Abstract
Pubblichiamo la lettera condivisa dal Consiglio Direttivo che il Prof. Alessandro dell’Erba, Presidente FAMLI (Federazione delle Associazioni Medico Legali Italiane) ha inviato ai Presidenti e agli iscritti delle Associazioni locali federate in cui prende posizione sul documento CAO a firma del suo Presidente Iandolo, di cui abbiamo notizia nei giorni scorsi (vedi).
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Qui di seguito la lettera in oggetto del Prof. Alessandro dell’Erba, Presidente FAMLI (Federazione delle Associazioni Medico Legali Italiane).
Illustri Presidenti e Cari Tutti,
a seguito della divulgazione del documento in oggetto, molteplici sono state le reazioni del mondo medico-legale, di approfondimento, critica, precisazione. Talune, provenienti dallo stesso mondo odontoiatrico forense, di segno quasi diametralmente opposto a quanto enunciato nel documento stesso.
Il Consiglio Direttivo FAMLI ha quindi inteso riunirsi il 13.6 u.s. per l’esame congiunto del documento ed esprimere, come di seguito, il proprio parere.
Ebbene ed in primo luogo si conviene che – al netto ed ancor prima di qualsivoglia considerazione, il documento CAO, ovviamente legittimo, è tuttavia inopportuno atteso che – per quanto noto – non è stato preceduto da un sempre opportuno approfondimento e confronto con le Società Scientifiche di settore. Tanto, si è certi, avrebbe meglio delineato il quadro generale di riferimento in una prospettiva di “sistema” che appare carente.
Nel merito il Consiglio Direttivo ritiene di dover condividere quanto già espresso anche su Simlaweb dal Presidente GISDAP, Prof. P. Fedeli. Le argomentazioni del cattedratico non necessitano di precisazioni e chiose ed ad esse il Direttivo FAMLI rimanda.
Non vi può essere dubbio alcuno della specificità diagnostico-terapeutica della professione odontoiatrica. Ed è altrettanto certo che talune attività di tipo penalistico e/o anche civilistico rientrino a pieno titolo nell’ambito della Odontoiatria Forense.
Esse però sono svolte in una prospettiva di sistema “medico-legale”. La Odontoiatria Forense correla in maniera sistematica con la antropologia, con la genetica, con la patologia medico-legale e quant’altro. Ed è per questo motivo che identificare una parcellizzazione, in una visione di tipo corporativistico, è esattamente il contrario di quanto è necessario nella prioritaria prospettiva del cittadino/paziente ed anche delle esigenze medico-legali. Tutto questo è stato ben detto dal Prof. Fedeli ed anche il riferimento alla Legge 24 è esattamente il contrario di quanto si vuol affermare nel documento.
Ecco allora che se lo scopo è – come appare – di tipo rivendicativo professionale, pervaso com’è da toni perentori, ultimativi ed erroneamente minacciosi, esso è semplicemente sbagliato, lontano dalla visione sinergica e multiprofessionale della Medicina ed in particolare della Medicina Legale, da sempre crogiolo di saperi diversi ma metodologicamente uniti nel fine che li guida.
In questo senso, se si è correttamente inteso lo scopo del documento (questo spetta a me, questo spetta a te e più non dimandare), esso deve essere rifiutato. Allo stesso tempo, come sempre è stato, FAMLI e tutto il mondo medico-legale che ad esso fa riferimento sono pronti al confronto culturale, ben al di là di aspetti propagandistico-sindacali, nella certezza che la contaminazione dei saperi è la via maestra per l’evoluzione di qualsivoglia disciplina.
Prof. Alessandro dell’Erba, Presidente FAMLI
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