Introduzione
La Prof.ssa Rossana CECCHI, Ordinario di Medicina Legale dell’Università di Modena, ha intrapreso un interessante dialogo tra i suoi studenti sul tema del femminicidio. Uno spaccato significativo sul pensiero di giovani che saranno presto in prima linea sul tema come medici
La presentazione della Professoressa Cecchi
La bellezza della nostra disciplina risiede nel fatto che la medicina legale tratti temi di grande attualità sociale che hanno una forte presa sugli studenti. I recenti eventi riguardanti l’uccisione di Giulia Cecchettin, la reazione della sorella e le manifestazioni che ne sono scaturite, hanno dato spunto ad una lezione di medicina legale in un corso di medicina e chirurgia, durante la quale molti studenti presenti sono intervenuti ad esprimere le proprie idee.
Ne è scaturito un confronto tra pari che ha fatto emergere l’anima dei nostri ragazzi dimostrando come essi siano persone che, qualora non permettano che altri -nel tempo-modifichino le loro idee, potranno davvero fare la differenza in futuro. Se non altro come medici. Ma vediamo alcuni passaggi. Gli interventi sono tutti di ragazze, soltanto in un caso ha parlato un ragazzo, e ciò verrà specificato. Nel riportare gli interventi si è cercato di intervenire il meno possibile su come i concetti sono stati espressi.

Le parole degli studenti
L’uomo vuole che la donna sia debole. La tiene sotto di sé, mentre sarebbe fondamentale che gli uomini capissero che anche loro possono trarre vantaggio dal movimento femminista.
Ai maschi è sempre stato insegnato che non devono piangere, non devono fare la femminuccia. Questo è stato loro imposto, e per questo tale aspettativa culturale è radicata nella società. Questo maschilismo si vede anche nelle piccole cose. Recentemente un giornalista ha evidenziato come nella cronaca dei giornali l’uomo sia sempre indicato con nome e cognome, mentre la donna spesso solo con il nome. Ciò si nota anche quando ci si riferisce alla premier chiamandola Giorgia invece di Meloni.
L’uomo vuole che la donna sia debole
È importante dare informazioni a scuola ai ragazzi, tuttavia non è risolutivo; ad esempio nonostante venga loro insegnato che inviare immagini private ad altri utenti sia reato, o altre cose simili, ciò viene fatto lo stesso. Allo stesso modo cercare di spiegare cosa sia una molestia non esclude che quando la persona la vive sia difficile riconoscerla.
Identificare la violenza è difficile. Ciò vale anche per i maschi. Non è semplice riconoscere il bullismo. Infatti tendiamo a ritenere molti atteggiamenti tollerabili quando invece non lo sono. Ad esempio quando le ragazze vengono palpeggiate in autobus, invece di reagire palesemente, si spostano o si allontanano.
La violenza maschile dipende dalla debolezza di chi la perpetra
La violenza maschile deriva dalla debolezza di chi la perpetra. I maschi sono stati sempre potenti e la donna per molto tempo mantenuta analfabeta e ignorante per tenerla sotto controllo. Ora questo controllo lo stanno perdendo e, a causa della loro debolezza, lo vivono come una perdita di potere del loro ruolo nella società. Un uomo che sta bene con se stesso tendenzialmente non è violento con se stesso e con gli altri. Chi non sta bene con se stesso diviene violento verso gli altri, sia uomini che donne. La violenza degli uomini contro le donne scaturisce da un’aggressività dovuta alle loro debolezze e si manifesta con la possessività.
Gli uomini biologicamente interpretano il potere come il potere sull’altro. Le donne sono biologicamente destinate ad essere madri, sia che lo diventino sia che non, per cui interpretano il potere come mezzo per unire. Raramente lo usano contro, piuttosto lo usano con. È nella loro natura. Quando gli uomini lo capiranno non avranno più paura di lasciarle fare. Le madri non manderebbero mai i figli in guerra.
Come fare allora per costruire una società in cui gli uomini non siano insicuri? Questo compito è fondamentale che lo assolvano i genitori. Non possiamo delegarlo alla scuola. Non ci sono insegnanti capaci. A questo punto come fare? Gli uomini devono imparare ad esprimere le debolezze, ma come?
Sarebbe opportuno un sostegno psicologico costante per tutti e nessuno deve vergognarsi di andare dallo psicologo quando ha pensieri sbagliati. Molti femminicidi sarebbero stati risparmiati se i ragazzi avendo impulsi violenti verso la propria ragazza fossero andati dallo psicologo. I ragazzi si vergognano di dire che vanno dallo psicologo, le ragazze no.
Io sono stata bullizzata dal mio maestro delle elementari.
