Abstract
In una interessante pubblicazione di cui diamo notizia, l’autore fa il punto su un tema di particolare interesse nell’ambito dell’attività medico-legale. Ovvero, le cinture di sicurezza sono in grado di evitare la morte o determinate lesioni nei casi di incidenti stradali. In questo lavoro viene presentato un approccio corretto “evidence based” per affrontare il problema.
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In un articolo pubblicato da Michael D. Freeman MD (CAPHRI School for Public Health and Primary Care, Faculty of Health, Medicine, and Life Sciences, Maastricht University, Netherlands) sulla rivista International Journal of Environmental Research and Public Health dal titolo Principles and Methods for Evidence – Based Quantification of the Effect of Seat Belt Non-Use in Crash – Related Litigation. Principi e metodi per una quantificazione basata sull’evidenza dell’effetto del non uso delle cinture di sicurezza nelle cause per incidenti stradali, affronta certamente un tema caldo ovvero quello della possibilità di determinare l’effetto salvifico delle cinture di sicurezza negli incidenti del traffico suggerendo le metodiche con cui approcciare la problematica.
Ecco la traduzione dell’abstract:
Gli incidenti stradali sono una causa comune di lesioni e morte e spesso derivano da azioni negligenti del guidatore come l’eccesso di velocità o la guida in stata di alterate condizioni psico-fisiche In tali casi, un’azione legale civile può essere intentata da un richiedente danneggiato per il risarcimento dei danni derivanti da un incidente. Nel contenzioso relativo agli incidenti stradali, la difesa si basa su diversi approcci. Uno di questi è quello di sollevare la questione del concorso di colpa quando il ricorrente non stava utilizzando una cintura di sicurezza disponibile al momento dell’incidente, sulla base dell’affermazione che le lesioni subite sarebbero state evitate o minimizzate in una certa misura se il ricorrente fosse stato trattenuto dalle stesse. Al momento, non esistono standard pubblicati o approcci sistematici per valutare e quantificare il contributo del mancato utilizzo della cintura di sicurezza . Un’analisi medico-legale affidabile che indichi se il concorso di colpa può essere dimostrato in un caso specifico richiede un approccio multidisciplinare: in primo luogo, la natura e la gravità dell’incidente devono essere ricostruite sulla base delle influenze sulla cinetica del veicolo (consulenza ingegneristica) e sulla cinematica del occupante (approccio biomeccanico), successivamente, le lesioni devono essere descritte e misurate per gravità (medicina/patologia), e infine, il rischio delle lesioni note date le circostanze reali dell’incidente e dell’occupante (cioè senza cintura) devono essere confrontate con il rischio delle stesse lesioni e delle stesse circostanze di incidente, ma nell’ipotetico scenario in cui il ricorrente è invece contenuto dalle cinture di sicurezza. Nella presente trattazione vengono descritte e illustrate con un esempio tratto dalla casistica personale dell’autore, le modalità di analisi della presenza delle cinture nell’occupante il veicolo e il grado di concorso di colpa sulle lesioni riportate per mancato uso delle cinture di sicurezza, idonee alla presentazione in ambito medico legale. Viene descritta una ricostruzione dettagliata dell’incidente, insieme alla cinematica dell’occupante associata e alle conseguenti lesioni osservate. Le lesioni vengono quindi classificate in base alla posizione anatomica, al tipo e alla gravità utilizzando le designazioni della scala delle lesioni abbreviate. La quantificazione del rischio di lesioni per lo scenario effettivo (senza cintura) rispetto a quello ipotetico (con cintura) si basa sull’analisi caso-specifica dei dati a cui si accede da un database nazionale degli incidenti stradali degli Stati Uniti. La differenza di rischio per i due scenari di esposizione può essere quantificata in termini di rischio relativo (un rapporto di rischio) o rischio attribuibile (proporzione di rischio), con l’obiettivo di determinare se l’analisi soddisfa la soglia di un rischio relativo >2.0, o un rischio attribuibile del 50%, al fine di soddisfare il criterio “ del più probabile che non” standard tipicamente richiesto dai tribunali. Come passaggio finale di un’analisi affidabile che la soglia probabilistica necessaria al Giudice per l’ammissione o meno dell’accadimento della circostanza su cui si discute, l’aumento assoluto del rischio viene utilizzato per quantificare il grado in cui il mancato utilizzo della cintura di sicurezza del ricorrente ha contribuito alla probabilità del verificarsi delle lesioni lesioni.
A questo link potete scaricare l’articolo che vi presentiamo:
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