pubblicato un’accurata metanalisi che cerca di quantificare gli effetti del ritardo di trattamento sulla mortalità nell’ambito delle principali patologie cancerose. Ecco il titolo e gli autori della pubblicazione (QUI troverete l’articolo in forma completa):
MORTALITY DUE TO CANCER TREATMENT DELAY: SYSTEMATIC REVIEW AND META-ANALYSIS
Hanna TP, King WD, Thibodeau S, Jalink M, Paulin GA, Harvey-Jones E, O’Sullivan DE, Booth CM, Sullivan R, Aggarwal A. pubblicato il 04 Novembre 2020
L’articolo viene così presentato nel suo abstract:
“Il ritardo nel trattamento del cancro può avere conseguenze negative sull’esito della patologia. Tuttavia, nonostante la sua importanza fondamentale, mancano stime standardizzate dell’effetto del ritardo del trattamento sulla sopravvivenza per la maggior parte delle indicazioni di trattamento. Le precedenti meta-analisi eseguite hanno trovato prove a sostegno di un’associazione evidente tra ritardo diagnostico e mortalità o controllo locale del tumore… Comprendere l’impatto del ritardo sulla mortalità e di altri esiti come le recidive o l’impatto clinico sui pazienti è essenziale per progettare sistemi, percorsi e modelli di cura del cancro che forniscano risultati equi e accessibili.
La necessità di una comprensione approfondita dell’impatto dell’influenza del trattamento sui risultati è stata posta al centro dell’attenzione durante la pandemia Covid-19. Molti paesi hanno sperimentato rinvii della chirurgia elettiva del cancro, della radioterapia e la riduzione dell’uso di trattamenti sistemici perché le diverse organizzazioni sanitarie hanno riassegnato le risorse sanitarie alla pandemia. La mancanza di dati di alta qualità sull’influenza del ritardato trattamento del cancro ha fatto sì che il l’impatto delle misure di blocco covid-19 sui modelli di cura e sui risultati conseguenti non è stato quantificato in modo affidabile. Più in generale, in tempi non pandemici, i sistemi sanitari di ogni paese hanno sviluppato percorsi e obiettivi per intervalli dal momento della diagnosi alla ricezione del trattamento all’interno dei quadri di piani nazionali di controllo del cancro che non hanno una forte base empirica.”
Nell’articolo si esaminano le indicazioni terapeutiche, neoadiuvanti e adiuvanti per la chirurgia, il trattamento sistemico o la radioterapia per i tumori della vescica, della mammella, del colon, del retto, del polmone, della cervice, della testa e del collo. La principale misurazione in quanto esiti è stata determinata sulla base del rapporto di rischio per la sopravvivenza globale per ogni quattro settimane di ritardo per ciascuna indicazione. Il ritardo è stato misurato dal momento della diagnosi all’inizio del primo trattamento o dal completamento di un trattamento fino all’inizio del successivo. L’analisi è stata eseguita soltanto su studi di alta qualità che controllavano i principali fattori prognostici e gli effetti dei ritardi, prendendo come unità di misura di tempo, le quattro settimane.
La revisione eseguita comprendeva 34 studi per 17 indicazioni (n = 1 272 681 pazienti). Non sono stati rinvenuti dati di alta validità per cinque delle indicazioni radioterapiche e per la chirurgia del cancro cervicale. L’associazione tra ritardo e aumento della mortalità è stata rinvenuta come significativa (P <0,05) per 13 su 17 indicazioni. Per quanto riguarda i risultati di un intervento chirurgico è stato misurato un rischio di mortalità per ogni quattro settimane di ritardo di 1,06-1,08 (p. Es., Colectomia 1,06, intervallo di confidenza al 95% da 1,01 a 1,12; chirurgia mammaria 1,08, 1,03-1,13). Le stime per il trattamento sistemico erano variabili (intervallo di rapporto di rischio 1,01-1,28). Le stime per quanto riguardo la radioterapia riguardavano la radioterapia radicale per il cancro della testa e del collo (rapporto di rischio 1,09, intervallo di confidenza al 95% 1,05-1,14), radioterapia adiuvante dopo chirurgia conservativa del seno (0,98, 0,88-1,09) e radioterapia adiuvante del cancro della cervice (1,23, 1,00-1,50 ). Per spiegarci: l’aumento del rischio di mortalità misurato significa che, se si hanno 4 settimane di ritardo e il rischio di mortalità è 1,08 vuol dire che in quattro settimane, lo stesso aumenta dell’8 % mentre se è pari a 1,20 l’aumento è del 20 %. Un’analisi di sensibilità degli studi che erano stati esclusi a causa della mancanza di informazioni sulle comorbidità o sullo stato funzionale non ha modificato i risultati.
QUI SOTTO TROVATE UN’INFOGRAFICA RIPRESA DIRETTAMENTE DALLA PUBBLICAZIONE
CHE NE SINTETIZZA LE CONCLUSIONI:
In sede conclusiva la metanalisi dimostrerebbe che anche un ritardo di quattro settimane nel trattamento del cancro è associato ad un aumento del rischio di mortalità nell’ambito delle indicazioni chirurgiche e del trattamento sistemico e radioterapico per sette importanti forme tumorali.
Questo porta inevitabilmente ad alcune considerazioni.
La prima è quella della corretta programmazione degli interventi in seno al Sistema Sanitario Nazionale nell’ambito dell’esecuzione delle adeguate diagnosi e terapie per le patologie cancerose. Questo è, già di per sé, un enorme problema organizzativo con inevitabili falle. In epoca Covid19, le difficoltà che si mettono inevitabilmente in opera per i disagi organizzativi legati al contenimento della pandemia, vanno ad aggravare l’operatività di un comparto sanitario già fortemente instabile soprattutto in alcune zone del Paese.
In più, certamente questa pubblicazione dovrebbe essere fonte di riflessione importante per la medicina legale che si interessa di responsabilità medica in tema di valutazione di nessi causali o di perdita di chance quando ci si occupi di casi in cui il tema è la ritardata diagnosi di patologie tumorali.
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