È buffo che le ragazze vengano educate da subito a prestare attenzione e a tenere le chiavi pronte in mano
E’ buffo che le ragazze vengano educate da subito a prestare attenzione, a tenere le chiavi pronte in mano prima di arrivare a casa, a guardarsi intorno. Ai ragazzi non viene insegnato questo. Andrebbe insegnata la relazione di rispetto. Un corso del genere dalle medie sarebbe fondamentale, però ci vogliono persone preparate. Il timore è che molti genitori non sarebbero d’accordo che i propri figli li frequentassero. A ragazzi di 16 anni è troppo tardi impartire l’educazione sentimentale. Sarebbe stato un valore aggiunto alla mia educazione averlo fatto. Nel mio caso lo ha fatto un prete e non era la persona adatta. Non ha senso, dovrebbe farlo qualcuno che abbia studiato e dovrebbe diventare una materia obbligatoria come l’italiano.
L’educazione dev’essere più trasversale, non alla sessualità, bensì alla relazione, non solo affettiva ma di rispetto. Ha poco senso protestare contro la violenza sulle donne dato che nessuno afferma di essere d’accordo con la violenza. Dovremmo batterci per un cambiamento a favore della tutela delle persone in assoluto, a favore della tutela della relazione tra le persone.
Si tende a puntare troppo il dito contro l’uomo, ma vi sono anche tantissime donne che non sostengono i diritti delle donne. I social sono pieni di donne che puntano il dito contro le donne. Anche contro Giulia; tante donne hanno scritto cattiverie verso lei e la sorella. Eppure sono donne anche loro, potevano essere loro al suo posto. E’ giusto lavorare sul rapporto donna-uomo, ma anche il rapporto donna-donna non va dato per scontato.
Nei social si dicono cose che in presenza non si direbbero mai. Non se ne avrebbe il coraggio.
La violenza di genere è fatta dai maschilisti contro un femmina maschilista
La violenza di genere è fatta dai maschilisti contro un femmina maschilista, dato che anche le donne possono essere maschiliste. Un/a bambino/a che vive in una famiglia in cui la madre viene picchiata dal padre potrebbe crescere ritenendo che tutto ciò sia normale.
I primi tre anni segnano il bambino per sempre, dopo di che è tutto un aggiustare.
Quando diciamo di essere femministe i maschi si offendono. Ma perché? Non è una lotta contro l’uomo, ma per noi donne. Se arrivassimo alla parità ne gioverebbero tutti. La maternità per la madre è prevista per dieci mesi, per il padre per soli dieci giorni. Il padre così il bambino non lo vede mai. Molti di noi hanno visto il padre poco perchè lavorava. Il femminismo andrebbe portato avanti da tutti per giovarne tutti. Il padre potrebbe restare lui a casa col bambino.
Imporre un modello è tossico anche per un ragazzo
Intervento di un maschio: bisogna partire dall’educazione come avete detto. Le differenze a livello psichico non dipendono dall’essere donna o uomo. Un ragazzo può avere atteggiamenti considerati dalla società come femminili e viceversa. Ma non solo la famiglia o la scuola devono essere deputati alla formazione verso il rispetto, ma anche altri ambienti come quelli sportivi, come una scuola di calcio, un’accademia militare. Altrimenti da un lato formiamo in un modo e poi, in altri ambienti, i ragazzi si trovano a sentire discorsi diversi. Imporre un modello è tossico anche per un ragazzo. Se lui decide di non aderire a quel modello subisce atti di bullismo.
E’ tossico da sostenere per entrambi i sessi. Molti fanno tanti sforzi per aderire al modello anche controvoglia e, nel momento in cui si trovano a fare i conti con una ragazza emancipata, come è giusto che sia, vedono questi loro sforzi vanificati, si vedono crollare le fondamenta del loro pensiero. Non lo capiscono, perché sono stati indotti con l’educazione a pensarla in un certo modo e ad assumere questi atteggiamenti. Vanno fuori di testa e poi accadono le violenze.
L’uomo e la donna si rivolgono accuse, tuttavia sarebbe importante trovare la soluzione per progredire. Tante volte parlando con amici è stato chiesto quale fosse il ruolo della famiglia. Molti sostengono che la famiglia non abbia dato loro un supporto educativo verso le relazioni. Oggi i ragazzi delle medie e superiori non hanno contatti veri con i genitori. Non si può fare conto su una famiglia ideale, non si può garantire che lo sia. Tutti possono diventare genitori anche chi non ha preparazione. Anche se in buona fede magari non hanno basi culturali. Per quanto il sistema dell’istruzione non sia perfetto, è comunque un ambiente in cui il ragazzo si trova obbligatoriamente a dover partecipare.
Quindi, volente o nolente, se nella scuola ci sono conferenze o discorsi su qualche tema, da qualche parte il discorso gli rimane. Ad esempio, dopo un seminario sul femminismo un ragazzo ha ammesso che prima conosceva l’argomento, ma in modo generico. In un seminario dove molte ragazze hanno portato le loro testimonianze, questo ragazzo si è spaventato e si è reso conto di quanto fosse importante questo tema. Ne ha parlato con i suoi amici.
