Abstract
Negli Stati Uniti la xilazina (nota come ‘tranq’) è segnalata sempre più frequentemente come adulterante di taglio per il fentanyl e altre sostanze d’abuso. Ad oggi sono ancora pochi gli studi circa i suoi effetti sull’uomo, ma i primi report indicano conseguenze simili a quelle degli oppioidi. A queste si aggiunge una importante tossicità sui tessuti molli, con profonde ulcere e infezioni necrotizzanti.
Per saperne di più, clicca e leggi – Pergolizzi Jr et al. The New Stealth Drug on the Street: A Narrative Review of Xylazine as a Street Drug. Cureus 2023;15(6):e40983
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Cos’è il ‘tranq’?
Il ‘tranq’ è il nome con cui è conosciuta la xilazina, agonista dei recettori alfa-adrenergici approvato dalla Food and Drug Administration come potente sedativo, analgesico e miorilassante per uso animale.
Esso produce il suo effetto sedativo innescando una rapida diminuzione del rilascio di noradrenalina e dopamina nel sistema nervoso centrale.
Il ‘tranq’ come “minaccia emergente”
Questa sostanza si sta progressivamente diffondendo sul mercato illegale delle droghe da strada: già a partire dai primi anni Duemila ne era segnalato l’uso a scopo ricreativo a Puerto Rico.
In seguito sono stati diramati alert su focolai di abuso nel nord America, ma il problema ha assunto dimensioni preoccupanti a partire dal 2019 negli Stati Uniti, tanto che l’amministrazione Biden-Harris ha recentemente reso pubblico un piano per il contrasto dell’uso del tranq come “minaccia emergente” per il Paese.
Lo U.S. Census Bureau (agenzia federale statunitense che si occupa delle statistiche demografiche ufficiali) ha comunicato che la xilazina è stata trovata nello 0,36% dei decessi da overdose nel Paese nel 2015, ma è salita al 6,7% nel 2020.
La più alta prevalenza di decessi per overdose associati alla xilazina negli Stati Uniti si registra a Philadelphia (25,8% di tutta la mortalità legata alla droga), nel Maryland (19,3%) e nel Connecticut (10,2%).
Queste cifre sono probabilmente sottostimate poiché la xilazina non è un farmaco per il quale le autorità effettuano abitualmente test e non esistono ad oggi test rapidi per la sua rilevazione.
Alcuni fattori favoriscono la nuova epidemia di intossicazioni da tranq:
- la frequenza con cui nelle dosi da strada la xilazina si trova combinata con il fentanyl: è quest’ultimo a essere ‘tagliato’ con la xilazina, più economica, tanto che con il termine ‘tranq’ spesso si intende direttamente la combinazione xilazina+fentanyl, e i consumatori di droghe da strada possono assumerla quindi anche inconsapevolmente;
- ha un’alta tossicità e i suoi effetti non sono possono essere contrastati con naloxone o altri antidoti noti: i primi studi indicano che la morbilità e mortalità del tranq sono molto elevate tanto che, pur non essendo ancora stata identificata la dose letale per gli umani, sono stati riportati casi di decessi associati alla presenza di “tracce” di xilazina;
- è molto economica: come si legge in un report della DEA (ottobre 2022), la xilazina può essere acquistata a circa 6 dollari/gr anche online, su siti cinesi;
- può indurre dipendenza fisica.
Il ‘tranq’, quello sconosciuto
Poiché la xilazina non è approvata per l’uso umano e non è classificata come sostanza controllata, non esistono studi sull’uomo che forniscano informazioni su interazioni con altre sostanze, dosi letali o possibili antidoti. Non vi sono quindi nemmeno indicazioni per i primi soccorritori e gli operatori sanitari su come gestire in emergenza le intossicazioni.
Inoltre, essa è caratterizzata da una eliminazione molto rapida dall’organismo, pertanto potrebbe non essere identificata quale componente all’interno di un cocktail di polisostanze.
Un aspetto importante della xilazina è che è inclusa negli elenchi dalla DEA tra le sostanze facilitanti altri crimini, come lo stupro o la rapina.
Modalità di assunzione
La xilazina è normalmente prodotta in forma liquida, ma si può trovare anche in polvere sul mercato illegale. Il suo consumo a scopo ricreativo può avvenire quindi per via inalatoria o orale, ma la via di somministrazione preferita è l’iniezione endovenosa.
Tra i principali aspetti attrattivi per i consumatori vi è il fatto che essa prolunga gli effetti psicoattivi, normalmente brevi ma intensi, del fentanyl. Un consumatore di Puerto Rico ha riferito di aver incontrato per la prima volta la xilazina (chiamata “anestesia” nel suo Paese) quando ha trovato nel suo pacchetto di eroina una piccola confezione contenente una polvere scura offerta come “regalo” dal suo spacciatore; l’uomo ha dichiarato che per molto tempo la xilazina e l’eroina sono state offerte insieme, ma in pacchetti separati, in modo che il cliente potesse controllare se e quanta xilazina voleva, ma gradualmente l’eroina è stata disponibile solo premiscelata con la xilazina.
