Abstract
I Prof.i Franco Introna e Antonio Dell’Erba, rispettivamente Presidente e Vicepresidente di AALMLA (Accademia Apulo Lucana di Medicina Legale e delle Assicurazioni) scrivono una lettera ai propri Soci che affronta lo spinoso tema dell’intervento dello specialista in medicina legale in casi Covid19 correlati in ambito di responsabilità sanitaria.
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Ci perviene una lettera che i Prof.i Franco Introna e Antonio Dell’Erba, rispettivamente Presidente Vicepresidente di AALMLA (Accademia Apulo Lucana di Medicina Legale e delle Assicurazioni) ma anche, sempre rispettivamente, membro del Consiglio Direttivo SIMLA e Presidente di FAMLI associata SIMLA, hanno inviato ai Soci di AAMLA.
In questo scritto i due cattedratici affrontano lo spinoso tema dell’intervento dello specialista in medicina legale in casi Covid19 correlati in ambito di responsabilità sanitaria sospeso tra la terribile emergenza epidemica che ha squassato il sistema sanitario del Paese con un immane peso scaricato su chi ha gestito in prima fila – medici e infermieri – l’emergenza sanitaria e la difesa di diritti fondamentali dei cittadini comunque da garantire.
Vi riportiamo qui sotto l’intera lettera.
OGGETTO: ATTIVITÀ MEDICO-LEGALE COVID CORRELATA. METODOLOGIA. DEONTOLOGIA.
Cari tutti,
come era logico attendersi stiamo assistendo ad un progressivo incremento della attività medico – legale in casi COVID – correlati. Per ora – almeno nella nostra esperienza – l’attività è prevalentemente di tipo penale, ma non vi è necessità di essere facili profeti per affermare che – nel breve – tanto si proporrà anche nell’ambito civilistico.
Alcuni di Voi, che ringraziamo, si sono rivolti a noi per il da farsi. È evidente che il quesito non è tanto finalizzato alla mera operatività medico-legale: siamo consapevoli che tutti indistintamente abbiate le capacità per affrontare questo come qualsivoglia altro tema medico-legale.
Il quesito quindi, se si vuole, non è tecnico ma etico-deontologico e comportamentale. Se cioè sia “giusto” svolgere la attività in queste circostanze, in particolar modo quali consulenti di parte “attrice”, ricorrente” e/o comunque “denunciante”. E se – conseguentemente (e tanto ci inorgoglisce) – vi sia un indirizzo di “Scuola”.
Ebbene è evidente che il tema è particolarmente spinoso. Da medici ben sappiamo le difficoltà che il Sistema ed ogni singolo medico stanno affrontando. Siamo consapevoli delle incertezze diagnostiche e soprattutto terapeutiche che il COVID propone e di quelle di una adeguata risposta, fors’anche in termini di semplice “attenzione” che ciascun paziente merita e meriterebbe. Per converso viviamo sulla nostra pelle le incertezze logistiche e quelle di contemperare esigenze diverse. Al solito –se si vuole- la coperta è troppo corta.
E quindi? È corretto o non è corretto svolgere in queste circostanze la nostra attività medico-legale e di medico-legali? Non corriamo il rischio, soprattutto agli occhi dei colleghi, di essere “visti” e “sentiti” come vessatori proprio in un momento di difficoltà? Per altro verso il cittadino-paziente non ha analoghi diritti? Possiamo omettere la nostra attività correndo il rischio che tanto sia letto come corporativistico?
Le risposte, lo anticipiamo, non possono essere generaliste e generalizzate: diremmo che devono essere ancorate al caso concreto, ma esse – alla fin fine – sono soggettive, proprie del sentire morale di ciascuno di Noi. Ci permettiamo esclusivamente qualche riflessione, nell’auspicio di aiutarvi nelle Vostre decisioni. Noi, le nostre, le abbiamo già assunte.
La prima è quella, quale che sia il Vostro orientamento, di attenersi al più stretto rigore metodologico della Disciplina. Sappiamo che è sempre così, ma se si vuole in questo frangente ancor più dobbiamo ricordare gli insegnamenti dei Maestri e la valutazione stringente, evidence based, degli elementi di condotta e di nesso causale. In un ambito nel quale purtroppo, sia dal punto di vista patogenetico che diagnostico – terapeutico, siamo ancora nel pieno dell’incertezza scientifica.
È conseguenziale, oltre che rispettoso delle norme, che tanto debba avvenire con l’ausilio e la compartecipazione dello specialista, sia esso della Medicina d’Urgenza, pneumologo, infettivologo o rianimatore.
Quel che però ancor più ci preme richiamare sono i Principi Etici del nostro essere medici e quelli Deontologici della nostra Professione: in questo senso vi chiediamo di rileggere, se mai ve ne fosse bisogno, l’articolo 62 del Codice di Deontologia Medica.
Siamo quindi certi che, richiamandosi ai fondamenti del nostro essere medici e medico-legali, ciascuno saprà rispondere alle esigenze che al quesito proposto si correlano.
QUI POTETE TROVARE IL DOCUMENTO IN FORMA COMPLETA
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