Abstract
L’Avv. Gianluca Sposato del foro di Roma ci fa giungere un articolo in cui prospetta l’incostituzionalità della richiesta di prova rispetto alla liquidazione della “sofferenza” relativamente al danno non patrimoniale connesso alla perdita parentale.
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Nell’articolo che presentiamo l’Avv. Sposato contesta la costituzionalità di alcune recenti sentenze della Cassazione, in particolare, la 11200/2019, nella parte in cui si afferma che: “la mera relazione di consanguineità non è da sola sufficiente ad integrare il danno risarcibile, gravando sui congiunti l’onere di provare in concreto l’esistenza di rapporti costanti e di reciproco affetto e solidarietà con il familiare defunto”.
L’Avv. Sposato, al contrario, sostiene che, “…A prescindere dal valore e dal contenuto delle presunzioni legali, sembra che i giudici non vogliano tenere contro di quella che è la norma quando si deve affrontare la morte violenta di un proprio familiare, ovvero: sofferenza, dolore, vuoto incolmabile, sconforto, perdita della voglia di vivere per l’uccisione del proprio caro e come ogni diversa interpretazione e convincimento sia in contrasto e leda i princìpi sanciti negli articoli 2, 3 e 32 della Costituzione”.
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Al di là della questione di costituzionalità sollevata e attendiamo, su questo le autorevoli risposte delle Autorità Giudiziarie competenti, il problema della prova della sofferenza sta, innegabilmente, diventando un tema centrale.
Pensate solo, rimanendo nell’ambito del risarcimento della perdita parentale, l’importanza che viene tabellarmente conferita alla convivenza come parametro standard per aumentare la liquidazione del danno subito. Ma è davvero così sotto il profilo di una reale indagine “scientifica“? Non sarebbe l’ora di dare un contributo che esca dal coro del “comune sentire” ed approdi a dati sui quali la giurisprudenza possa ragionevolmente dedurre senza ricorrere a quelli che sono rilievi che sembrano essere soltanto “esperienziali”?
È forse il caso che la medicina legale e, in particolare, la psichiatria forense battano un colpo.
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