Tossicità da ‘tranq’
I racconti degli utilizzatori sono attualmente le principali fonti di informazione sugli effetti avversi della xilazina poiché non sono ancora stati condotti studi farmacologici standard.
Gli effetti del tranq riportati comprendono:
- secchezza delle fauci;
- sonnolenza;
- ipertensione e tachicardia seguite da ipotensione e bradicardia;
- iperglicemia;
- ipotermia;
- aritmie;
- miosi;
- depressione respiratoria e neurologica;
- coma.
Lo spettro dei segni classici dell’intossicazione da xilazina.
Inoltre, si può sviluppare dipendenza fisica dal tranq; alcuni utilizzatori riferiscono che i sintomi di astinenza sono paragonabili o addirittura più gravi di quelli dell’eroina o del metadone; questi includono dolori toracici acuti e convulsioni.
Se associata al fentanyl o ad altri oppioidi sintetici, la xilazina può aumentare il rischio di overdose fatale, poiché essa contribuisce sinergicamente a ridurre la funzione respiratoria.
E’ noto che la durata tipica degli effetti avversi negli animali è di circa 4 ore. Nell’uomo una durata superiore alle 8 ore è stata riportata nei casi di overdose.
Le overdose associate alla xilazina possono essere difficili da identificare in ambito clinico, poiché il corteo sintomatologico è sovrapponibile a quello delle intossicazioni da oppioidi.
La droga che rende “zombie”
La morbilità legata all’uso cronico di xilazina è ancora poco nota. I primi report indicano che induce un progressivo deterioramento fisico generale e gravi lesioni cutanee.
Un’indagine condotta sui consumatori di droga da strada a Puerto Rico ha rilevato che più di un terzo presentava lesioni cutanee. Queste possono infettarsi rapidamente e portare a necrosi e amputazioni.
Si ritiene che il meccanismo con cui la xilazina causa la necrosi tissutale sia legato al suo effetto di vasocostrizione locale, che determina una diminuzione della perfusione cutanea regionale. Periodi prolungati di ipoperfusione combinati con una difficoltà nella guarigione delle ulcere dovuta all’uso cronico di sostanze possono portare a infezioni. Inoltre, queste condizioni si verificano di solito nei tossicodipendenti di strada, molti dei quali sono senza fissa dimora, con uno stile di vita caotico e accesso limitato alle cure mediche, tutti fattori sfavorevoli sulla prognosi.
Negli Stati Uniti i media si stanno occupando del tranq con inchieste trasmesse in TV e hanno coniato l’espressione “zombie drug” per indicarne gli impressionanti effetti: dato che l’azione sedativa della xilazina è estremamente rapida, la maggior parte dei consumatori piombano in uno stato di incoscienza sul luogo stesso in cui è avvenuta l’assunzione, spesso per strada. Dove il consumo è molto diffuso, la scena è angosciante: persone “in trance”, con sguardo assente, capo chino, accasciate per terra, spesso con ulcere infette o in evidente difficoltà respiratoria.
L’obnubilamento della coscienza con depressione respiratoria è uno dei principali fattori di rischio per la vita dei consumatori.
Overdose da ‘tranq’
Come è noto, nei casi di overdose da polisostanze non è sempre possibile determinare quale droga sia stata l’agente causale del decesso e quali quelle che vi hanno contribuito.
Questo rende difficile stabilire la reale letalità del tranq: da uno studio pubblicato nel 2022 su Drug and Alcohol Dependence si apprende che nella quasi totalità dei decessi per overdose in cui è riscontrata la xilazina è presente anche il fentanyl (98,4%), nel 45,4% la cocaina, nel 28,4% benzodiazepine, nel 23,3% l’eroina e nel 19,7% l’alcool.
I dati sulla tossicità della xilazina nell’uomo sono scarsi, tanto che la finestra identificata al momento è molto ampia, con dosi che vanno da 40 mg a 2400 mg.
I casi letali sono stati associati a concentrazioni plasmatiche anche ≤ 16 mg/L, valore che non consente alcun margine di sicurezza nell’esposizione alla xilazina.
La diffusione della xilazina negli Stati Uniti sembra seguire lo stesso percorso del fentanyl, avendo preso avvio dai mercati degli oppioidi del Nord-Est, per poi diffondersi nel Sud e infine farsi strada sulle piazze di spaccio della droga verso Ovest. Nei prossimi anni l’uso della xilazina come adulterante probabilmente aumenterà e sarà sempre più comune trovarla in combinazione con altre sostanze oppure addirittura, come è successo in Puerto Rico, come droga a sé stante.
Occhi aperti quindi anche in Europa!
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