Questo è importante perché a quell’età le cose di valore sono solo quelle dette da altri maschi. Sembra un sistema chiuso, poco permeabile, per cui non si acquisisce consapevolezza su certi temi. Spesso i ragazzi dicono alle ragazze vorrei esserti vicino ma non so come fare. Come si può lavorare sull’insicurezza degli uomini? Bella domanda, prima si dovrebbe portare alla consapevolezza, perché è difficile capire la gravità o la difficoltà di certe situazioni se non si è mai a contatto veramente con l’ambiente femminile e si continua ad interagire sempre con le stesse persone e lo stesso pensiero. Il ruolo della famiglia è molto limitato.
La prostituzione comprova come per l’uomo il sesso sia quasi un diritto. Nel momento in cui non riesce a farlo con una fidanzata, può andare con prostitute. Si dovrebbe insegnare ai figli maschi che se nessuno vuole stare con te, allora il sesso non lo fai. E’ assurdo che ciò sia normalizzato.
Un problema riguardante la famiglia è che oggi i figli non siano abituati a sentirsi dire di no. Quando ad una certa età qualcuno dice no loro reagiscono male. Recentemente la polizia di Stato ha pubblicato un post di solidarietà verso le donne, al quale molte donne hanno risposto con esempi di casi denunciati e non perseguiti. La polizia non ha più risposto. Viene meno così la fiducia nel voler denunciare. Una donna che è stata aggredita si è sentita rispondere dai Carabinieri che dopo le otto di sera lei dovesse girare con lo spray al peperoncino. Se uso lo spray devo poi gettarlo per non essere denunciata.
Alle bambine danno le bambole o i peluche, ai maschietti le macchinine o le pistole
Alle bambine danno le bambole o i peluche, ai maschietti le macchinine o le pistole. È il gioco che trasforma il bambino nell’adulto. La bambola è importante per imparare da subito a prendersi cura di un altro individuo e ciò viene collegato alle femmine. Cosa c’è di meglio se il bambino quando gioca diventa adulto. Perché non dare la bambola anche al maschio e perché una bambina non può giocare ai supereroi?
Si può arrivare a dare la colpa alla madre che non ha reagito, è umana e non ha trovato il modo di reagire.
È importante avere voglia di affermare le proprie idee. Non avere timore di quello che pensa l’altro. E questo verrà poi riversato in futuro nelle nostre famiglie. È un cambiamento lento. La cultura deve accompagnare certi cambiamenti ed è un processo lento. Ma è già tanto rendersi conto che la famiglia non ce la può fare anche se il genitore dà il meglio che può. Anche il peggiore.
Famiglia e scuola. La famiglia presente non esiste più. I bambini sono sballottati. L’educazione all’amore non c’è. Io spero in una rivoluzione scolastica e che nascano figure capaci di insegnare l’educazione sentimentale al bambino, e che questo possa essere portato anche in altri ambienti. Se il bambino poi va a scuola di calcio e gli viene impartito un altro tipo di educazione, non serve. Spero che questi bambini diventino allenatori e tutor per una società diversa. Confido molto più nella scuola che nella famiglia.
Bisogna educare che non tutto è perfetto per poi riconoscere gli errori e cercare di ripararli
Bisogna educare che non tutto è perfetto per poi riconoscere gli errori e cercare di ripararli
Bisogna partire da piccoli. Io a due anni mangiavo la sabbia, mia cugina a due anni prende il mio cellulare e fa partire i video, manda messaggi. Non bisogna parlarne troppo tardi. L’educazione la fa anche il luogo. Nel mio paese le coppie rimangono insieme perché non è bene separarsi. La famiglia in apparenza è bella, ma in casa succede di tutto. Non è una concezione di famiglia che possa essere un disastro, ma come la gente ti vede da fuori. Bisogna educare che non tutto è perfetto per poi riconoscere gli errori e cercare di ripararli.
Le separazioni spesso portano al miglioramento tra genitori e figli perché i genitori si responsabilizzano individualmente. I papà diventano migliori quando la mamma non è più presente in casa.
Chi ti insegna di più l’amore? Chi reagisce alle situazioni sgradevoli o chi le accetta? Secondo me è lì che è partita una consapevolezza collettiva, da quando si è capito che le donne hanno il diritto di separarsi.
È chiaro che se capita quando sei grande è più facile capirlo, quando capita quando sei piccolo è bene ricorrere ad un sostegno psicologico. La scuola non ce la fa. Importante è anche l’ambiente extrascolastico.
Noi studenti di medicina siamo privilegiati cerchiamo di portare questi discorsi nella nostra cerchia.
Le conclusioni della Prof.ssa Cecchi
Questo, in estrema sintesi, è stato il confronto scaturito dai fatti di violenza accaduti negli ultimi tempi.
In questi ragazzi c’è tanta maturità che, probabilmente, non viene riconosciuta dalle generazioni più vecchie. Se questo è il nostro futuro: ben venga!